È morta Milva, pure lei. Se n’era già andata, il ritiro annunciato nel 2010 con indomita umiltà, da autentica pantera che non fugge davanti a nulla, nemmeno al tempo. Il suo, era trascorso. Le ultime interviste, le parole impappinate, la resa a un corpo che non rispondeva più agli stimoli. Anche questo fa parte della vita, ha una sua dignità dolorosa. È scomparsa la raffinata interprete che non ha mai rinnegato la sua anima popolare, l’approccio saporoso e a tratti violento, la teatralità voluta, da Strehler, ma in particolare da lei stessa: crocifisso e DDR, Alexanderplatz e morti di Reggio Emilia, Alda Merini e Festival di Sanremo. Fragili, opulenti donne che la vita ha separato e la morte riunito, sempre a Milano, in una solitudine tutta femminile che non è mai totale, pur se aliena.