Tra le edicole che scompaiono è nata una bella iniziativa che vivifica la città di Milano.
Andrea Carbini, che intervistiamo, è l’ideatore e manager del progetto Edicole Quisco.
Com’è nata quest’idea?
Le edicole stanno chiudendo molto rapidamente e abbiamo pensato che per arginare questo processo bisognasse rinnovare il modello. Siamo partiti dall’idea di cambiare l’immagine del chiosco, poi la legge sulla vendita ambulante ci ha portati all’idea dell’edicola su ruote. Abbiamo così ideato un format che affiancasse all’edicola fissa tradizionale (rinnovata e ripulita nell’immagine) un’edicola mobile. L’edicola fissa funge da hub e magazzino, oltre a dedicarsi alla vendita normale, mentre la mobile copre le zone rimaste senza edicola.
Nessun grande sconvolgimento, ma una rilettura della storia: abbiamo preso un’edicola tradizionale e abbiamo aggiornato la sua immagine urbana, poi abbiamo fatto un passo indietro, affiancandole un modello storico di edicola, quello itinerante che è addirittura precedente, nel tempo, ai chioschi.
Perché scompaiono le edicole?
Le edicole scompaiono perché il format è superato, in un periodo in cui le realtà commerciali si organizzano in retail. La società si trasforma velocemente e le edicole non hanno mai provato veramente a cambiare e ad essere al passo con il livello di immagine e sevizio a cui ormai le persone sono abituate. I clienti cercano altrove, in spazi più accattivanti e ben curati, quei servizi che, magari, offriva loro anche l’edicola sotto casa.
Colpa di internet o disaffezione alla carta stampata?
Non si può parlare di colpe. Ci sono processi economici che bisogna interpretare. Io ritengo che nell’informazione il cartaceo e l’online possono convivere, lo stanno facendo e lo faranno ancora a lungo. Le edicole si erano fermate, ma la carta stampata non ha esaurito la sua funzione. Va riproposta in maniera nuova. Come dice Mc Luhan “The medium is the message”… il mezzo è ancora il messaggio.
Quante persone lavorano per voi?
Perché il modello dell’edicola fissa + edicola mobile funzioni è necessario il lavoro di 3 persone.
Poi ci sono collaboratori che stanno lavorando allo sviluppo e alla comunicazione del progetto.
In questo periodo di lockdown la gente legge di più? E cosa?
Sì la gente si è avvicinata di più all’edicola. L’edicola è rimasta infatti un elemento di normalità nell’emergenza. La filiera dei giornali è l’unica che non si è mai fermata e, nonostante tutti i problemi e l’urgenza di rinnovamento, ha continuato a portare tutti i giorni nelle strade l’informazione.
In questo periodo la gente veniva in edicola per esigenze di informazione, ma anche per distrazione. Abbiamo venduto libri e riviste per bambini, enigmistica, riviste di intrattenimento su cucina, moda, arredamento. Ma anche vari periodici di approfondimento, oltre all’attenzione molto alta verso i numeri speciali e gli allegati ( libri soprattutto).
Che mezzi utilizzate? Vengono parcheggiati o si fermano a richiesta?
Abbiamo scelto l’Ape Piaggio. Per le sue dimensioni ma anche per l’immagine iconica, riconoscibile, italianissima. L’edicola mobile segue una linea fissa, con fermate stabili a orari stabili, come per una linea de tram. Le tappe giornaliere sono 3, oltre le soste intermedie presso l’edicola fissa (che identifichiamo come Capolinea). In ogni tappa l’edicola si ferma due ore, il tempo sufficiente per servire i clienti di quella zona.
Questa iniziativa proviene da idee messe in pista in altri stati?
No, siamo i primi al mondo e infatti ha parlato molto di noi anche la stampa estera. Sappiamo che in Spagna stava per partire un’iniziativa simile ma tutto si è fermato probabilmente in concomitanza della pandemia.
Insieme ai giornali date anche le mascherine?
No, non abbiamo mai voluto commercializzare le mascherine. Abbiamo distribuito gratuitamente quelle che ci ha assegnato la protezione civile in alcuni giorni. Talvolta con i giornali c’è in allegato la mascherina, ma si tratta di iniziative degli editori.
Voi non temete di essere infettati?
Siamo sulla strada e lo siamo stati in tutto il periodo di lockdown, senza fermarci mai. Più che avere paura siamo stati in stato d’allerta, con la guardia alta. Sia per noi, sia per la responsabilità verso i nostri clienti.
Quindi mascherine sul viso, guanti, disinfettante, distanza.