Le città tornano a parlare con l’arte di Lorenzo Marini ed il suo Alfabeto
Strade vuote, città latitanti, persone che si evitano, locali chiusi. Sembra un set cinematografico o un film di fantascienza. Non un rumore di auto, solo lo sferragliare dei tram vuoti. La natura primaverile che esplode senza che nessun occhio la ammiri.
Questo fino a pochi giorni fa prima della riapertura del lockdown per coronavirus.
Una città, l’effervescente Milano spenta che non era più la città che tutti conosciamo.
Entriamo ora finalmente nella fase due del decreto contro il Coronavirus e molti ancora a Milano come in molte grandi città hanno paura ad uscire all’aperto e si autoimpongono di continuare la quarantena predisposta dal nostro governo e che dal 18 maggio apre le porte alla gente, alle imprese e alla cultura. Ma molti ancora traccheggiano per paura o perchè ormai abituati al vivere quotidiano in casa.
Ma le città esistono perchè c’è la vita che brulica, altrimenti il silenzio, che può compiacere l’orecchio per qualche giorno ma non per mesi, diventando negazione della vita stessa. e
Ed è questo senso della vita che si muove che Lorenzo Marini con i suoi tram decorati con il suo Alfabeto vuole riattivare dando il suo benvenuto nella casa che sono poi le nostre città.
Ha pensato di animare e vivacizzare i tram e le pensiline dei mezzi pubblici di Milano, Roma, Firenze e Torino animandole in questa Fase2 con un’’installazione dinamica “L’arte ti dà il bentornato in città”.
Lorenzo Marini ha così voluto celebrare la bellezza, la gioia e la felicità del ritrovarsi nuovamente insieme.
Artista internazionale e creativo di fama, Marini ha trasformato la vitalità della città riaperta in un’opera d’arte sociale e corale. In questa installazione l’artista ha sviluppato la Type Art, la corrente artistica contemporanea di cui è caposcuola e che celebra la bellezza estetica e individuale delle singole lettere dell’alfabeto. Lettere che in questa occasione simboleggiano il nome delle persone che si ritrovano in città portando vita, colore, movimento, piacere e felicità. Ne ha finora creati 6 di Alfabeti, elaborati appositamente, e oltre 150 i simboli grafici con infinite possibilità di combinazione.
Perchè sui tram e sui manifesti?
E’ tempo di pensare al bello. Musei e gallerie sono stati chiusi per mesi e ora potranno accogliere poche persone contingentate. E’ quindi tempo di far rivivere l’arte portandola vicino alle persone, per lasciare il suo ruolo isolazionista ed esclusivo e iniziare a parlare il linguaggio della nostra vita stessa.
E’ un linguaggio che è in relazione con la nostra quotidianità e che intende dar voce alla città rimasta per troppo tempo in silenzio. Le lettere sono fusione tra immagine e scrittura, tra arte e comunicazione, tra colore e dinamicità.
Con la partnership di IGPDecaux, azienda leader della comunicazione esterna, per il mese di riapertura i manifesti e decoro i mezzi urbani delle principali città italiane, con il messaggio “Casa Milano riapre. Bentornati in città”, e declinato su tutte le città coinvolte. Il copy è di Nicoletta Cocchi, direttore creativo e copywriter.
Afferma Lorenzo Marini “Questo mio omaggio all’arte in città è anche un omaggio al mezzo pubblicitario che per primo ha animato e colorato le nostre città. Non c’è cosa più triste che un manifesto abbandonato o vuoto. Ecco perché le città italiane devono tornare a vivere i loro muri e manifesti con la gioia e la dinamicità della città.”
Lorenzo Marini è conosciuto per aver liberato le lettere con la propria arte. Dietro questo mantra che percorre trasversalmente quarant’anni di ricerca artistica si nasconde una profonda riflessione sul futuro della comunicazione e del linguaggio. Afferma l’artista che ”Proprio la comunicazione e la socializzazione sono stati tra gli elementi della nostra vita più stravolti dall’epidemia di coronavirus: ci siamo trovati quasi del tutto soli di fronte a una delle più grandi sfide della nostra esistenza; il pessimismo e l’ansia sono diventati due elementi costanti delle lunghe settimane che abbiamo trascorso in lockdown.”
Lorenzo Marini, che ha trascorso la quarantena a Milano, è riuscito a non arrendersi alla paura e a continuare a vivere pienamente, trasformando e rilavorando su vecchie tele, come tanti maestri del passato, tra cui De Chirico e Picasso, erano soliti fare per risparmiare o quando non avevano più tele. Una volta riaperte le città ci ha però stupiti con un moto di vita e gioia che ha fatto nascere un’inattesa opera sociale e corale dal titolo “L’arte ti dà il bentornato in città”. Lorenzo Marini ha infatti deciso di portare la sua arte non in strada, ma sulla strada: al motto “Casa Milano/Roma/Firenze/Torino riapre – Bentornati” ha animato tram e pensiline dei mezzi pubblici con i suoi alfabeti multicolor popolati da emoticons, loghi e simboli. Protagoniste come sempre le lettere, che per l’occasione sembrano moltiplicarsi all’infinito.
La Type Art, movimento lanciato dall’artista nel 2016 e teorizzato nel ”Manifesto per la liberazione delle lettere” ha raggiunto il grande pubblico nel 2019 con il successo di Alphacube, il progetto di installazione nato l’anno scorso e diventato itinerante con le esposizioni a Los Angeles, alla Biennale di Venezia e a Dubai. Proprio l’idea di una installazione con le lettere all’interno di uno spazio viene qui capovolta nelle applicazioni degli spazi urbani. “Lorenzo Marini è conosciuto per aver liberato le lettere con la propria arte. Dietro questo mantra che percorre trasversalmente quarant’anni di ricerca artistica si nasconde una profonda riflessione sul futuro della comunicazione e del linguaggio
L’obiettivo dell’artista è che ciascuno possa avere per sé una lettera, fotografarla e condividerla.
Con quale finalità dell’opera? Semplicemente – e non è poco – condividere bellezza, gioia e colore, in settimane di passaggio in cui saremo ancora responsabilmente a distanza di sicurezza. Del resto questa grande opera sociale arriva dopo l’esito “social” – allora inaspettato – dell’installazione AlphaCube, che a Venezia come a Los Angeles divenne catalizzatore di socializzazione e luogo ideale per selfie divertenti, al di là dello stesso messaggio che volevo veicolare, ovvero la perdita di senso della scrittura.
In questa nuova installazione “L’arte ti dà il bentornato in città” tale esito di socializzazione – prima solo involontario – diventa il motore stesso dell’opera d’arte, ideata proprio per suscitare un sorriso e un bel ricordo in chi la incontra e incrocia per strada.
In quest’opera l’artista rinuncia così consapevolmente alla dimensione di critica al linguaggio che ha caratterizzato la sua ricerca artistica: non possiamo e non sarebbe corretto farlo, vedendovi l’ennesima dimostrazione che siamo rimasti senza parole a favore di un impianto visuale che va ormai al di là della semantica. Dobbiamo accettare che “L’arte ti dà il bentornato in città” è veramente un dono, un momento di catarsi e un unicum anche nella sua ricerca artistica.
In quest’opera vediamo quindi come Lorenzo Marini abbia dato sfogo anch’egli a settimane di costrizione e reclusione, recuperando colori, luce e voglia di sognare e far “cose grandi”: come i suoi amati artisti futuristi, complice il rumore di una città che riprende a vivere e sferragliare, quest’opera dinamica e in movimento che ammireremo nelle nostre città, ci parla di rinascita, di città che salgono … ancora, di nuovo e meglio di prima.
Lorenzo Marini è un artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Dopo aver lavorato per venti anni nel più totale silenzio e riservatezza, difendendo le sue opere dal clamore della pubblicità, ha deciso di condividere la sua ricerca artistica rendendola pubblica. Marini ha frequentato l’Accademia di Belle Arte di Venezia con Emilio Vedova, ma si è laureato in architettura e ha lavorato con successo nel mondo della pubblicità per trenta anni. In questo mondo usa la creatività, il colore, la provocazione e l’impatto mentre nell’arte usa il bianco, il silenzio e l’eleganza della riservatezza. Il concetto di spazio e la ricerca del visual ideale diventano infatti il paradigma della sua pittura. Una pittura che parte dalla volontà di desemantizzare l’oggetto consumistico e il suo messaggio pubblicitario, scarnificando un concetto a una mera griglia dove l’atto di mercificazione viene annullato dalla bellezza e composizione degli elementi. In questo processo di delocalizzazione semantica Marini procede per strati suddividendo la tela in porzioni; sottraendo ad ognuna l’originario messaggio lasciandone affiorare la struttura, il reticolo. Anche il colore scompare lasciando come protagonista indiscusso il bianco, ovvero il silenzio su tela. Il risultato è di grande impatto: griglie pressochè monocromatiche con forti componenti materiche, in un sottile equilibrio fra astratto e razionalista. Nel 2016 Marini ha un’intuizione artistica che lo porta a celebrare la bellezza delle lettere. Nel 2017, forte di questo successo, crea il manifesto per la liberazione del Type diventando, di fatto, il caposcuola di una nuova forma d’arte: quella di dedicare ad ogni singola lettera dell’alfabeto un’opera, liberando così le lettere dall’obbligo della funzione, per celebrarne la pura bellezza intrinseca. Le opere pittoriche di Marini possono essere lette come la traduzione in contemporary art di campagne pubblicitarie, con una rigorosa logica degli spazi e degli equilibri, nella sua prima ricerca sui Visual. Così come possono essere lette come un pensiero rivoluzionario sulla bellezza pop dell’alfabeto contemporaneo, in questa seconda
fase artistica.