Se dovessi avere il privilegio di morire in tardissima età lo farò serenamente anche grazie ad Oriana.
Se mi dovesse colpire la disgrazia di ospitare un alieno, come lei chiamava il suo cancro, forse avrò meno paura.
Con il cancro ai polmoni, questa splendida donna, sotto la pioggia si cimentava ad apporre la bandiera americana sul suo balcone per ricordare i Delta Force e la loro santa liberazione di tre ostaggi italiani e uno polacco.
Una vita in politica, a fianco del socialismo, per avere giustizia sociale, per distruggere l’Eurabia e i potenti cattivi della terra.
No, lei del cancro non aveva paura, semmai il contrario.
Non aveva neanche paura del leone in pianta stabile a casa dell’imperatore di Etiopia: quando lei partì con la solita domanda scomoda sulla paura della morte, quel potente la mandò via e lei fu costretta ad accarezzare l’enorme animale per superare il cancello di uscita.
Che paura può mai avere una donna cosi. Eh, Oriana, lo so che mi stai leggendo ricongiunta alla tua sigaretta, e so che mi stai sgridando perché, da formica quale sono, ti ho additata sempre come nevrotica.
Ma che nevrotica! Magari fossero tutti come te, contro il potere, Annan, i tagliatori di teste, l’immigrazione sregolata su cui tutti parlano, e l’incoerenza! Sì l’incoerenza su cui tu SEI intransigente, hai scritto che un un uomo di destra non può sorridere in foto e fare colazione con uno di sinistra.
Saranno sempre rivali perché la politica è lotta seria, non compromesso, ma strenua fedeltà ai propri ideali.
Oriana ma quanto sei attuale? E, al di là di questa tua autointervista, se te lo dovessi chiedere, tu di questa “capitana” che ne pensi?
Percepisco il tuo nervosismo in crescendo, scusami, ti faccio riposare in pace.
E ti ringrazio perché il coraggio che hai tu è un po’ sotto il livello di Dio.
Ma poco poco.
Voto 10 e lode ed anche questo sarà tra i libri più belli letti in questo 2019.