Un anno è il periodo della pienezza, in un anno accadono tante cose e in un anno abbiamo fatto crescere Donne in dialogo.
Caterina Della Torre ed io abbiamo ideato lo spazio di dialogo dapprima lasciando libertà assoluta, la sperimentazione è alla base del progetto, poi dando un tema e infine abbiamo messo in scena il dialogo con l’aiuto dell’amico filosofo Max Bonfanti. Il 5 dicembre l’incontro si è svolto in quattro parti scandite da quattro sketch tratte dal format filosofico cabarettistico su testi di Bonfanti. Il tema dell’incontro è stata La ricerca della parità perduta raccontata da Caterina che ha testimoniato la sua ventennale esperienza con Dol’s magazine.
Maschi e femmine: siamo nati allo stesso modo ma poi ci siamo resi conto di essere diversi, formati dalla stessa sostanza materiale, ma con diverso modo di pensare. È quello il bello dell’essere diversi ed è da questa differenza che nasce il bisogno di un dialogo: se la pensassimo allo stesso modo oltre ad essere una noia mortale, il mondo non sarebbe un luogo così difficile per le donne. Ci sono uomini straordinari e da sempre suggerisco di confrontarci a partire da loro, lo suggerisco anche ne Il giardino delle mele, mio libretto contro la violenza dì genere.
Violenza, un termine che abbiamo messo in scena con il primo dialogo cabarettistico filosofico da cui è nata la certezza che la violenza è un problema globale capace di colpire tutte gli esseri più fragili. Il secondo sketch ha messo in scena la presunta disparità culturale, le donne sarebbero meno capaci di pensare e di possedere grandi idee, in realtà è uno stereotipo che ci tiriamo dietro ancora senza reagire a sufficienza; anche se tante donne hanno raggiunto obiettivi di alto livello in tutte le discipline, ci sarebbero ancora materie tipo la matematica, a detta di molti, non adatte alla mente femminile. Con il terzo intervento dialogico abbiamo dialogato sulla disparità sociale ironizzando sulla tematica hegeliana della dinamica servo-padrone: con l’autocoscienza il servo potrà a sua volta diventare padrone. Sarà possibile? Infine il quarto sketch ci ha catapultati da un lontano passato di 2500 anni a. C. ad un presente e futuro che ci attende che ci ha già dato un po’ di quella agognata parità radicata nei desideri femminili e riconosciuta da uomini illuminati, ma non ancora raggiunta pienamente.
Il dialogo, ne abbiamo dette e sentite tante, ma una cosa è certa, ieri mi è nata una consapevolezza concreta, esso è un luogo di intersezione tra le “mie idee e le tue”, idee diverse che possono trovare un luogo di incontro e accettazione dopo un lungo e paziente lavoro di messa in discussione come ci ha insegnato l’agorà di Socrate. Certo ci vuole impegno, lavoro e nonviolenza.
Ieri erano presenti alcuni giovani e ciò ci deve far riflettere sul bisogno di dialogare fin dalla più tenera età.
Dove ci porterà Donne in dialogo? Non lo possiamo prevedere, ma una cosa la conosciamo già: non ci fermeremo qui.
Un anno di donne e dialogo