In pochi si soffermano a riflettere sul fatto che lo yoga è una pratica.
Il dizionario Sabatini Coletti ci dice che ciò significa: Svolgimento assiduo di un’attività che fa acquisire esperienza e costituisce il completamento del sapere teorico.
E anche: Azione attraverso cui qualcosa si concretizza.
Con grande dispiacere dei pigri cronici, si tratta perciò di fare qualcosa con costanza per concretizzare un risultato. Teoricamente, quindi, fare yoga una volta l’anno non è fare yoga, fare yoga senza nessun approfondimento su storia, filosofia e cultura non è fare yoga, fare yoga senza darsi degli obiettivi concreti non è fare yoga.
Questo in teoria, appunto, con la benedizione del Sabatini Coletti. Ma chi mi segue da un po’ avrà capito che ho un’indole piuttosto pratica. Quindi ammetto che ci sia un ampio ventaglio di possibilità fra fare lo yoga una tantum e farlo tutti i santi giorni, e tutto sommato fra zero e poco… meglio poco. Naturalmente si raggiungono obiettivi diversi, ma stressarsi per fare yoga non è una buona partenza!
Per ottenere tutto questo il passo più importante è decidere che noi siamo importanti, che ci vogliamo prendere cura di noi, e che è possibile operare un cambiamento facendo piccoli passi: il primo passo è proprio questo… non andare avanti con il pilota automatico, ma prenderci la responsabilità di come ci sentiamo.
Uno dei lati positivi dell’andare a yoga è che si incontrano altre persone che hanno fatto questa stessa scelta di amore verso sé, al netto di quelli che vogliono farti vedere che stanno in equilibrio sul dito mignolo. In questo senso un centro yoga è più indicato di una palestra, ma se l’unico luogo dove si fa yoga sul percorso CasaScuolaBambino1ScuolaBambino2LavoroSpesaSuoceraAperitivo è una palestra in una cantina… va bene lo stesso, dai!
Un centro yoga solitamente ha un’atmosfera più ovattata, colori più dolci, profumo di incenso e olii essenziali, musica morbida e un tot di gente sorridente che ti chiedi se davvero è solo incenso quello che bruciano. E la cosa incredibile è che quando entri nello spogliatoio le persone ti salutano. In un mondo dove non si saluta più nemmeno la panettiera che si è alzata alle 4 per preparare la pizzetta che tuo figlio si porta a scuola questo è già sconvolgente.
Questa energia di gruppo è uno degli elementi più importanti della pratica perché è un assaggio di cosa significa sentirsi in comunione con gli altri, cosa che viene difficile mentre si lotta per non farsi scavalcare nella fila quando si compra la suddetta pizzetta!
Che sia un centro yoga o una palestra, però, l’importante è che verifichiate che…
sia pulito
ci sia l’attrezzatura da yoga: tappetini in buone condizioni, blocchetti di schiuma o sughero, cinghie, cuscini e coperte; gli accessori sono importanti soprattutto per chi comincia, non sono un premio per chi è già capace di snocciolare qualche mantra in sanscrito
l’insegnante sia disponibile (basta provare a scambiarci due parole prima o dopo la lezione per capirlo)
Altro vantaggio di un centro yoga è che solitamente offre diversi tipi di lezione, in modo che possiate provare stili e insegnanti, magari decidendo di volta in volta di cosa avete voglia (e bisogno) quel giorno.
Non nascondiamoci che a volte aver pagato un mese in anticipo diventerà la motivazione per andare: altro innegabile vantaggio delle lezioni pubbliche!
La cosa fantastica dello yoga, però, è che imparando le sequenze e gli allineamenti di base (in modo da non farsi male) si può poi praticare anche a casa per conto proprio e questo è l’unico modo per aggirare il famoso “non ho tempo!”. Basta una sequenza di un quarto d’ora tutti i giorni per fare un balzo in avanti nella lunga strada verso l’illuminazione (o verso un corpo senza mal di schiena).
Perché la vera svolta, spero di non risultare troppo minacciosa, è quando si riesce a praticare molto frequentemente, magari non a lungo, ma spesso: il corpo si attiva, l’energia entra in circolo, la mente trova una parentesi di pace per rigenerarsi. Anche tutti i giorni? Oh yeah!
Quando vi sentirete pronti, createvi una vostra piccola pratica quotidiana per mantenere i risultati raggiunti e affrontare le giornate in modo del tutto nuovo. Importante, però, che ogni tanto verifichiate con un insegnante quel che fate per essere sicuri di non farvelo venire, il mal di schiena!
In quest’ottica fare ogni tanto una lezione privata può essere importantissimo, e questo vale anche per chi pratica regolarmente in un centro yoga: per quanto il maestro possa essere attento, una lezione di gruppo non permette di fare lavoro di fino sul singolo allievo e io suggerisco sempre di fare qualche lezione all’inizio del proprio percorso e poi almeno un paio di volte l’anno per verificare le esigenze del nostro fisico, le possibili correzioni della postura eseguibili senza l’intervento di uno specialista e come eseguiamo le posizioni e le sequenze in modo da aumentarne l’efficacia e l’intensità.
Vi aspetto fra due settimane per scoprire lo Yin yoga e il potere dell’energia femminile (vale anche per i maschietti!)
Erica Pontalti
Insegnante certificata a livello internazionale Yoga Alliance 500 con oltre 1000 ore di training in vinyasa flow (dal gentle flow al power), yin yoga e restorative yoga. Dopo 6 anni a Bali (Indonesia) di preparazione e lavoro come insegnante e organizzatrice di training Yoga Alliance per l’abilitazione all’insegnamento è rientrata in Italia dove continua a insegnare con grande passione nello studio di Torino Yoga Union e in workshop e retreat.
Trovate le review dei suoi allievi e i suoi eventi in programma su www.yogatrail.com