Sono tante le ragioni che possono farci avvicinare allo yoga sono tante. Da dove si comincia? Da dove vuoi tu!
Sono tante le ragioni che possono farci avvicinare allo yoga: bisogno di ritrovare sé stessi, fascinazione filosofica, fine dell’epoca zumba-crossfit-acquagym per raggiunti limiti d’età, stress a manetta, mi fa male qui-o-lì, vicino di casa bellissimo che insegna yoga dall’altra parte della città (quando vi fidanzate fatevi ridare i soldi della benzina)… le motivazioni sono le più varie e vanno tutte bene. Io ho iniziato yoga perché ho ricevuto degli ingressi omaggio: altro che chiamata spirituale!
Se mi avete seguita fin qui (e in caso contrario potete andare a leggere gli articoli precedenti che sono elencati in fondo alla pagina) sapete che ci sono tantissimi tipi di yoga. Come fare a scegliere? L’unica è provare: provare gli stili, provare i centri, provare i maestri. Attenzione: potrebbe volerci del tempo. D’altra parte lo yoga ha come effetto collaterale lo sviluppo di calma, pazienza e accettazione. Iniziate ad applicare subito queste virtù mettendovi in testa che l’esperienza può essere molto diversa a seconda delle situazioni. Potrebbe non piacervi al primo colpo, ma se una vocina dentro vi dice che potrebbe farvi bene, allora continuate a guardarvi intorno.
Qui desidero darvi qualche dritta, sperando che vi sia utile.
Prima di tutto non vi iscrivete a settembre facendo un abbonamento annuale a nessuna struttura perché ci vuole un po’ per capire se è quella che fa per voi. Non importa quanto forte sia lo sconto, ne godrete l’anno dopo quando vi iscriverete a ragion veduta. Tiratevi giù da internet un elenco degli studi e palestre che vi sono comode perché vicino a casa, o al lavoro, o alla scuola dei vostri figli o all’amica che da una vita vi propone di fare yoga, ma invece vi trovate sempre e solo all’aperitivo del venerdì sera.
Per scegliere il tipo di lezione da cui cominciare tenete conto dell’incrocio fra la vostra indole e il vostro desiderio per questa fase della vostra vita:
Siete iperattivi e vi volete sfogare? Yoga dinamico: vinyasa e hot yoga tanto per nominarne due
Siete dei twister e vi volete dare una calmata? Yoga rilassante: restorative o yin yoga.
Siete bradipeschi e vi volete dare una svegliata? Yoga dinamico soft: vinyasa gentle flow o hatha.
Siete tutto Chopin e tè verde e puntate alla calma olimpica? Restorative, Yin e magari Kirtan.
Ma ovviamente le possibilità sono di più, e anche le personalità! Chi è curioso può fare il test di personalità Keirsey: di tutti quelli che ho fatto (sono una maniaca dei test) è quello che mi ha dato più soddisfazione! Magari non vi darà dritte sullo yoga, ma sulla vostra vita probabilmente sì!
Siate però aperti a scoprire ed esplorare anche altri stili, soprattutto quelli che non avete mai sentito nominare; e parlate con gli istruttori, con gli altri allievi… confrontatevi, chiedete, siate “in caccia”. Il benessere che può dare lo yoga è enorme, ma va un po’ conquistato.
E se non vi piace? Cambiate, riprovate, chiedete consigli, siate aperti anche alle proposte che vi sembrano bizzarre.
Vi ho nominato in passato il Beer yoga che tanto scandalo ha destato nel settore. Beh, vi confesso il mio approccio, di stampo un po’ statunitense whatever works (=qualsiasi cosa funzioni): il Beer yoga non è una pratica che allontana dalla via del salutismo chi come prima cosa al mattino si fa mezz’ora di meditazione trascendentale… è un modo originale per far provare qualcosa di nuovo agli appassionati di un’altra attività, praticata più a Monaco di Baviera che a Goa.
Questo per chi ha già stilato una lista delle cose da fare “a settembre” (il mondo si divide in tre: chi fa i buoni propositi a settembre, chi il 1° gennaio e chi avendo disattesi quelli di gennaio li ripropone a settembre).
Ma visto che le vacanze sono dietro l’angolo propongo a chi non ha già prenotato le sue tre-settimane-tre in qualche amena località ItaliaEuropaMondo di prendere in considerazione di spenderne una in un retreat yoga.
Mi piace la parola retreat, anche se fa arricciare il naso agli accademici della crusca: andrebbe tradotto con “ritiro” (ma per me lo yoga è un modo per entrare nel mondo, non per uscire dal mondo) io preferisco vederlo come la contrazione di real-treat, cioè una vera sorpresa, un modo per viziarsi!
Partecipare a una settimana di vacanza yoga permette di avvicinarsi a questa disciplina in una situazione rilassata, con calma, potendosi confrontare con gli insegnanti e con gli altri partecipanti, inserendo la pratica in una situazione che è tutta costruita per farci ottenere il massimo risultato, capendo con calma l’effetto che fa sul corpo, esplorando l’effetto sulla mente senza scappare via dopo la lezione perché abbiamo parcheggiato in divieto o abbiamo i bambini da recuperare a circo acrobatico. E poi di solito… si mangia benissimo! Magari coinvolgete un’amica, la mamma, una figlia grande, un partner illuminato… se condividerete questa esperienza sarà ancora più facile proseguire nel vostro cammino yoga!
Ma da dove salta fuori lo yoga? Lo yoga che pratichiamo adesso è lo stesso delle origini? Fra due settimane vi proporrò una panoramica parecchio stringata della storia di questa disciplina.
Erica Pontalti
Insegnante certificata a livello internazionale Yoga Alliance 500 con oltre 1000 ore di training in vinyasa flow (dal gentle flow al power), yin yoga e restorative yoga. Dopo 6 anni a Bali (Indonesia) di preparazione e lavoro come insegnante e organizzatrice di training Yoga Alliance per l’abilitazione all’insegnamento è rientrata in Italia dove continua a insegnare con grande passione nello studio di Torino Yoga Union e in workshop e retreat.
Trovate le review dei suoi allievi e i suoi eventi in programma su www.yogatrail.com
Photo credits: Ulrike Reinhold, Simo Cocco, amici e parenti.