Spunti di riflessione sulla condizione femminile e maschile attraverso personaggi e personagge della musica e dell’arte. Salomè
Ancora un film, di una regista tedesca, Cordula Kablitz-Post su Lou von Salomé, fine e originale intellettuale, uscito da noi il 26 settembre. Ci accorgiamo sin dal manifesto che il bellissimo volto dell’attrice che la rappresenta è sovrastato, in alto a sinistra, dai nomi dei più famosi uomini che l’amarono. Niente di strano, purtroppo. È una delle narrazioni più comuni e inveterate, uno degli stereotipi più resistenti: la Seduttrice e le sue prede.
Delle sue particolari idee, del tutto peculiari e affascinanti, nulla; del suo femminismo, non certo da suffragetta, due fugaci scene, insignificanti, tanto per lavarsi la coscienza. Nessun personaggio femminile significativo, quasi nessun dialogo fra donne, se si eccettua quello con la figliastra, che naturalmente verte sul rapporto con il marito-padre. Salomé appare riconosciuta solo come psicanalista, ma in rapporto con un Freud che, naturalmente, la sovrasta nel ruolo di mentore e terapeuta. Tutta la storia della sua vita, imperniata sui flashback, è narrata in un’ottica vetero-psicanalitica. Per il resto, infinite sequenze di febbrili assalti di uomini, celebri innamorati, stregati dalla maliarda. Bah… eppure parliamo dell’opera di una regista cinquantacinquenne.
Certo, da sempre leggiamo su rotocalchi e riviste femminili, scritti per lo più da donne, che gli affari di cuore nella vita di una donna sono tutto. A proposito ieri, sabato 28 settembre, è uscito il nuovo inserto femminile di Repubblica. Proporrà alle giovani donne un mondo meno maschio-sentimental-intimistico-centrico? Speriamo. Ci consoliamo con il progetto di Serena Dandini. Della sua Città delle donne, a Firenze dal 4 al 6 ottobre, saranno protagoniste scienziate, amministratrici, attiviste, artiste, comiche. Un po’ d’aria fresca, ci voleva!