Dame (come da noi cavaliere, dell’Ordine al Merito della Nuova Zelanda) Elizabeth Jane Campion, la regista neozelandese torna a raccontare, “Il potere del cane”, una storia tratta dal romanzo di Tomas Savag, interpretata da Kirsten Dunst e Benedict Cumberbatch e Jesse Plemons e Kodi Smit-McPhee, a trent’anni da “Lezioni di piano” col quale vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes, e l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale, e a dodici dal suo ultimo film.
“Il potere del cane” ha vinto quest’anno il Leone d’Argento Gran premio della giuria per la miglior regia, alla 78°Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia
Il potere del cane è ambientato negli anni venti nel Montana che però è stato totalmente ricostruito in Nuova Zelanda per via della pandemia. Tra le pianure selvagge del vecchio West, a cui fa da sfondo una collina rocciosa che ha la forma di un cane in corsa con la mascella aperta, sorge il ranch piú grande dell’intera valle, il ranch dei fratelli Phil e George Burbank.
I due ricchissimi fratelli, pur condividendo tutto da piú di quaranta anni, non potrebbero essere piú diversi e si scontrano quando uno dei due, George (Jesse Plemons) impacciato e di buon cuore, sposa la vedova Rose (Kirsten Dunst) e la porta al ranch..
Phil (Benedict Cumberbatch), il fratello più brillante ma tormentato, che è un cowboy inflessibile e d’indole crudele, prima rende la vita impossibile alla cognata e poi si lega in modo ambiguo al figlio di lei, Peter ( Kodi Smith Mc-Phee).
Phil vive il matrimonio di George come un tradimento e, come il «cane sulla collina» lanciato all’inseguimento della preda, non darà tregua né a Rose, né a Peter e né all’amato George, spinto dall’odio di chi invidia.
Questa è la storia di Caino e Abele nel lontano West.
Questa è una storia piena di uomini, dopo tante storie con protagoniste femminili con cui ha avuto a che fare la regista neozelandese che ha dichiarato – “ho semplicemente pensato che quello di Savage fosse un libro bellissimo, – – che ha avuto un effetto forte su di me.”
Il personaggio della giovane vedova che viene a rompere il precario equilibrio tra i fratelli nel film è ampliato rispetto al romanzo originale.
“Da donna mi interessava molto e ho cercato di amplificarla tenendo conto che è una donna del 1925. A quel tempo era davvero difficile lamentarsi del fratello col marito, la gentilezza insita in Rose, la mancanza di fiducia in sé stessa, il suo senso di vergogna che le fa pensare di essere sbagliata la porta a trovare l’alcol come unica soluzione. Credo che Savage abbia raccontato con intelligenza le lacrime di Rose”- ha dichiarato Jane Campion – ho sempre creduto nel mondo che Savage descrive, ho viaggiato in grande profondità nel suo libro che lavora sulla psiche e lentamente mi sono avvicinata alla creazione del mio film”.
“Per me la tossicisità del personaggio di Phil è il prodotto di come è stato cresciuto. Capisco quello che vive, non lo giudico, non lo condivido ma lo capisco, è un uomo senza redenzione, sempre sulla difensiva, ha paura che gli portino via quello che ha. Non credo che sia un mostro, un cattivo, qualcuno da chiudere e buttare via la chiave, perché le persone danneggiate tendono a danneggiare gli altri. Quello che Savage ha scritto e Jane ha adattato per il cinema è una figura complessa e poetica”.
Il potere del cane uscirà nelle sale a novembre prima di arrivare su Netflix il 1° dicembre.
“Al cinema niente può fermare le donne” – ha dichiarato a Venezia Jane Campion.
E ormai non solo al cinema, aggiungo io.
Regia di Jane Campion. con Jesse Plemons, Thomasin McKenzie, Keith Carradine, Adam Beach, Benedict Cumberbatch. Cast completo Titolo originale: The Power of the Dog.
Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Curatrice editoriale.