Gli abbracci che, durante quarantene, zone rosse e lockdown, ci sono tanto mancati. Gli abbracci pieni d’amore, di passione, di tenerezza nell’intimità della coppia. L’abbraccio con la Natura, in cui il corpo si fonde con il mare e le sue creature. Gli abbracci di Mariella Ridda sono stati esposti al PAN di Napoli insieme ad altre opere della pittrice, nella mostra Antivirus curata da Tjuna Notarbartolo con l’Associazione culturale Premio Elsa Morante onlus e realizzata in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione, alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. E oggi continuano attraverso Il piccolo libro degli abbracci (Giammarino editore).
Il vulcano erutta, esplodendo come un gigantesco fuoco d’artificio il suo magma nel cielo, con tutta la forza che gli proviene dalle viscere della Terra; la stessa forza che gli imprimono i colori accesi scelti da Mariella Ridda per la sua serie Vulkan, dipinta a Berlino – dove vive da trent’anni – ed esposta a settembre al Palazzo delle Arti di Napoli, a sancire il legame tra la creatività del suo lavoro in Germania e le origini campane (procidane) dell’artista. Mariella Ridda dipinge vulcani rossi dalle esplosioni blu che sono un Vesuvio meraviglioso e spaventoso insieme; e sirene, creature degli abissi, amanti fusi in un’unione sottomarina, figure femminili che galleggiano in un liquido amniotico senza confini (il mare di Napoli, di Procida, della Sirena Partenope), anche quando, incinte, lo portano dentro di sé. È la serie di quadri che rappresentano il rapporto, intenso anche se a distanza, con la sua terra e con il mare della sua isola.
Ma c’è anche inquietudine negli abissi marini, che corrispondono a volte agli abissi dell’anima e alla paura di perdere quanto si ha di più caro, soprattutto l’amore. E così, se la coppia è sempre presente ed è sempre fusa in un’unione simbiotica, nell’acqua come nel sonno (nella serie Abbracci, che rappresenta l’unione amorosa in tutte le sue declinazioni: etero, omo, genitoriali…) è perché l’artista è cosciente dell’impermanenza di tutte le cose umane, e immortalare l’amore nei suoi quadri può almeno renderlo eterno. Ma l’artista rappresenta anche la solitudine, in opere come Loneliness e nella serie delle Grida, in cui figure intensissime urlano al mondo, sole, il proprio dolore. Non è solo il tema delle opere a voler esorcizzare il senso di precarietà che la pandemia ha assegnato forzatamente alle nostre vite. «Ho voluto intitolare la mostra Antivirus», ci spiega la curatrice Tjuna Notarbartolo, «proprio perché, a causa del coronavirus, era stata rimandata numerose volte… Ora ce l’abbiamo fatta».
Se il presente si scrive ancora giorno per giorno e le sale del PAN di Napoli si colorano di nuove esposizioni («Ma sarò presente a Tokio e in altre sedi internazionali ed europee. Non posso rivelare nulla, ma sono in contatto con un grande gallerista», ci anticipa la pittrice), è un libro a rendere eterna la mostra, attraverso la materia della carta stampata. Opera a quattro mani di Tjuna Notarbartolo, giornalista e scrittrice – per i testi – e di Mariella Ridda – per le immagini: il volume può essere letto come un catalogo della mostra – Il piccolo libro degli abbracci esorcizza anch’esso la paura che di abbracci non sia facile darsene più. Per fortuna, quasi superata.
L’Artista
Mariella Ridda, https://www.mariella-ridda.it/, email@mariella-ridda.it.
Il Libro
Tjuna Notarbartolo, Mariella Ridda, Il piccolo libro degli abbracci, “Labrig”, Giammarino Editore, pp. 80.
Photo credits:
Foto della mostra: © Chiara Santoianni
Immagini dei quadri dal sito web di Mariella Ridda