Appena terminato questo piccolo romanzo angosciante. Ma non troppo.
Angosciante ma non troppo. Si tratta di una ricerca asfissiante per colmare la solitudine. Solitudine che da da terreno di coltura per la follia.
Scritto usando delle parole attinte da un cesto di termini speciali, si legge, e si ha paura.
Una vita allo sbando.
Le classiche demoniache conseguenze della mancanza d’affetto.
La tendenza a vendersi, a sabotarsi, a mettersi in pericolo.
L’orgasmo feroce di vedersi ad un passo dalla morte con la bocca turata per non poter chiedere aiuto.
Quella sanguinosa pulsione a porsi nel tedio, nella sofferenza.
Il piacere di infliggere dolore, di mettersi in condizione da non poter risalire neanche volendo.
Voto 9.