Una storia antica con una mentalità moderna. La Certosa di Parma in onda il 4 e 5 marzo prossimi su RAI 1.
‘’La mia regista preferita’’, le ho detto all’inizio dell’intervista.
Non perché abbia portato sullo schermo televisivo personaggi femminili gratificanti e belli (da Elisa di Rivombrosa a Donna detective e molti altri, sia ambientati nel passato che nel presente) ma perché, dopo averla conosciuta, ho potuto riscontrare che lei è precisamente come i suoi film: genuina e emotivamente trascinante.
Fiorentina, con un lunghissimo curriculum artistico ed una brillante storia cinematografica e televisiva alle spalle, è la regista che stata è scelta per dirigere la miniserie televisiva ‘’La Certosa di Parma’’ tratta dall’omonimo romanzo di Stendhal , che andrà in onda il 4 e 5 marzo prossimi. Due puntate da assaporare come un buon vino quindi, conoscendo l’attenzione ai costumi, alle luci e alle emozioni che sprigionano i protagonisti, applicata dalla regista.
Ti ho intervistato più volte, partendo da Elisa di Rivombrosa ad oggi. Torni quindi a un film in costume dopo l’ultima fiction ‘’Tutta la Verita’’. Ti piace lavorare con film in costume? E’ una tua scelta o è una casualità?
E’stata una casualità quando ho lavorato per il Piccolo Mondo Antico nel 2000. Un’opportunità offertami dalla produzione del film (Mediaset). Ho quindi ripreso in mano quel testo, sapendo che sarebbe stata una sfida ma anche una splendida avventura potendolo girare nei luoghi in cui Fogazzaro era vissuto. Mondo Antico è stato il capostipite dei film in costume.
Da allora se ne è fatti sempre meno a causa degli alti costi di produzione che comportavano. ”La Certosa di Parma” è stata possibile grazie alla coproduzione italo francese ( RaiFiction-France 3), che ha permesso di girarlo in luoghi e dimore italiani originali.
Cosa hai trasferito alla fiction in costume, dal cinema?
La velocità (che il mezzo richiede) e ne ho tolto la polverosità che un testo classico comporta e che nel film di costume cinematografico permaneva
Le storie che porti in scena, sono spesso incentrate su una donna. Anche questa della Certosa di Parma che ha come protagonista un uomo, vede una grossa coprotagonista nella zia Fabrizio, Gina.
Io sono una donna e quindi mi è più facile immedesimarmi in un personaggio femminile. Anche se nella Certosa di Parma il protagonista è Fabrizio del Dongo, la zia è un personaggio forte, molto attuale, ed io non posso che identificarmi in lei. Nel mio lavoro però mi identifico in tutti i ruoli, come per esempio in Terra Ribelle è stato con i due ragazzi. Tuttavia in questa fiction ognuno dei telespettatori, può compenetrarsi in personaggi diversi. Chi con Fabrizio, chi col Conte, un bellissimo personaggio che ama senza condizioni.
Anche questa è una storia d’amore con protagonista un uomo quindi..
Questo film parla d’amore, ma anche della malinconia de tempo che passa e che ti fa male diversamente ad ogni età, ponendo però sempre al suo centro l’amore senza il quale sembra non ci possa essere vita. Fabrizio stesso alla fine del film dice ripetendo la fase di Stendhal, dice ”l’ amore è come un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull’orlo del precipizio’’.
Fabrizio non è capace d’amare ma poi troverà l’amore puro in Clelia, un amore purissimo..
Qual è la location che ti è paciuta di più?
Tantissimo Torrechiara. Fu fatto costruire da Pier Maria, fin dall’inizio fu pensato non solo come struttura difensiva ma anche come dimora isolata per il Conte stesso e la sua amante Bianca Pellegrini di Arluno..
E’ pieno d’affreschi che parlano d’amore
La location naturalistica Invece?
Il Po, lento, largo, ampio. Come l’Arno, il fiume su cui sono nata io.
Qual è il messaggio principale che vuole trasmettere il romanzo e la fiction?
L’amore, nella dimensione più alta o più vicina…
Riuscirai anche con questa fiction ad avere il seguito delle altre che hai fatto (Elisa e Terra Ribelle)?
Sono solo due puntate e la fidelizzazione dello spettatore si può ottenere solo con fiction di più respiro….
Hai già altri lavori in mente ?
Ora mi rilasso e mi godo la promozione del film….Poi vedremo. Per adesso vediamoci sul mio sito. Dove si trovano anche nolti backstage… O su facebook
1 commento
Voi che ne dite della sua affermazione che una regista donna si può identificare anche nei protagonisti uomini? e fino a che punto è identificazione e dove diventa attrazione?