Daniela Maestri, età indefinita, romana, professione agente di spettacolo, ovvero cinema, televisione, pubblicità, marketing e chi più ne ha più ne metta.
di Marta Ajò
Ha iniziato questa attività per caso. Un ambiente da cui è sempre scappata e che oggi è la sua casa privilegiata. Non le piace apparire ma lavora per far apparire gli altri.
Da agente d’arte a scopritrice di talenti, Daniela è un riferimento per molti giovani che vogliono approcciarsi alla carriera dello spettacolo nelle sue varie forme ed a lei si affidano per conoscere quel mondo e le sue opportunità.
Ha cominciato scherzando e se ne è innamorata; oggi è la sua unica attività, totalizzante. Difficile trovare il telefono libero ma facile incontrarla se si è disposti a lavorare seriamente.
Non contenta di fare un lavoro di talent scout ha iniziato anche corsi propedeutici alla formazione dell’attore intitolati infatti “Il bagaglio dell’attore”. Fra i suoi giovani di talento un nome conosciuto quello di Matteo Branciamore, il marito dei “Cesaroni”; Alessandra Gonzales, che è diventata prima attrice nella compagnia del Cirque du Soleil e altri.
Un mondo non facile quello dello spettacolo, specialmente in questi ultimi anni, in cui al suo interno si è consumato il peggiore messaggio dell’immagine femminile che è sfociato nel più triste fenomeno del “velinismo” dietro cui si nascondo interessi ben diversi da quelli richiesti da una professione seria e difficile come quella dell’attore. Non basta essere una bella ragazza per diventare attrici con l’A maiuscola.
Un mondo dove troppo spesso si è confuso il talento con la visibilità offerta anche solo da un accompagnamento opportuno. Alla ricerca di buono talenti dunque, per Daniela Maetri!
Questo è il suo mestiere ed a lei chiedo come si rivolge alle giovani donne che si presentano alla sua agenzia(Artist’s Management) e quali sono i suoi consigli?
“Non essere uguale a tutte le altre! Saper recitare, stare al proprio posto, studiare recitazione, non pensare che siano tutte raccomandate, non è vero…lavorare, lavorare, lavorare. In quest’ambiente e ricordarsi che non tutti sono primi attori”
So che lei tiene dei corsi proprio di formazione per giovani talenti, in cosa consistono?
“Nel far conoscere ai giovani quello che gli servirà nell’arco della loro carriere e che nessuna scuola insegna veramente il bagaglio dell’attore. Mi spiego: l’uso della voce, sia in scena che nella vita normale, sapere improvvisare una parte su richiesta di un regista in maniera veritiera, saper cadere senza rompersi una gamba in scena, usare il corpo tutt’uno con il personaggio…insomma diciamo che è un corso competo esclusa la recitazione”
E’ troppo facile definire la differenza di genere solo attraverso l’immagine. Nella recitazione cosa fa la vera diversità tra uomo e donna?
“In realtà non c’è una diversità. E’ il modo che abbiamo noi oggi di vivere la donna che rende diversi i ruoli, ma la bravura è bravura per entrambi. Americani ed inglesi in questo sono maestri!”
In Italia, le donne, pur essendo prime nell’istruzione, non riescono a collocarsi adeguatamente nel mondo del lavoro e delle professioni. È un fatto che si determina an che nel suo ambiente?
“Nel nostro mondo è ancora peggio. Una donna non è protagonista a meno di non avere accanto un attore con un nome noto, a meno che non sia un’icona ma sono casi rari. Se non hanno uno sponsor che le faciliti la carriera ci sarà sempre, accanto al nome di una donna, la dicitura “con la partecipazione straordinaria di” e un nome maschile conosciuto”
Cosa ne pensa di tutte quelle donne che partecipano a vari programmi in veste di “attricette” ma che non hanno mai fatto neanche una piccola parte e che imperversano nelle riviste di gossip?
“Stanno bene nelle riviste di gossip visto che non sono attrici e non potrebbero stare in scena”
Per finire, lei che ha così tanta esperienza, consiglierebbe ad una giovane donna di avvicinarsi a questa professione?
“Con una famiglia giusta che la sostenga, non trascurando gli studi per crearsi un futuro alternativo comunque, con persone di provata fiducia si. Perché la passione va assecondata anche se deve essere instradata nel modo giusto”.