L’organizzazione italiana Toponomastica femminile è la vincitrice del Premio CESE della società civile 2019 per la parità di genere e di D alla Fondazione Feltrinelli di Milano
Conosciamo da alcui anni Toponomastica femminile e ne avete letto anche in queste pagine nell’apposita rubrica ”Vie e disparità”. La sua fondatrice MariaPia Ercolini ne ha fatto una rete grandissima di associate e simpatizzanti. Tanto è vero che si sono allargate sempre più fino ad ottenere successi istituzionali e culturali inaspettati.
E negli scorsi giorni hanno vinto due premi: il primo europeo assegnato dal CESE (Comitato economico e sociale europeo) ed il secondo italiano da D di Republica per le premiazione della donna dell’anno per la Parità : (Prima classificata la pallavolista Paola Egonu, azzurra in campo con il Conegliano. Seconda e terza sono Donatella Bianchi (WWF e Parco delle 5 Terre) e Anna Fasano (Banca Etica). Premiate dagli sponsor Filomena Ferrara (CSR Leader IBM Italia, Direttore Fondazione IBM & Master), Maria Pia Ercolini, docente e responsabile di progetti educativi, e, ancora, Anna Fasano.)
Quindi un risultato di tutto rispetto per un’associazione nata solo 8 anni fa come gruppo di Facebook.
Abbiamo voluto intervistare Maria Pia Ercolini.
Come è nata l’idea di partecipare al bando Cese ?
Mi è stato segnalato dalle associate di Noto. In un primo momenti non me ne ero interessata perchè avevo altre attività da finalizzare urgentemente. Poi una volta che l’ho preso in mano mi sono detta che era un PREMIO cese 2019 proprio per toponomastica femminile. E l’ho compilato. Spesso quando rispondi ai bandi resta qualche perplessità sulla rispondenza ai requisiti. Di questo avevo l’idea che fosse uscito proprio per noi. Mentre lo compilavo pensavo che quello che chiedevano era esattamente quello che noi facevamo, cucito esattamente per noi.
Ve lo meritate: da quanti anni esiste il gruppo e quindi l’associazione?
Il gruppo è nato 8 anni fa su Facebook e poi è andato per la sua strada con facilità, grazie a tutte le scuole ed insegnanti che ci hanno seguito. Io precedentemente non mi occupavo di toponomastica ma solo di percorsi di genere. Successivamente ho preferito seguire la strada di toponomasta
Chi erano le altre partecipanti al premio?
Le polacche che parlavano dello sciopero delle donne, le bulgare degli stereotipi nelle favole ,i finlandesi (un uomo ed una donna) che stanno facendo dei corsi di programmazione per le donne (perchè finora è stata considerata un’arrività principalmente mschile), le belghe che si propongono di costituire un database di esperte.
Avete fatto esercizio linguistico quindi.
Sì saltando da una lingua all’altra. Ci siamo divertite molto ed è stata una bella iniziativa comunitaria. Abbiamo familiarizzato tra di noi e trovato punti di contatto reciproci.
Cosa ha ricevuto Toponomastica femminile oltre il premio?
Toponomastica femminile ha ricevuto una somma di 14 000 euro per il suo progetto pionieristico mirato a far conoscere meglio il contributo femminile alla società e alla storia, offrendo alle donne un riconoscimento pubblico che spesso non ottengono o che avrebbero dovuto avere già da tempo. Questo è l’ obiettivo da noi perseguito da tempo. L’associazione ritiene infatti che la toponomastica sia un buon indicatore del valore che una società assegna ai suoi membri.
Maria Pia Ercolini ha dichiarato infatti che ‘‘Le leggi sono utilissime a cambiare la società ma non bastano per modificare i comportamenti nel lungo periodo, se non si accompagnano anche a un cambiamento nell’immaginario delle persone. Bisogna rimuovere i pregiudizi. Ci rivolgiamo a tutta la cittadinanza perché l’errore di noi tutte è stato non essere stati in grado di portarci dietro i nostri compagni perché questa non è una battaglia femminista ma una battaglia di civiltà.”
Altri vincitrici del concorso:
- Il terzo vincitore della classifica è il progetto bulgaro Fairy Tales, curato dall’associazione NAIA, che si serve delle fiabe tradizionali per lottare contro gli stereotipi dei ruoli di genere instillati nei bambini e nelle bambine fin dai primi anni di vita, con l’effetto di plasmarne le menti e di limitarne scelte e opportunità in futuro.
- Il quarto classificato è il programma #mimmitkoodaa (Codice donne) promosso dall’associazione finlandese di software e e-business per sfatare il mito secondo cui tutti gli sviluppatori di software sono, per definizione, uomini. Il programma incoraggia le donne a cercare opportunità nell’industria dei software e a orientarsi verso lavori e percorsi professionali meglio retribuiti per il futuro.
- Il quinto progetto vincitore è The Brussels Binder, una banca dati belga con i nominativi di esperte di politiche. È gestita da un gruppo di volontari che chiedono che le donne siano meglio rappresentate nei dibattiti europei sui diversi ambiti strategici, garantendo così che le leggi e le politiche dell’UE tengano conto delle loro esigenze e opinioni. La banca dati punta a diventare una risorsa di riferimento per migliorare la diversità di genere in seno ai gruppi di esperti e nei media, a Bruxelles e in tutta l’EU.