Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno, ma la Medicina ci insegna quanto esso abbia un collegamento con l’utero nella dolorosa questione del tumore femminile.
Chi vive la malattia in generale, non parlo del covid che è una emergenza nuova, sa quanto la sanità sia negli ultimi anni decaduta dal punto di vista delle chilometriche liste d’attesa e dei tichet arrivati alle stelle. Ormai, in tanti casi, chi se lo può permettere o possiede una assicurazione sanitaria opta per le prestazioni a pagamento. E vengo subito ad un fatto che ci ha lasciate molto perplesse. Per fare un pap test, utile strumento diagnostico per scoprire in anticipo il tumore del collo dell’utero, non solo è difficile trovare un appuntamento in giro di pochi giorni, ma è pure complicato trovare i soldi per il tichet che ad esempio è giunto in Lombardia a trentuno euro contro i trentacinque se viene eseguito a pagamento. La stessa struttura ti offre le due opzioni e tu cosa fai? Per quattro euro in più paghi, ma se hai la famiglia, pochi soldi e i figli con quel denaro preferisci fare la spesa e rinunci alla tanto propagandata prevenzione. Ma non finisce qui. Fino a due anni fa la sanità, sempre per la prevenzione, offriva il pap test alle donne, gratuitamente dopo i cinquant’anni era possibile sottoporsi all’esame ogni due anni; ora l’intervallo di tempo è passato a tre: non crediamo sia una conquista, forse tre anni sono pochi per morire di tumore dell’utero ma nel dubbio chi resiste alla paura? Nel 2020 si muore ancora per questa patologia. Mangio o faccio le indagini diagnostiche? E in questo dubbio amletico molte donne spezzano con forza della disperazione il nodo gordiano e scelgono di andare al supermercato piuttosto che curarsi.
L’emergenza covid sta occupando non solo gli ospedali ma anche in modo martellante la cronaca e chi si ricorda più dell’utero femminile? Noi che lo possediamo abbiamo paura per tutte le donne, per le troppe vittime di un utero dimenticato che è invece un luogo sacro dove si forma la vita, un ambiente da preservare e rispettare. Non è retorica affermare che in Italia si buttano via troppi soldi, è sufficiente girare per le città e subito saltano all’occhio gli sprechi, invece si taglia sulla sanità e soprattutto sulla prevenzione. Quanto suonano vuote e retoriche ormai le parole “Bisogna prevenire, piuttosto che curare”.
Nel mese di ottobre dedicato alla prevenzione del cancro al seno vogliamo sottolineare che le donne hanno anche l’utero, non dimentichiamolo per favore! Anche a nome dei loro figli che se perdono la madre rimangono orfani di amore ed accudimento.
Maria Giovanna Farina, filosofa e scrittrice
Alba Dell’Acqua, presidente Moica Basilicata