Iniziamo a trovare il nostro nuovo, certo abbozzato ed iniziale, tentativo di esserci.
In questi giorni vaghi, nei quali rischiamo di perdere il conto del calendario , il senso del tempo che passa e anche di noi stesse, mi risuona stamani il titolo dato a questa rubrica qualche anno fa.
Donne si nasce assertive si diventa. Assertive.
Non è un caso pensarci oggi credo . Personalmente ho affrontato i primi giorni (settimane?) di questa incredibile quarantena in uno stato di sconcerto, di estraniamento da tutto salvo che dalle notizie che passavano, continue, come sottofondo in casa
.
In uno stato di calma apparente che, ripensandoci, era solo l’incapacità di metabolizzare un evento cosi inimmaginabile, troppo grande, impalpabile, al di fuori dei canoni prevedibili della nostra mente.
I giorni sono passati, impegnando la testa in cose materiali.
Pulendo in casa, riordinando, impastando cose come mai avresti immaginato di fare, insomma muovendomi come una specie di robot pur di non pensare ,con una difficoltà mai avuta a concentrarmi .
Anche perchè poi, dopo giornate così …arriva la notte. Notte in cui quello che hai rimosso piu’ o meno inconsapevolmente di giorno ti piomba addosso. Basta il suono di una ambulanza nel silenzio o anche, semplicemente, quel silenzio stesso .Cosi denso, cosi diverso.
E , lì, si aprono mondi.
Che tu stia sveglia o stia sognando, in quelle poche ore in cui riesci ad addormentarti profondamente.
Un senso di sordo sgomento, l’incapacità di riuscire a pensare il futuro nuovo che ci aspetta, le preoccupazioni per un lavoro fermo, domande … su noi, su dove siamo e a cosa andremo incontro.
Ecco, qui credo che sia il senso del cambiamento possibile che dovremmo cercare oggi, trascorsi ormai un pò di giorni , e mettere in campo.
E’ difficile lo so e me lo conferma la stretta allo stomaco che provo anche solo al pensare a quel domani.
Ma il valore del passaggio dallo sgomento al ri-pensarci in qualche nuovo modo, il passaggio dal fare cose materiali senza riuscire a concentrarci , a progettare è qui:
nel trovare o ritrovare il modo di essere noi stesse , di essere “assertive” .
Cosa si intende con essere assertive ?
Diciamo molto semplicemente che essere assertive (nb.e brevemente dato che il discorso che riguarda questa materia è davvero ampio ed affascinante) consiste nell’avere il comportamento che ci consente di saper difendere i nostri interessi, sapendo sostenere il nostro punto di vista nell’ esprimere cio’ di cui sentiamo il bisogno ma, soprattutto, riuscendo a fare tutto questo con armonia , nel rispetto degli altri e ,in particolar modo, di noi stesse.
Tutto cio’ serenamente , senza sensi di colpa e nella consapevolezza che il nostro stare bene, il nostro saper dire “no” a quello che ci intossica mentalmente può migliorare sia noi che il nostro rapporto con gli altri .
Non dando più a nessuno modo di usarci, manipolarci , prevaricarci sapendo mettere confini a protezione di quello che vogliamo essere.
Sapendo” rispettarci”.
Certo e’ qualcosa che si impara nel tempo, una sorta di palestra . Ma uno strumento enorme per noi stesse una volta acquisito.Enorme per tutti ma, come piu’ volte scritto, importantissimo per noi donne.
Noi, sempre alle prese con i sensi di colpa di non essere mai abbastanza per qualcuno o per qualcosa .
Prima ancora che per noi stesse.
Non è facile certo e, purtroppo , una situazione di “quarantena” come quella che stiamo vivendo rende il tutto ancora più difficile.
Difficile sia che questo periodo lo si stia vivendo da sole , sia che si stia in famiglia , magari senza piu quella possibilità di piccolo spazio per noi stesse che ci ritagliavamo “prima” .
Mi dico però oggi , e lo faccio con voi come se fossimo insieme a meno del fatidico metro e mezzo di distanza, che lo switch, il click del cambiamento possibile sta proprio in questo tentativo .
Nel cercare di passare, cioè, dal salvifico “qui ed ora” che tanto ci ha preservato al ripensare a noi stesse proiettate nella situazione nuova , certo ancora sconosciuta , che sarà quel dopo .
Qualcosa che è già arrivato , fra l’altro, senza che ce ne stiamo accorgendo.
Rientrando, così ,nuovamente ed a piccoli passi nei nostri interessi , nelle cose che amiamo fare.
Compreso anche recuperare saper dire dei “no” , amorevolmente ed assertivamente , a tutti quei componenti della famiglia che si stanno abituando a noi come novelle mater familias in odore di grembiuli , farina e lievito , dedite in questo periodo esclusivamente a loro e alla casa da riordinare come fossimo in missione per conto di Dio
.
Dei no per rimettere il confine a quello che siamo, al ritorno ai nostri interessi e per stare anche semplicemente solo un pò meglio, oggi.
Il “qui e ora ” ci ha salvate . Mantenute in una bambagia che ci ha protette dallo sgomento iniziale ma provare a pensare a quel futuro prossimo da iniziare a riprendere in mano ,cercando di capire come affrontarlo, può farci tornare energia, risentirci vitali come non siamo più da giorni.
Il sociologo e scrittore statunitense Alvin Toffler che si definiva futurologo ,e che negli anni ’80 ha prefigurato quanto la rapidità dei cambiamenti della società avrebbe avuto un impatto devastante sulla diversa velocità di adattamento a questi dell’umanità , scriveva che “ Il cambiamento è il processo col quale il futuro invade le nostre vite”.
Fermiamoci un secondo , allora, facciamo un respiro profondo, coraggioso e proviamo ad iniziare a guardarlo un pò per volta in faccia questo futuro.
Questo cambiamento che ha invaso e sta invadendo le nostre vite.
Per iniziare a trovarvi il nostro nuovo , certo abbozzato ed iniziale , tentativo di esserci .
Comunque.