Donne si nasce assertive si diventa
Sentiamoci ” rispettate”,nelle piccole o grandi cose.
Scena: Passeggiata serale estiva con amiche. Una strada di un bel borgo antico, banchi di cose vintage e negozi aperti con i saldi . E’ tardi ma decido di entrare in uno di questi per comprare uno di quegli orologi colorati che tanto mi piacciono. Prendo, incarto e , continuando senza piu’ pensarci la serata con le amiche ,porto a casa il pacchetto.
La mattina dopo mi torna in mente l’acquisto della sera prima e scarto il pacchetto per guardarmi contenta il piccolo orologio colorato . Faccio per togliere la velina adesiva che copre il quadrante e questa, con mia sorpresa, si porta via tutto il vetro lasciando il quadrante scoperto. Ok, puo’ capitare.
Rimetto tutto a posto confidando di tornare prima possibile a farmelo cambiare.
Insomma, per farvela breve, il giorno dopo torno in quel negozio. La commessa gentilissima guarda cosa e’ accaduto e mi dice “Signora, questo bisogna mandarlo alla casa madre. Devono vedere che e’ successo e poi, nel caso ma non so ora cosa dirle , glielo sostituiranno loro perche’ noi come negozio non possiamo”.
“Non possiamo?” ascolto rimanendo come si dice, basita.
Come “non possiamo “ ?Dico alla serafica impiegata , questo risuonandomi immediatamente come una offesa alla mia intelligenza residua nonostante il caldo agostano .
Ho comprato una cosa, torno a casa , questa risulta danneggiata senza neanche io l’abbia neanche usata e , ora,dovrei aspettare il placet alla sostituzione della ditta che me l’ha venduta ,forse e per chissa’ quanto ?
Serafica ma irremovibile rispondo immediatamente che ritengo tutto questo profondamente ingiusto nonchè lesivo del mio diritto di consumatrice e che pretendo di parlare con una responsabile del negozio dato che la commessa, ovviamente, si difende dietro a consegne in merito ricevute “dall’alto”.
Diciamo che il mio verbale e non verbale e’ decisamente congruente con il mio pensiero per cui, come si dice, non mi schiodo gentilemente da quanto detto in merito al mio diritto di sostituzione di una cosa (non importa il valore che e’ decisamente esiguo) acquistata danneggiata senza che me ne accorgessi.
Iniziano ,quindi, telefonate della suddetta commessa con responsabili di vario grado .
Bene ,per chiudere questa scena e spiegarvi il perche’ ve la stia narrando, sappiate che la responsabile dell’universo mondo di quella ditta con la quale ero dispostissima a parlare non mi e’ stata mai passata ma l’orologio alla fine mi e’ stato sostituito .
Questo mentre la commessa diceva :“Ok per questa volta facciamo una eccezione “ e io sostenevo che eccezione non fosse e non dovesse essere dato che rientrava pienamente nel mio diritto la sostituzione .
Perche’ raccontare questa piccola cosa? Ecco, magari a molte di voi sembrera’ normale e sarebbe stata la vostra reazione comunque. Per me no, per me tutto questo,abituata ad essere da sempre ligia,rispettosa degli altri piu’ che di me stessa e spesso con una educazione impartita che fraintendeva la disponibilita’ verso tutti anche oltre i miei desiderata personali, e’ frutto di un percorso importante .
Questa apparente “piccola cosa”.
Frutto di aver imparato a non subire ingiustizie, né piccole né grandi.
Frutto di aver imparato a non tenersi dentro quel qualcosa che poi corrode perche’ “avremmo voluto dirlo, o farlo diversamente ” che tante volte capita e che ,esprimendolo, ci avrebbe fatto sentire meglio.
Sentendoci ” rispettate”,nelle piccole o grandi cose.
Certo, non sempre ci si riesce ma troppo spesso, soprattutto noi donne, ci fregano con la scusa dell’autorita’ superiore, del rispetto dei ruoli, di norme che qualcuno spera neanche piu’ si indaghi se sono giuste o vere tanto ci vengono propinate come ovvie e plausibili.
Allora,imparare dalle piccole cose, piccole palestre di vita , serve a farci trovare quella “assertivita” di cui tanto parliamo come prima dote per stare bene con noi stesse ,il rispettare i nostri bisogni e quello che vogliamo sia meglio per noi.
Non era il cambio dell’orologio” in se’ che a me interessava in quel momento, anche se ovviamente ero li’ per quello. A me interessava non farmi ingabbiare da qualcosa di assurdo, incomprensibile e lesivo della mia intelligenza e del mio sentire.
Piccole cose certo, palestra per quelle”grandi”. Grandi davvero che poi incidono sulla nostra Vita, sullle nostre scelte. Qualcosa che arriva poi a far riflettere sul nostro rapporto con il “potere“,di qualunque natura sia..
e qui il discorso si allargherebbe a dismisura come ben immaginiamo e, soprattutto, viviamo noi donne da millenni.
Facciamoci caso quindi, anche alle piccole. Facciamoci caso, abituandoci ad esprimerci al meglio, abituandoci anche a dissentire con gentile ma ferma , decisa autorevolezza .
Ci si sente meglio , dopo.
E serve…Dio solo, o chi per lui , lo sa quanto serve ragazze…
#donnesinasceassertivesidiventa