Giulia Fossà lavora nel mondo della comunicazione da oltre 25 anni come attrice, giornalista, autrice radio tv.
La sua carriera nasce con il cinema e la vede protagonista di numerosi film (La vela incantata, Volevo i pantaloni, Caccia alle mosche…) ma ciò che colpisce di lei è il suo sguardo sempre puntato sul sociale. Basti ricordare i reportage Vulcano Kosova e Lezioni di inglese, nei quali denuncia le violenze inaudite della guerra in Kosovo attraverso le parole ‘non violente’ dei familiari delle vittime.
E’ stata anche anticipatrice di programmi televisivi che fondono storia, cultura, sociale, in un linguaggio nuovo che volge lo sguardo alla multimedialità nascente.
Giulia come si fondono arte, bisogni sociali e spiritualità?
Una sfida quotidiana. Qualche giorno ti riesce, qualcun altro il motore borbotta. E così prendi fiato, e riparti. Senti che l’arte è un’urgenza, poi ti incontri con le realtà ostili di un centro diurno zoppicante, con la chiusura di spazi vitali per un tuo familiare, con una storia d’amore finita male o non senza apparente motivo, e prima di lasciarti sballottare dai venti, e farti fottere dalla paura, decidi di far scendere in campo il tuo lato spirituale. E la girandola riparte. Si chiama vita. O ritmo dell’universo.
Che cosa rappresenta la spiritualità?
Lo spazio di libertà. Quello spazio dove possiamo entrare in connessione con il nostro io più vero, il più nascosto, il più potente. Che non si lascia influenzare dai dolori, dalle sconfitte e dalle paure. E nemmeno dall’esaltazione dei successi. E’ la capacità di dialogare, di ascoltare e percepire la non separazione, dentro di noi tra le varie parti in commedia – intendo il corpo, la mente e il cuore – e con l’esterno. Spiritualità è comprendere, sorridere, e surfare fiduciosi sulle onde delle possibilità date dall’interconnessione con tutti i fenomeni. E’ quello che personalmente ho scelto abbracciando il Buddismo, da quasi vent’anni.
Quanto l’ascolto e la percezione di sé aiutano la ricerca dell’armonia?
Sempre. In maniera assoluta. Ricercare l’armonia è mettersi a ritmo con l’universo.
Sei diventata istruttrice di Pilates (www.facebook.com/pilatesfattobene). Come ti sei avvicinata a questa disciplina?
Mi piace di più insegnante. Come spiega bene Massimo Recalcati, dobbiamo costruire un’erotica dell’insegnamento, in quell’ora di lezione… E’ un termine più tondo, dove trovi il senso della condivisione di una ricerca. Pratico Pilates, questa meravigliosa disciplina, perfetta sintesi di allenamento mente-corpo, da circa quindici anni. E’ stata il mio nutrimento, la costante di passione/ossessione in questo lungo lasso di tempo. Venivo dallo Yoga Lyengar e prima ancora dalla danza. Ma non lo raccontavo, perché rappresentava l’altra mia benzina, oltre la pratica buddista, per sostenere le mie giornate. Pratica di meditazione la mattina, prima delle dirette radio di Nudo e Crudo, negli anni in cui ho firmato e condotto questa trasmissione quotidiana per RadioRai; poi sessione di Pilates a metà giornata, prima di mettermi a scrivere la puntata del giorno dopo. Così per molti anni: mi ha sempre accompagnato e sostenuto nella mia professione per affrontare le dirette quotidiane alla radio o in televisione, per recuperare le nottate trascorse in saletta montaggio, le ore al computer per scrivere testi, articoli o a correggere le bozze dei miei libri. A un certo punto, grazie alla vita e alle difficoltà che ti mette di fronte, ne ho scoperto un altro aspetto fondamentale. Proteggere la mia schiena nel lungo periodo di malattia della mia dolce mamma, che con i suoi dodici ictus a cadenza mensile nell’ultimo anno di vita, andava sollevata. E allora, già che il programma radio era stato chiuso, la sessione di Pilates è stata spostata alle sette di mattina, per costruire una Power House d’acciaio. Dopo andavo da lei, e tutti mi domandavano… Ma come fai? Faccio, e faccio pure con un sorriso. Ho scritto anche qualche pagina esilarante su quel periodo. Del resto, è noto a tutte le cinquantenni che in Italia il Welfare familiare è affidato unicamente alla forza silenziosa delle donne. Madri, figlie, nonne sorelle. Sono la figura non retribuita su cui si poggia l’intera organizzazione sociale. Vieppiù, in presenza di disabilità.
Alcuni tendono ad identificare yoga e Pilates: quali sono le differenze?
Joseph Pilates ha “rubato” molto, nella messa a punto del metodo, allo Yoga. In particolare alla scuola Lyengar. Ma poi ha sviluppato una disciplina più evoluta. Come ti ho già detto, anche io provengo dallo yoga. Ma il Pilates, da quando l’ho scoperto, mi ha convinto in toto. È stata una folgorazione grazie a Danielle, la mia prima, severissima maestra americana… Grazie a Gianpiero, meraviglioso maestro sardo tosto e rigoroso, con cui ho fatto tutto il percorso di formazione per poter insegnare, o Sara, nordica con impostazione autroungarica, pozzo di conoscenza fisiologica, cui ricorro ogni volta per qualche dubbio… Possiamo definire il Pilates un’evoluzione consapevole e moderna. Una sintesi perfetta di scienza e conoscenza antica e contemporanea. Applicata allo stile di vita occidentale. Respirazione, controllo, concentrazione sono principi comuni. Ma l’esecuzione precisa, fluida, posturalmente rispettosa delle caratteristiche della vita nel nostro secolo, sono proprie del Pilates. Si affrontano, con questo metodo, anche patologie importanti. Ne ho fatto e sto facendo esperienza diretta con alcuni miei allievi. Come pure disturbi legati a momenti particolari della vita. Penso alla gravidanza, al post parto o alla menopausa. Affrontati con lezioni mirate e specifiche possono trovare grande beneficio.
Come può una tale disciplina aiutare a ritrovare e mantenere l’armonia?
Con costanza, e fiducia. Imparare ad ascoltare i segnali del corpo è un punto cruciale… Scegliere quali muscoli usare, ed economizzare energia nel gesto e nell’azione quotidiana contribuisce, oltre a prevenire infortuni, ad aumentare la nostra fiducia in noi stessi e migliorare la relazione con l’ambiente. Una mia splendida allieva, qui in Maremma dove mi trovo per insegnare, per tutta l’estate, proprio ieri mi diceva “Lo sai, Giulia, che da quando ho intensificato le mie lezioni con te, la mattina nel letto, ancora in dormiveglia, cerco gli allineamenti del corpo.” Ecco. Questa è l’armonia.
Dati alla mano dimostrano che Pilates attragga maggiormente il pubblico femminile, ma sulla base della tua esperienza la ricerca dell’armonia è una prerogativa maschile o femminile?
E’ un falso mito. Si crede che il Pilates sia un allenamento da donnette fragili. Ricordo ancora un trentenne, che si pompava convinto in sala pesi. L’avevo invitato ad unirsi a un mio gruppo, facevamo lezione al di là di una vetrata. Risposta: “Ma sei matta? Io mica riuscirei a fare le cose che proponi ai tuoi allievi!!!”. L’ho amato. Per l’onestà intellettuale.
Marco Aurelio affermò: Chi vive in armonia con se stesso vive in armonia con l’universo. Quanto credi che ciò sia vero?
Al cento per cento. Non possiamo cambiare nulla, se non cambiamo prima noi. Prima diventi felice, dopo realizzi. È un imperativo. E, soprattutto, funziona così.