I lettori e le lettrici di dol’s.it conoscono Simona Sforza da tempo un po’ perchè collabora spesso non il magazine ma anche per l’intervista fattale di recente.
Quando ha deciso di metterci la faccia (adesso si dice così!) per le elezioni comunali che si terranno ad Ottobre a Milano, abbiamo deciso d’intervistarla per farci raccontare di persona le sue proposte per il Municipio7 a cui lei si candiderà.
I suoi progetti ci sembrano molto interessanti e vi proponiamo di ascoltarla nell’intervista riportata qui sotto. Potete aggiungete le vostre reazioni e commenti nello spazio sotto l’articolo
”I municipi sono spicchi di città, per loro conformazione contengono situazioni e caratteristiche molto variegate. Questa è una delle possibili chiavi di lettura della realtà che chi si candida a governare non può ignorare e sottovalutare. In quei redditi che crollano man mano che ci si allontana dal centro dobbiamo approfondire, indagare, ascoltare. Non è ovviamente solo un problema di reddito, ma di prospettive sul futuro e possibilità degli abitanti dei nostri quartieri di guardare al futuro più o meno serenamente, di aspettarsi o meno una emancipazione da situazioni di emarginazione, di mera sopravvivenza quotidiana. Dobbiamo dare dignità e senso di appartenenza alla comunità, aspettative nuove, costruzione di alternative concrete. Le leve? Un lavoro stabile e contrattualizzato, istruzione di qualità, formazione continua e ricollocamento lavorativo per chi ha perso il lavoro, servizi di supporto alla genitorialità, all’assistenza di chi non è autosufficiente, portare opportunità di fruizione culturale, costruire occasioni di comunità. Questi quartieri, dove io stessa abito, hanno energie di inestimabile valore che vanno semplicemente liberate da freni e gioghi atavici. Interrompiamo la catena intergenerazionale negativa dando opportunità eguali di partenza. In questo la scuola è importantissima, ma non può far tutto. Quindi avviciniamo nuove generazioni e tutte le altre e accompagnamoli in percorsi di autonomia e di fiducia in se stessi. A partire dagli enti pubblici per la formazione e l’impiego. Parliamo nelle scuole di grandi scienziate/i, grandi donne/uomini della storia che hanno migliorato la vita dell’umanità, mostriamo loro cosa possono diventare. Se lo vedo, posso diventarlo, posso immaginare tanti futuri diversi, non fermarmi al presente e al contingente. La politica deve guardare ai quartieri e alle persone in prospettiva e costruire/delineare gli assi portanti su cui il domani della cittadinanza si reggerà. Bene o male, dipenderà da ciò che la politica istituzionale saprà proporre, scegliere e realizzare.