di Caterina Della Torre
Così si potrebbe definire Antonella Matranga, giornalista, videoreporter, sceneggiatrice e scrittrice..ma anche altro. Nasce a Bari, ma l’abbandona nel 1988 per andare a Milano, dove, dopo varie esperienze, approda al Giornale di Montanelli. Dopo cinque anni a Milano, si trasferisce a Parigi e poi a Roma, dove comincia a lavorare in televisione realizzando video reportage per “Report”, “Occupati”, Matrix”, “Le Invasioni Barbariche” ed altro. Realizza la regia di un programma di Fiorello, un cortometraggio, un film doc sul rugby realizzato fra Roma e Parigi e negli ultimi anni torna anche occuparsi di spettacolo per alcuni settimanali. L’ultima novità di Antonella è un e-book. La banda dei cani sciolti..
Ci parli della tua nuova attività, l’ebook, ”la Banda dei cani sciolti”?
E’ un romanzo che avevo nel cassetto da molto tempo. Una specie di Jules e Jim in salsa barese. Una storia ambientata a Bari nell’autunno del 1983. La protagonista è Mara, bella e contraddittoria diciottenne, che durante l’ultima anno di liceo da ripetente si accorge che niente sarà più come prima: né la militanza politica, di cui non c’è più traccia, né le convinzioni e le certezze che la rendevano una ragazzina sicura e spavalda. Conoscerà Federico e Danilo, il bianco e nero, due ragazzi con cui vivrà una storia intensa di amore e amicizia, e insieme alla loro banda di cani sciolti, vivranno una serie di avventure senza regole e senza pregiudizi, esilaranti e dolorose.
Tu hai lasciato Bari perché ti stava stretta.Nel tuo nuovo libro e-book ‘’La banda dei cani sciolti’’parli di Bari, come mai? Nostalgia?
Ho lasciato Bari, perché all’epoca, nel 1988, la città non offriva decisamente nulla a chi voleva dedicarsi al giornalismo e al videoreportage, e poi comunque io ho una tendenza europea e nomade che faccio fatica a tenere a freno. Dopo Milano, ho vissuto lungamente a Parigi, poi a Messina ho insegnato giornalismo, e adesso faccio avanti e dietro fra Parigi e Roma, senza dimenticare Milano. Tra l’altro trovo che Roma mi stia ancora più “Stretta” di Bari. Roma è una città difficile, faticosa, legata a dinamiche zavorranti politiche e clientelistiche …ma lasciamo stare. Tornando al libro.. si forse nostalgia, ma soprattutto i ricordi del liceo, i luoghi, che rendono la storia ancora più cinematografica. Il libro è un omaggio alla libertà, alla giovinezza e alla mia città.
Perché un e-book e non carta stampata, Antonella? Quali sono i tuoi fini ed obiettivi?
Ma se devo essere sincera, non è stata una mia scelta, nel senso che sono stata contattata dalla casa editrice Dante Alighieri e da Elisabetta Salvi che cura proprio la collana degli e.book , per propormi fin da subito il libro elettronico. Il pensiero di poter inserire anche le musiche, gli artisti che si ascoltavano negli anni 80, mi ha allettato molto. Poi non si esclude che possa diventare presto anche cartaceo, con degli inserti di graphic novel. In questo momento sto lavorando alla traduzione in francese, e all’adattamento del soggetto per il cinema .
A questo punto visto che il film sarà ambientato a Bari, ci ritorneresti a vivere?
Ci tornerei più spesso, questo si, ma non ci tornerei per viverci. Anche se la città è molto cambiata, migliorata, e molti artisti, scrittori come i fratelli Carofiglio, o come il mio amico Nicola Conte che tra l’altro è uno di quelli che, nonostante i concerti e i dischi che si vendono in mezzo mondo, è rimasto a vivere a Bari, non solo, ma ha messo su anche uno studio di registrazione in cui convoglia musicisti di fama internazionale per registrare i suoi cd. La nuova generazione sta facendo degli enormi passi avanti, ormai la Puglia è la California d’Italia, gli americani vengono ad investire qui, Vendola ed Emiliano stanno facendo dei passi da gigante, il marchio Puglia, si vende in tutto il mondo, ma ritornarci in pianta stabile per me sarebbe impossibile. E poi credo che a Bari manchi completamente la concezione femminile del lavoro e delle possibilità dirigenziali delle donne. E questa mentalità esiste, purtroppo, non solo in un certo ambiente di cultura godereccia e di destra, ma anche e soprattutto nella mia amata e odiata e tanto illuminata generazione di sinistra.
Quali progetti stai portando avanti?
Domanda piuttosto difficile. Tanti e di vario genere. Da una parte c’è il progetto di un film/doc sulla storia dell’Alfa Romeo di Milano, “Passione Alfa” scritto con Bebo Storti che coinvolgerà attori, musicisti, politici, operai, giornalisti, ( non posso fare ancora nomi ma sono nomi importanti) e che sarà realizzato all’interno della fabbrica di Arese, concepito come un evento in cui gli attori e i musicisti interagiranno con gli operai e le loro storie e che sarà trasformato in film e a cui farà seguito un inchiesta vera e propria, quindi un progetto misto fra cinema e giornalismo. Sto collaborando con Giovanna Corsetti e la sua Little Duck a vari progetti giornalistici e di reportage che andranno in onda sulla “Storia siamo noi”. Abbiamo terminato uno speciale sui Sindaci Pisapia, De Magistris, Fassino e Zedda, intitolato “I Cento Giorni”, e sto per realizzare un reportage su Jovanotti, con un linguaggio tutto nuovo. Tutto questo senza dimenticare la scrittura, anche quella cinematografica, per cui sto terminando di scrivere due sceneggiature.
Insomma, non è stato facile e non è ancora facile, ma dopo tanto lottare, senza piegare la testa, dopo essersi vista passare davanti chiunque e dovunque, dopo aver stretto i denti, lavorato anche sottopagata se mi andava bene, a 47 anni , senza mollare…, senza l’aiuto di nessuno ma solo del mia tenacia e della mia inventiva, posso dire di … essere soddisfatta e orgogliosa… e di essere contenta anche se c’è ancora da combattere e trottare.
1 commento
Brava Antonella! Continua così!