Della violenza sulle donne se ne parla moltissimo, ma la violenza sembra non trovare fine.
Donne sottomesse, donne maltrattate, donne discriminate, donne che muoiono perché hanno deciso di non credere più nella relazione in cui avevano creduto. Nessuna donna è felice se un rapporto d’amore muore, è sempre un lutto chiudere una storia su cui si aveva creduto e si era investito tempo della propria vita. Sì, perché una relazione richiede tempo, dedizione, passione… e pazienza. Non è un gioco, ma una cosa molto seria. Eppure accade, accade di non amare più il proprio partner e di sentirsi schiacciate da una situazione in cui non ci si riconosce più, una relazione ormai incapace di gratificare, di accendere il desiderio, di far stare bene.
Naturalmente avviene anche nel sesso opposto, ma gli uomini reagiscono in modo meno deciso. Prima di confessare, di chiudere una storia, si trascinano il malcontento e difficilmente prendono una decisione. Le donne invece sanno dire “basta” guardando negli occhi il partner e da quel momento, se lui appartiene alla schiera degli incapaci di accettare la sconfitta, iniziano i guai; fortunatamente non sempre si finisce nel sangue ma pur sempre in una spirale di ricatti, minacce e ritorsioni.
Riflettendo su questo doloroso capitolo delle relazioni umane, mi sono chiesta come mai una canzone come “Ed io tra di voi” interpretata fin dagli anni ’60 da un magnifico Charles Aznavour non ci siamo accorti che è un modello. Eppure il cantante aveva tutte le caratteristiche per diventare un’icona maschile contro la violenza, nella sua lunga vita ricevette numerosi riconoscimenti anche perché si spese per il suo popolo, gli Armeni discriminati… un uomo di valore quindi. Forse dimentico che non fu il simbolo del machismo: basso di statura, magro, uno scricciolo, ma le sue qualità credo fossero sufficienti per andare oltre l’estetica che oggi tanto fa tendenza… E allora, come mai la sua nota canzone Ed io tra di voi non vien citata come insegnamento contro la violenza maschile? È la vicenda di un uomo ferito perché la sua lei senza alcuna barriera mostra interesse per un altro, un altro seduto al loro tavolo durante una serata al ristorante. “Lui di nascosto osserva te, tu sei nervosa vicino a me, lui accarezza lo sguardo tuo, tu ti abbandoni al gioco suo. Ed io tra di voi se non parlo mai ho visto già tutto quanto, ed io tra di voi capisco ormai la fine di tutto è qui”. Un passaggio fondamentale della canzone dove lui si rende conto di essere stato messo da parte definitivamente perché lei ha già scelto assecondando il corteggiamento esplicito di un altro uomo. Ma il lui abbandonato della canzone non va in escandescenze, non fa scenate, non minaccia, bensì “tu parli forte chissà perché, lui ti corteggia malgrado me, tu ridi troppo, hai scelto già. Ed io tra di voi se non parlo mai ho gonfio di pianto il cuore, ed io tra di voi da solo vedrò la pena che cresce in me”.
Questo uomo civile e nonviolento accetta il dolore e lo elaborerà in solitudine lasciando libera lei di seguire il nuovo amore. Chi ama davvero si comporta così.