Lo Yoga è stato inserito nella lista dei beni culturali intangibili (Intangible Cultural Heritage of Humanity).
11.COM 10.B.17 – Sembra un numero utente dell’azienda elettrica, invece è il codice della decisione del Comitato Intergovernativo UNESCO con cui lo Yoga è stato inserito nella lista dei beni culturali intangibili (Intangible Cultural Heritage of Humanity). Questo significa che è di importanza mondiale, che 175 Stati lo considerano da conoscere e preservare per la sua unicità e per il suo effetto benefico sulle persone.
Non mi pare poco, non è poco: significa che il valore dello yoga è in un certo senso universalmente riconosciuto (beh, oddio… non so che ne pensino sulle Lune di Orione).
E voglio sottolineare l’aspetto benefico, se l’UNESCO afferma, in modo perfino spericolato per un organo ufficiale:
Designato per aiutare gli individui a realizzare sé stessi, alleviare le sofferenze che questi possano sperimentare nella vita e raggiungere uno stato di liberazione, lo Yoga è praticato da giovani e anziani senza discriminazioni di genere, classe o religione. Esso associa posizioni, respirazione controllata, meditazione, recitazione di parole ed altre tecniche mirate a beneficiare l’individuo e il suo stato di salute psicofisica.
Ora qualcuno potrà obiettare che lo yoga sembra tutt’altro che un bene in pericolo: le proposte fioccano e gli istruttori si moltiplicano. È proprio questo il punto: è da preservare lo spirito dello yoga, aderendo alle radici tradizionali pur nell’evoluzione naturale di ogni attività umana. Allargare la conoscenza di questa cultura, diffonderla, fare in modo che in molti possano farla propria è l’obiettivo della giornata Internazionale dello Yoga. Poiché è legittimo chiedersi se la diffusione dello yoga a livello internazionale sia moda o risveglio; se è moda può essere utile cavalcare il trend perché diventi con il tempo un’occasione di crescita ed evoluzione.
Ma perché è stato scelto il 21 giugno per l’International Yoga Day? Perché il giorno del solstizio d’estate ha un significato importante nella cultura yogica. La leggenda vuole che Shiva (il Dio iniziatore dello yoga) proprio in questo giorno si convinse a trasmettere questa scienza all’uomo. E notate che si parla di scienza: tante discussioni ci sono nel settore fra i sostenitori dello yoga come scienza e quelli che la considerano una medicina, c’è chi la vede come arte, chi come tramite con un altrove cosmico… su una cosa però sono tutti d’accordo: non è una religione, anche se è piena di riferimenti spirituali e mistici.
Non solo, il solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno, essendo legato all’attività del sole è naturalmente un riferimento importante per chi fa yoga: il Surya Namaskar (= Saluto al sole) è la sequenza di posizioni più nota in assoluto, e in qualche modo compare già 3.000 anni fa nel Rig Veda, che ho citato nell’articolo della settimana scorsa.
C’è poi un’altra ragione che mi fa apprezzare la scelta di questa data, ed è frutto della mia personale preparazione: è il giorno di nascita di Desikachar, figlio del Krishnamacharya che è considerato l’iniziatore dello yoga moderno. Io trovo che la dolcezza e l’apertura mentale di Desikachar possano essere un meraviglioso ponte verso lo yoga per un Occidente affannato e rabbioso: sarà forse una coincidenza, ma… chissà se esistono le coincidenze!
Oggi tutto il mondo celebra lo yoga! E domani?
Detto tutto questo la riflessione che voglio fare è la seguente: un po’ come accade per la Festa della donna e San Valentino c’è la tendenza a “spuntare la lista e togliersi il problema”. Praticare yoga? Fatto!
Poco importa se è stato fatto solo per una mezz’ora il 21 giugno.
E invece importa, eccome. Per questo io vi invito certamente a partecipare alle iniziative della Giornata Internazionale dello Yoga che si snocciolano lungo la penisola fra oggi e domenica in luoghi splendidi e con maestri straordinari, ma soprattutto vi suggerisco di chiedervi se volete un cambiamento nella vostra vita (fisico, mentale, emozionale, energetico… fate voi) e se per ottenere questo cambiamento possa essere utile lo yoga.
In tal caso, dopo esservi goduti la celebrazione una tantum mettetevi in agenda di provare a praticare yoga regolarmente e – come diceva Jannacci – vedere l’effetto che fa!
Nel prossimo articolo vi darò alcune indicazioni per iniziare una pratica yoga che si possa ben integrare con la vostra vita!
Erica Pontalti
Insegnante certificata a livello internazionale Yoga Alliance 500 con oltre 1000 ore di training in vinyasa (dal gentle flow al power), yin yoga e restorative yoga. Dopo 6 anni a Bali (Indonesia) di preparazione e lavoro come insegnante e organizzatrice di training Yoga Alliance per l’abilitazione all’insegnamento è rientrata in Italia dove continua a insegnare con grande passione nello studio di Torino Yoga Union e in workshop e retreat.
Trovate le review dei suoi allievi e i suoi eventi in programma su www.yogatrail.com
Photo credits: Ulrike Reinhold, Simo Cocco, amici e parenti.