La reclusione causa corona virus ci ha resi tutti vulnerabili e portati alla depressione, ma non succubi se dalla situazione surreale ne avremmo ricavato un beneficio e, si sa, i progetti sono l’unica possibilità per andare oltre
Alberto Fortis, un artista poliedrico e raffinato: lo sapevamo già. La reclusione causa corona virus ci ha resi tutti vulnerabili e portati alla depressione, ma non succubi se dalla situazione surreale ne avremmo ricavato un beneficio e, si sa, i progetti sono l’unica possibilità per andare oltre. Oltre l’isolamento, oltre lo stallo, oltre la perdita del nostro tempo. E lui, Alberto, si è lanciato nella più completa creatività poliedrica e, come racconta nella videotelefonata di seguito, all’inizio si è mosso in punta di piedi quasi avesse timore di lasciar uscire una creatività inarrestabile, ma poi non si è più fermato. Si è espresso come regista, addetto alle luci, pianista, cantante, coreografo, attore… la creazione si è impossessata di lui tenendo incollato il pubblico dei social in un reality di vita vera, arte in progress. E chissà cosa accadrà quando tutto sarà ritornato alla normalità!
Tutto ciò si è realizzato nella casa paterna dove si è ritirato per la lunga quarantena, nella casa dove ha visto la luce per la prima volta grazie al padre medico, nella casa dove vive ancora il “giardino delle fragole”, quello spazio in cui il piccolo Alberto ha immaginato e pensato, sognato e mosso i suoi primi passi d’artista.
Per me Fortis è metafora, lui sa cantare e suonare muovendo il simbolismo più raffinato. È un visionario, l’ho già scritto un po’ di anni fa, e il suo giardino segreto è metafora della nostra stessa vita. Custodire un luogo privato, ci insegna, è fondamentale; in ognuno di noi esiste un angolo segreto e privato a cui nessuno può accedere, uno spazio dove alcuno è autorizzato a far luce. Chi ci dà l’impressione di celare un mistero, spesso è una persona capace di difendere più di ogni altra lo spazio segreto. Che cosa racchiude e a che cosa serve questo angolo per la nostra vita quotidiana? Al di là dei grandi sogni collettivi, per prima cosa devo chiarire che non si tratta di qualcosa di terribile o illegale, non sto parlando di chi mente spudoratamente agli amici o al partner o commette un crimine e lo nasconde per non pagarne il conto, ma mi riferisco a qualcosa di immateriale legata alla parte più intima della nostra persona. In questo luogo inaccessibile custodiamo certi pensieri che non vogliamo condividere, le sensazioni legate ad un incontro, la vera natura del nostro credere e desiderare. Il nostro personale Giardino lascerà scorgere alla vista di tutti solo quello che noi decidiamo possa essere conosciuto. Questa parte di noi è sacra ed è molto utile all’equilibrio dell’anima perché è l’ultimo scampolo di vera libertà, è la possibilità estrema di difendere l’interiorità dallo sguardo indagatore di chi ci vive attorno ed accanto. Il contenuto di quel piccolo spazio è così poco concreto da essere difficilmente raccontabile. Esso è anche ciò che resta di quel giardino dell’infanzia di cui Alberto ci parla da anni: più lo abbiamo coltivato, più abbiamo risorse da attingere, più la produzione della nostra vita sarà ricca. Il giardino segreto di Alberto ha prodotto arte in quarantena.
Facendo un salto al “qui e ora”, l’ultima produzione discografica è NYiente Da diRe realizzato e arrangiato da Fortis in collaborazione con Franco Cristaldi, registrato a Milano, masterizzato a New York e disponibile anche in vinile: qui Alberto afferma, tra l’altro, che c’è una bellezza squisita che aspetta di essere presa e spazi immobili chiamano lealtà… è vero, non c’è più niente da dire. No, ancora una cosa: i suoi quarant’anni di carriera festeggiati con un nuovo successo.