Questo festival è l’Italia al tempo della Lega e del M5S, della crisi economica e del confine ristretto, ingrediente 100% italiano come olio biscotti grano riso burro e ogni maledetto ingrediente rigorosamente nostrano nella pubblicità. E le donne dove sono?
di Giuliana Cacciapuoti
Un fiume di parole scorre da giorni per Sanremo. Giornalista di chiara fama, opinionista di ogni rete tv, passante, utente, tifoserie, fans, edicolanti. Me Too! Anch’io. Il rimando al movimento in onore della dignità delle donne orienta e chiarisce il mio punto di osservazione: sguardo femminista.
Non ho visto la trasmissione, lunghissima, in orari notturni che non riesco proprio a frequentare da sveglia.
A un ascolto annebbiato dal sonno ho preferito la visione RaiPlay, Fiorello ce lo dice viva il canone se è per queste applicazioni utili.
La grandeur fa un po’ ridere, in realtà è tutto provinciale e internazionale da poverelli, mondovisone per dove spopolano gli albaniromine e ricchiepoveri : ebbene vi rispetto, ma non siete la top ten delle avanguardie artistiche e musicali del pianeta.
Resto nel tema, ci sono le donne? No, ci sono le fidanzate le mogli e le madri le nonne e le zie di successo che non hanno mai detto un no, ma sempre graziosi sì, evitato polemiche e portato a casa compitini da diligenti allieve, attente a parlare quando interrogate e se zittite, a non riprendere la parola ma aspettare con pazienza che venisse ridata loro, forse. ” Ah, com’è buono Lei signor presentatore “.
Le cantanti brave bravissime, ma la vera brava brava non appare più da anni. Primadonna scivola, scivola nei ricordi del passato, l’aggressiva trasgressiva ragazza madre e indipendente pensatrice della canzone, è Mina Mazzini, o sbaglio?
Alla fine il podio è tutto maschile; anche tra le giovani proposte la sedicenne Otto Marzo, cede alla dinasty; Leo Gasmann mi piace molto, ma un pizzico di delusione e dispiacere per la sconfitta di Tecla rimane.
Ritratti di donna, cosa ci offre il Festival? Donne umiliate e offese, vittime di violenze, figlie delle violenze, lacrime e pianto. E l’orgoglio, e l’empowerment, e Madonna?
Questo festival è l’Italia al tempo della Lega e del M5S, della crisi economica e del confine ristretto, ingrediente 100% italiano come olio biscotti grano riso burro e ogni maledetto ingrediente rigorosamente nostrano nella pubblicità.
Universo anni Cinquanta, negli abiti, nello stile, nella postura.Lo spazio pubblico è il palco degli uomini, mattatori e trasgressivi, divertenti e divertiti, lo spazio privato, i camerini per le artiste lì confinate, nel loro haram, spazio chiuso e protetto, molto controllato.
Diletta Liotta la disegnano così e non bastano Selvaggia Lucarelli che scrive il monologo con Rula Gebral, quello è punto e a capo, come siamo bravi a far parlare e commuovere il pubblico per le tragedie delle donne, e poi ricominciamo come prima.
Ascoltiamo canzoni ma non sentiamo voci di donna che dicono ; io sono la coreografa la regista la direttrice di scena l’assessora che premia e la conduttrice di prima serata la cantante la bassista la batterista e l’autrice e, per favore, la direttrice d’orchestra.
Non occorre però lamentarsi o recriminare le presenze defilate e sullo sfondo sono legate alle signore invitate. Non c’è l’autorevolezza di Lilli Gruber, l’ironia critica di Michela Murgia,le canzoni di Billie Eilish, e nel trionfo dell’Italiano vero Francesco Gabbani lascia a casa Samantha Cristoforetti.
Zucchero esordiente arrivò ultimo a Sanremo con Donne, ecco appunto, nel 2020 Donne con la D maiuscola ultime o non pervenute.
Giuliana Cacciapuoti
Esperta di lingua araba cultura arabo islamica e del Mediterraneo. Reale, profonda e documentata conoscenza della cultura e società arabo/islamica, autrice di testi, articoli e pubblicazioni scientifiche citati su questi argomenti. Si impegna ad offrire al pubblico non musulmano uno sguardo imparziale vario e approfondito del Nord Africa e del Medio e Vicino