Storie di donne e di artiste: Aidan Salakhova, la sua Arte e l’anima, che si svela e disvela con lei, di tutte le donne del mondo
Aidan Salakhova, artista di livello internazionale, scultrice, pittrice, fotografa, l’ho conosciuta ancora prima di incontrarla di persona. E’stato nell’impatto con le sue opere finite ed in fieri in un laboratorio magico.
Una struttura di fine ottocento, con una luce splendida, nascosta dietro una rivendita di materiali edili, un luogo che devi proprio voler cercare e trovare. L’ho conosciuta attraverso la luce di bellezza e di rispetto che si è accesa negli occhi dei suoi collaboratori mentre parlavano di lei. Gli artisti della “Cooperativa Scultori Carrara “che la aiutano a realizzare i suoi progetti e che riescono a tirare fuori, per lei e con lei, “ l’anima” da un blocco di marmo come solo mani che davvero si sporcano di polvere, di fatica e ricche di sapienza millenaria riescono ormai a fare. L’ho conosciuta attraverso ”Duality” che mi sono trovata all’improvviso davanti. La scultura di incredibile potenza e bellezza per cui ha posato Naomi Campbell ed esposta nel 2016 da Saatchi a Londra. Conosciuta attraverso la serie di veli di marmo dei suoi lavori finiti e di quelli appena sbozzati della sua prossima “Ultima cena”. Veli di morbido, lievissimo marmo che sembravano lasciati li’ per caso da una altera dea di passaggio. Si perchè in tutti i lavori di Aidan quella che passa è la fierezza. La assoluta, totale volontà di trasmettere la fierezza e la potenza di essere donna. Fosse solo anche con l’ unico fotogramma di uno sguardo sotto un burqa, come in uno dei suoi video. Insomma, volevo incontrarla ma qualche giorno era passato da quando ne avevo espresso il desiderio e, sinceramente, credevo ne fosse ormai scemata la possibilità. Magari era in Russia o in giro per il mondo e non rientrava in Italia. Poi un messaggio da Diego, uno dei suoi meravigliosi collaboratori di Carrara. “Aidan è qui . Ti aspetta”.
Beh, se non siete mai stati in un laboratorio di scultura di marmo fatelo, prima o poi. E, possibilmente, fatelo in uno a Carrara. In uno di quelli veri, rari ormai.
Quelli dove si finisce tutto a mano..dove i robot non entrano,tanto per capirci. Solo lì potrete accorgervi che sono un’opera d’arte anche certi scarponi pesanti , consumati dal lavoro indossati da chi ci lavora. Solo lì potrete capire la bellezza di forme che vedi uscire da un blocco di marmo come fossero state sempre li solo ad aspettare di essere liberate da quelle mani, il tutto in mezzo ad una polvere che sembra neve, tutto ricopre e rende immacolato , quando cala il silenzio e il rumore del lavoro si ferma.
E, in un luogo cosi, ora Aidan è davanti a me . In un momento di pausa, esattamente con quegli scarponi, canottiera da lavoro e un paio di occhi neri incredibilmente profondi. Talmente profondi che neanche per me , che ne faccio un punto di valore imprescindibile nel contatto umano, è facile sostenere il suo sguardo. Si perchè Aidan è come se possedesse quello di tutte le donne del mondo. Della “storia” di tutte le donne del mondo. Quello della tenerezza consapevole della importanza del proprio privato di madre, di moglie , di figlia e quello della fierezza della propria Arte, del proprio importante lavoro da mostrare al mondo. Quello che una donna, qualunque donna, dovrebbe avere e arrivare a possedere , con armonia e consapevolezza, per affermare la propria completezza di essere umano.
“La questione della libertà delle donne “mi dice” è un problema mentale della donne che non ha confini geografici. Siamo tutte in una sorta di cornice preordinata, di regole di una societàù che ha fatto si che le donne siano quasi in una gabbia. Solo le donne possono decidere di uscire da questa. Solo noi possiamo deciderlo. Non è una questione di uomini”. E il messaggio della sua Arte è, quindi, soprattutto per le donne. Perchè capiscano se stesse, oltre ogni limite , schema, oltre ogni metaforica gabbia in cui ci vogliano rappresentare”.
“Il velo “mi spiega Aidan” nella mia arte si ripete perchè è l’anima della Donna. Esattamente come l’anima, infatti , è qualcosa di morbido,non strutturato. Qualcosa che si può modificare, può assumere forme differenti”…che puo’ essere libero di essere come vuole, se lo vuole…penso io.
“La mia arte oggi è in una sorta di Rinascimento. Io sono convinta che ci sia, che si possa partire da questo mettendo ora insieme tutto quello che è stato prima. Ma, per le donne, la priorità oggi è sempre scegliere. Ogni donna deve sempre farlo. Scegliere di ”essere onesta” , spiegando a chi ha intorno cosa sia la propria personale priorità”
L’onestà verso se stesse quindi come primo strumento di vita e sorrido dentro di me pensando che è il mio mantra personale. La stessa onestà per affermare la libertà della propria Arte mostrata nel non demordere dall’esporre lo stesso le sue opere, per esempio , dopo la censura da parte del suo Paese alla Biennale Internazionale di Venezia del 2011 cui segui’ l’ordine di rimozione dal padiglione dell’Azerbaigian , opere che lei decise, però, di spostare nel Padiglione Italia che si offrì di ospitarle. Insomma, la Donna nell’arte e nei lavori di Aidan proprio grazie alla sua anima non ha confini, non ha barriere religiose, né etniche. Ha un sentire proprio, intimo.
Un’ anima universale che esattamente come i suoi veli di marmo si svela e si disvela.
Coprendo e scoprendo cuore e mente, che si ritrovano cosi, simili, uniti a battere e combattere insieme per essere fieri e liberi. Esattamente come in Aidan e in quelli di tutte le Donne, ovunque nel mondo che lei, con la sua Arte, continua a far pensare ed emozionare.
http://www.aidans.ru/
http://www.cooperativascultoridicarrara.it/