Solo tre difetti, minimi, per una lettura che vi farà ansimare sul serio.
Frenetico, rocambolesco, anti-quiete. Energico, troppo, come la vita.
Esattamente come la vita.
Il primo difetto: il titolo, troppo comune e ambiguo; un romanzo così particolare rischia di confondersi con la melma di narrazionciucole commerciali.
Il secondo difetto: il finale. Dopo un viaggio così accelerato si poteva anche spezzare e lanciare il freno, non tirarlo. Grazia, che fai? ci abitui a non respirare e poi ci piazzi a pane e ossigeno?
Il terzo difetto: la forma è perfetta ma avrei adorato una sperimentazione procace, un uso verace e più inappropriato, meno canonico, più senza controllo.
Tre difetti perdonabilissimi per un romanzo che mi ha scelta come lettrice.
La vostra vita, il vostro modo di viverla non sarà mai più lo stesso.
Tantissimi dolori, ma per vivere occorre lasciarli putrefare, tagliarli e continuare il viaggio senza di loro.
La protagonista è una orfanella, e, senza madre, si sa, si è invalidi.
Ci si appoggia a bastoni di passaggio che poi, puntualmente si spezzano e ti lascio invalida e più idiota.
Bastoni: un padre che solo in apparenza è un punto di riferimento, è in realtà un traditore, un vile, un uomo debole; un migliore amico che rappresenta una roccia ma che si sgretolerà “punito” da una brutta malattia ed una atroce morte; una zia neanche lei perfetta.
Tutti tradiscono alle spalle, proprio quando ti rilassi.
Forse te lo meriti davvero, perché anche tu sei stata egoista, volevi qualcuno con cui crescere, hai fatto le scelte sbagliate.
Se soffri è perché hai fatto soffrire.
Voto: 9.