di Daniela Tuscano
È morta come Luana D’Orazio, stritolata da una #fustellatrice e forse nemmeno lei, come Luana, ha avuto il tempo di gridare. Si è ritrovata di colpo in quella notte che portava nel nome, e persino nel luogo dove lavorava: Camposanto, una tetra premonizione.
Facile dire che la morte viaggia assieme a te, da sempre. Ma Laila El Harim non aveva un destino segnato. Era qui per sfuggirgli e se lo è ritrovato davanti, inesorabile, perché è stata tradita. Nella sua dignità di donna, operaia e madre. La notte di Laila si doveva evitare, nella Repubblica democratica fondata sul lavoro che i lavoratori e le lavoratrici li affonda, e si crede civile. Una figlia ora invoca quella notte, e non basterà un padre solo, e non chiamatela disgrazia.