Monica Lanfranco, giornalista e formatrice. Due figli partoriti in casa ed un curriculum da vera femminista. Inizia bene, con una laurea in filosofia e tesi sulla stregoneria.:)
Specializzata sulle politiche di genere e sul conflitto. Ha fondato con altre il trimestrale Marea, che resiste anche in cartaceo oltre che nel web da 16 anni. Ha insegnato Teoria e tecnica dei nuovi media, trasformando il corso in un women’s studies sul rapporto tra donne e tecnologia. Ha dovuto smettere perchè non potevo continuare a prendere 1500 euro (lorde) per 9 mesi di lavoro. In tutto, non al mese.
Si definisce disoccupata, che lavora oltre 10 ore al giorno.
Monica tu scrivi molto, ci parli dei tuoi libri?
Il mio primo libro è stato nel 1990 Parole per giovani donne – 18 femministe parlano alle ragazze d’oggi (Solfanelli)
Nel 2003 ha scritto assieme a Maria G. Di Rienzo Donne disarmanti – storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi (intramoenia)
Nel 2005 è uscito il volume Senza Velo – donne nell’Islam contro l’integralismo (intramoenia).
Nel 2007 ho prodotto e curato il film sulla vita e l’esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo Ci dichiariamo nipoti politici.
Nel 2009 è uscito Letteralmente femminista – perché è ancora necessario il movimento delle donne (Edizioni Punto Rosso).
Sono molto affezionata al primo e a quest’ultimo, anche se i due nel mezzo sono stati una novità assoluta in Italia perchè nessuna aveva prima di allora toccato i due argomenti, il conflitto connesso al genere e il fondamentalismo visto dalle attiviste musulmane per la laicità.
Che ne dici del femminismo oggi?
Rispetto al femminismo penso che mi rappresenti questa definizione che ne dà Robin Morgan. autrice dell’importante Il demone amante: “Non si tratta di una minoranza che parla di argomenti interessanti ma minoritari; si tratta della metà del mondo che chiede di prendere parola su tutto. Il femminismo è questo”.
Credo anche che Audre Lorde scrivendo:”Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone abbia centrato un punto fondamentale. Se vogliamo cambiare le cose dobbiamo decisamente rompere la connivenza con qualunque pratica patriarcale, altrimenti la mimesi vanificherà ogni azione. Guardo con attenzione a quello che si muove in Italia e nel mondo: penso che se non lavoriamo, nel nostro paese, sulle macerie culturali, sociali e politiche che ancora incombono dopo il ventennio berlusconiano non riusciremo a modificare davvero. L’omologazione e il potere devastante dei modelli e degli stereotipi veicolati da due decenni di tv ha profondamente ammalato questo paese, e contribuito a spezzare il nesso, fondamentale per la democrazia, tra esercizio della libertà responsabilità, individuale e collettiva. Abbiamo visto il mercato e le sue leggi sostituirsi alla coscienza. Questo ha aggravato la disparità tra i generi, perchè in primo luogo le donne e i loro corpi sono diventati merce e valore d’uso e di scambio. Già del 2001, a Punto G a Genova, dicemmo questo, restando per la più inascoltate anche all’interno dei movimenti altermondialisti.
E dell’8 marzo che ne pensi?
Ho sempre guardato all’8 marzo, nonostante l’incombente commercializzazione dell’evento, come ad una risorsa per arrivare a chi, perchè giovane o distratta, non è ancora sensibile alle politiche di genere. Nella speranza e anche nella convinzione che non si debba sempre ricominciare da capo.
Ci parli dei tuoi siti?
Attraverso i miei/nostri siti che sono www.monicalanfranco.it ; www.altradimora.it ;
www.mareaonline.it ; www.radiodelledonne.org lavoro per una qualità diversa dell’informazione, per continuare, specialmente con Altradimora e Marea la formazione verso le nuove generazioni di donne e anche di uomini; credo anche nella potenza evocativa della parola detta, e quindi sto lavorando ad una collana di cd audio nella quale le protagoniste della cultura e dell’attivismo femminista raccontano il cambiamento che è passato in alcune parole chiave della nostra esistenza.
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/03/07/news/il_nuovo_femminismo-31151684/