Tra oggi e domani inizia l’autunno e Autunno ai Bagni Misteriosi è la nuova stagione che Andrée Ruth Shammah, grande animatrice della vita culturale milanese, ha inaugurato da pochi giorni presso i suoi “Bagni misteriosi”.
E se qualcosa inizia, qualcosa altrettanto certamente finisce: come dice questa famosa e antica “canzone” Ma fin est mon commencement di Machaut (1330 – 1377), eseguita da Lumina Vocal Ensemble, diretto da Anna Pope, che vorrei dedicare a un’altra grande donna della scena culturale milanese, Inge Feltrinelli, da poco scomparsa.
A beneficio dei/delle non milanesi diremo anzitutto che i Bagni Misteriosi sono un angolo pazzesco di Milano, in cui ci si può immergere in una paradisiaca azzurrescente piscina, proprio sotto a una enorme scritta che grida “Teatro”, circondata da graziose rose (di stoffa, perché, si sa, finto e vero in un teatro non hanno confini netti), dove ci si può bagnare fino al 14 ottobre (10:00 – 18:00, e alle 18:30 è l’ora degli aperitivi). Sì, avete letto bene, 14 ottobre, così tanto fuori (dal) tempo…
Domenica 23 settembre – da un’idea di Giorgio Melazzi – è dedicata agli incipit dei nostri romanzi preferiti, che saranno protagonisti di un evento aperto a tutti, con “ingresso cortesia” e la partecipazione di importanti e brillanti ospiti. Tutte/i voi potrete leggere l’inizio del vostro libro del cuore fra luci tremolanti che si riflettono nell’acqua e abbondante distribuzione di chicchi d’uva, a rappresentare la dorata stagione in cui da oggi c’inoltriamo.
Alla dolce stagione dei frutti abbondanti si fa festa con la danza (il 13 ottobre Nine bells di Valerio Longo e Tom Johnson, percussionista Simone Beneventi), il cinema (imperdibile il documentario Icaros: A Vision con l’attore Filippo Timi, psicoviaggio a base di Ayahuasca, pianta madre dello sciamanesimo della selva amazzonica peruviana), la musica (il concerto galleggiante TranceParenti di Lanark Artefax, accidenti, c’è già stato, ma parteciperemo al festival Terraforma del prossimo anno a Villa Arconati, organizzato da Ruggero Pietromarchi), la filosofia (il cafè philosofique, non una soporifera lezione, ci promettono, ma un’occasione di dialogo) e la poesia (vi raccomando, il 24 la mia amatissima Vivian Lamarque e l’8 ottobre Anna Maria Carpi), ma anche laboratori e discipline olistiche.
Starete pensando: e quindi? Di eventi inter artes – come direbbero le mie care colleghe di Palermo – in cui si ritrovano più discipline artistiche è pieno il mondo culturale contemporaneo. Oggidì non c’è evento, dal più ponderoso festival alla più sana sagra di paese, in cui non si accostino gli stimoli eterogenei di un menù onnivoro e ubiquo, di-tutto-un-po’ o di-tutto-di-più, secondo un famoso slogan. Anche in questo caso le letture di autrici nordiche s’imbattono nella musica indiana, le piante aromatiche si mischiano con la Dance Meditation, e i dolci d’aspOrto per i più piccoli sono insieme alla “Parata bizzarra”, che parte alle 16 da Porta Romana mercoledì 26 settembre, con il coinvolgimento dei giovani della banda ANBIMA Milano e nel finale la proclamazione del vincitore della prima edizione del premio “Il matto dell’anno”. Fantasia di bande e majorette incontrano la parola preziosa del filosofo Salvatore Natoli e l’attività di Onlus e Fondazioni che si occupano di persone con disagio psichico. Più eclettico di così…
Eppure partecipare alla stagione autunnale dei Bagni Misteriosi è gustare la densità e l’efficacia di un racconto forte, polistratificato e, nelle intenzioni di Andrée Ruth e dei suoi artisti, è coinvolgimento in un gioco interpretativo che affascina per il suo sconfinamento tra corpo e mente: tutto ciò che morbidamente finisce riacquista vigore e splendore in quanto inizio di una vita nuova, per la quale è richiesto di liberarsi da vecchie scorie e veleni e inquinamenti fisici e mentali, per aprirsi alla consapevolezza di chi veramente siamo e al senso profondo della nostra vita individuale. L’autunno è insieme fine e inizio, rigenerazione e ritorno alle origini, riemersione lustrale di vitale freschezza e ritorno alle autentiche fonti del sé. Si tratta, quindi, di una ricerca personale, identitaria, tendenzialmente solitaria? No davvero. Per Andrée Ruth Shammah legarsi d’amore a un luogo e ai suoi “spiritelli” – un teatro o i suoi Bagni Misteriosi – apparentemente out nell’universo sfuggente, accelerato e perennemente rifratto in cui viviamo, che si esprime nella cultura della diffusione policentrica degli eventi, alla Bookcity, per intenderci – di cui siamo contente, è ovvio, e a cui partecipa anche il Teatro Parenti – è un’autentica omeopatica contromisura al caos e alla frammentazione contemporanea. Ritrovare unità in sé e con gli altri nel tentativo di raccontare l’anima di un luogo è una forma di amore e di ricerca della qualità e della bellezza che curano la Vita. Sintonizzarsi sul “modo in cui un luogo parla” e NON su un presunto centro che si rifrange in mille rivoli… beh, si sente che è diverso. Radicarsi e amare un luogo, di cui ci si prende cura, è fondamento di una costruzione comunitaria. Di contro alla dispersione e disconnessione dei nostri tempi in un luogo magico e utopico come i Bagni Misteriosi, sognati dalla fantasia e dalla saggezza di una grande maestra e ispiratrice di teatro e di vita come Andrée Ruth Shammah, si gioca a rimettere insieme i pezzi, tutti i pezzi, e a stare insieme. Io ci sto. E voi?
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