Diabolik, un ladro spietato e gentile che si scaglia contro banche, famiglie benestanti e persone che si sono arricchite in modo illecito, derubandole senza pietà. Il fumetto del brivido.
Dal famoso fumetto di Angela e Luciana Giussani, le sorelle che hanno rivoluzionato il mondo dell’editoria del fumetto, ora al cinema, i fratelli Antonio e Marco Manetti descrivono le avventurose vicende di Diabolik, un ladro spietato e gentile che si scaglia contro banche, famiglie benestanti e persone che si sono arricchite in modo illecito, derubandole senza pietà. Il fumetto del brivido.
Conosciute come le regine del terrore, le due sorelle per anni hanno intrattenuto i lettori con le loro storie avvincenti sul ladro dagli occhi “grigi come l’acciaio” e la sua aderente calzamaglia nera che gli copriva gran parte del corpo.
“Il re del terrore”. Il personaggio di Diabolik possiede da subito le caratteriste per cui è celebre, ladro ingegnoso, capace di mirabolanti travestimenti supportati da maschere sottilissime inventate da lui stesso. Salvato da un naufragio, il piccolo Diabolik viene allevato da una banda internazionale facente capo a un certo King. E lì che impara tutto specie igli straordinari travestimenti.
Al fianco di Diabolik, compagna di vita e di misfatti è Eva Kant, conosciuta nel terzo episodio, dal titolo “L’arresto di Diabolik” (1963).
Bionda, bellissima è vedova di Lord Anthony Kant, morto in circostanze sospette. È fredda e determinata ma, al contempo, sensuale e raffinata. Ma soprattutto moderna figlia delle Giussani.
Fin dal primo numero c’è anche l’alter ego di Diabolik, l’ispettore Ginko, integerrimo e professionale. In atroce vendetta del 1963, dice: “Il giorno che Diabolik deciderà di uccidermi, nessuno potrà venirmi in aiuto. Saremo io e lui da soli.”
La storia del film è quella dell’albo numero 3, L’arresto di Diabolik del 1963, che racconta l’incontro fatale tra Diabolik ed Eva Kant, la cattura del ladro e infine la grande fuga.
Eva Kant, interpretata da Miriam Leone, e il freddo Diabolik da Luca Marinelli, belli e bravi formano presto una coppia potente, in grado di superare l’ostacolo dell’incarcerazione e il rischio della ghigliottina, vincere il cattivo (il viceministro della Giustizia Caron, interpretato da Alessandro Roia) e mettere a segno un colpo in banca.
Siamo in un’Italia che nella finzione si chiama Clerville, in cui le donne sono nella maggior parte come Elizabeth, la compagna ingenua e sottomessa di Diabolik con il volto di Serena Rossi, ma anche come Eva Kant, femme fatale emancipata dal passato oscuro, che tiene alla sua indipendenza e vuole un posto di primo piano nelle avventure di Diabolik («non sono la mogliettina», dice) e alla ricchezza preferisce il brivido. Sulle sue tracce e su quelle del re del terrore c’è l’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea), eterno inseguitore, ogni volta beffato dal genio criminale.
Ottima la fotografia di Francesca Amitrano.
I fratelli Manetti Bros, che per i filmare Diabolik è stata «la cosa più vicina al raggiungimento di un sogno», scelgono di rispettare pedissequamente l’originale, dalle ambientazioni alle inquadrature in un film che risulta un omaggio devoto alla leggenda, formalmente perfetto. Soprattutto un omaggio devoto alle straordinarie sorelle Gussani.
di Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Curatrice editoriale.