Riflettere su noi stesse al Pontremoli Foto Festival 2018.”L’universo femminile dietro l’obiettivo”.
Se amate la Fotografia non esposta solo in monografie vip di grande richiamo per eventi per lo piu’ turistici ma quella intensa, mostrata in un progetto collettivo che questo intento di pensiero collettivo e di riflessione comune porti avanti, non potete mancare l’appuntamento del Pontremoli Photo Festival 2018.
Progetto giovane che ha raggiunto velocemente un livello di intensita’ espositiva e di scelte artistiche importante. Progetto quest’anno dedicato a”L’universo femminile dietro l’obiettivo” e con la presenza di 11 grandi fotografe in mostra , piu’ una serie di workshop ed eventi collaterali .
Il tutto in un luogo , il centro storico della bella Pontremoli in Lunigiana, che da solo meriterebbe il viaggio tanto gia’ storia, bellezza e meraviglia del paesaggio naturale gli hanno reso omaggio.
Undici fotografe : Giuliana Traverso, Antonella Monzoni, Stefania Adami, Carla Iacono, Marina Alessi, Malena Mazza, Laura Liverani, Federica Sasso, Elisa Paolucci Giannettoni e Sandra Lazzarini con Anna Voig protagoniste , quindi, del progetto curato da Lunicafoto . “L’universo femminile dietro l’obiettivo”,dice giustamente il titolo della rassegna.. non un’arte di genere , ( alla quale io personalmente non credo),ma un sentire al “femminile” dietro l’obiettivo.
Quella particolare capacita’ di descrivere la vita , il quotidiano,il senso del Tempo che passa mettendosi in relazione col mondo che ci circonda,con il farsi domande,cercare risposte e chiedersi il senso profondo di quello che accade. Che ci accade. Quel qualcosa di profondamente “femminile”che scava dentro e non ha paura di trovarvi oscurita’,quel sentire che non si nega alle risposte che cerca.
Accade cosi che questa edizione diventi ,per questo sguardo femminile dietro l’obiettivo ,una sorta di seduta psicanalitica e di riconoscimento ,un percorso intimo.
Lo e’ di fronte ai ritratti bellissimi e solo apparentemente silenziosi di Carla Iacono, al senso di antico che trasmettono insieme ad una modernissima potente inquietudine. Alla ricerca che Carla fa del momento di “passaggio”, dalla adolescenza all’essere donna, cercandolo nei ritratti in cui la protagonista e’ quasi sempre sua figlia e il Tempo ,il senso del Tempo che passa scorre nelle domande e nello sguardo che proprio quelle immagini rimandano ogni volta diverse, perche’ e’ il Tempo stesso che scorre le cambia.
Ccosi’ come intime e al femminile sono le foto di“ Untouchable” di Malena Mazza.
Progetto in cui scorrono gli sguardi di donne ferite dalla violenza maschile ma in una chiave di rinascita e di cui l’Artista scrive nel raccontarlo : “Da sempre evito di parlare del male perché sparisca, perché si annulli, ma così non è. L’ignoranza, il potere e la brutalità si mostrano attraverso la violenza gratuita contro la diversità, la fragilità, il sentimento. La violenza del maschio sulla femmina come espressione esemplare più bassa e vile di violenza. Chi subisce violenza è segnato anche nell’anima e quelle ferite vorrei mostrare. Ferite profonde che condizionano le vite di molti e per sempre. Mostro anime ferite non come trofeo vittorioso della violenza, ma come testimonianza indelebile di rinascita”. Sguardo intimo che prosegue con le opere di Elisa Paolucci Giannettoni e la sua “ VALIGIA DEL TEMPO”. Raccolta di autoscatti anch’esso come sorta di terapia perche’ ,racconta: “La vita è movimento, il tempo è movimento, l’umore è in movimento. Nulla è fermo, tutto è in divenire. Ho l’ossessione del tempo che passa, di non ricordare le emozioni provate per le cose che ho vissuto, sognato, voluto. Mi racconto, mi osservo, mi amo, mi odio, rido, piango, mi prendo in giro, insomma “mi vivo”.
In mostra anche Federica Sasso e il racconto dell’incontro con la storia di Chiara (Sick Sad Blue sui social ) e la sua storia di anoressia , del loro rapporto . Ma ,e certamente ,senza niente togliere ai validissimi progetti di tutte le artiste presenti che vi invito a vedere , quello piu’ intenso e che rimane nel cuore per il coraggio del racconto ,l’ impatto introspettivo e la linea narrativa e’ ,a mio parere, quello di Stefania Adami e il suo “ La morte si sconta vivendo”.
Lavoro autobiografico che, partendo dalla citazione di Ungaretti ,racconta in quattordici immagini un giorno apparentemente normale .Un giorno in cui qualcosa di inceppa e il corpo scopre qualcosa che non va.
Racconto per immagini foto in bianco e nero di stupore, rabbia, ricerca della soluzione.
Racconto di paura ma anche della forza di ricominciare .
Mostrandolo nel un letto disfatto di una mattina normale, in una foto che sembra un redivivo urlo di Munch o in un’altra di fronte ad uno specchio cercando di ritrovarsi in una nuova bellezza.
Insomma, un percorso forte che fa coincidere narrazione autobiografica potente, capacita’ di saperlo fare con la sapienza e la sensibilita’ del’arte della fotografia.
Insomma anche di altri momenti di questo Photo Festival si potrebbe raccontare ma,la cosa migliore, e’ andare a Pontremoli a vederlo. Per gustarne la sensibilita’ di impostazione e aggiungervi un fine settimana fra bellezza, cucina dei luoghi fatta di ricordi e storia (che e’ anch’essa cultura) e amore per quella magica espressione della Vita che e’ la fotografia.
Specchio di noi stessi ma anche molto ,molto di piu’.
Strumento incredibile di rivelazione ,quando accade ,come nel Pontremoli Foto Festival ,che si riesca a mettere in mostra .
Strumento principe dell’Arte che, vissuto in questa dimensione, va oltre cio’ crediamo di sapere di noi stessi, raccontandoci cose che ancora non sappiamo.
E questo, quando accad , è magia.