L’olfatto – ricercatori ed esperti hanno dimostrato il ruolo degli odori nel plasmare le qualità emotive negli spazi in cui viviamo.
Si è da poco conclusa a Bologna la decima edizione del Festival dell’olfatto dove ricercatori ed esperti hanno dimostrato il ruolo degli odori nel plasmare le qualità emotive negli spazi in cui viviamo.
Credo sia consuetudine circondarsi, per quanto possibile, da profumi amici e rilassanti, nonché capaci di rendere migliori le nostre giornate. Effettivamente tutti noi abbiamo una memoria degli odori. Ricordo durante la mia infanzia quando la pausa pranzo non era uno spuntino al bar, ma per la maggior parte delle persone si trasformava in un ritorno a casa e la famiglia aveva il tempo di un pasto completo cucinato con l’amore per la buona tavola. L’odore prevalente era il sugo di pomodoro dove non mancava un profumatissimo soffritto di cipolla, la ricetta tipica del condimento della pasta invadeva le vie della città e tornando a casa, o semplicemente mentre si aspettava la cottura della pasta, l’olfatto pregustava con grande intensità ciò che a breve le papille avrebbero assaporato. Un concerto di aromi, di condivisione, di vicinanza che la tavola sapeva creare. Oggi che il soffritto non ce lo possiamo permettere tutti i giorni per non dare troppo spazio al colesterolo, possiamo annusare il ricordo, avvolgerci in un passato da rievocare ogni volta lo desideriamo. È sufficiente avvertire, con le narici in allerta per l’appetito dell’ora che precede il pranzo, quell’aroma inconfondibile per ritornare con la velocità di un secondo al mondo perduto che però ci è rimasto dentro: un po’ come accadeva al grande scrittore Marcel Prust che ricordava con nostalgia le madèleine, i dolcetti della sua infanzia, così noi possiamo rimembrare grazie al profumo di un piatto del nostro passato. Rievocando quel tempo lo riportiamo al presente e così non è mai, grazie anche al profumo, un tempo perduto.
Quanto ci rende felici il ricordo? La felicità può arrivare dall’olfatto, come hanno scoperto oltre dieci anni fa i ricercatori dell’università di Cardiff in Inghilterra; gli studiosi hanno dimostrato che alcune reazioni agli odori sono innate, per esempio le fragranze dolci e muschiate potrebbero evocarci il profumo del latte materno e quindi renderci felici. Gli studi potrebbero portare gli scienziati ad aggregare una serie di odori e profumi capaci di evocarci la felicità. Ma, a mio parere, la felicità è soggettiva, ognuno la trova a seconda di gusti, vissuto, componente innata e tante altre variabili: l’aroma che rende felice una persona non può essere in grado di procurare la stesso stato in un’altra perché noi siamo anche i nostri ricordi. Anche se non mangiamo più quel piatto dell’infanzia, possiamo essere felici al suo ricordo e forse è meglio così perché quel determinato aroma non siamo più in grado di riprodurlo perché non esistono più le condizione e soprattutto non esiste più quel bambino che lo aveva annusato.