• Se c’è qualcosa cosa che dovremmo impegnarci tutti a vedere e divulgare sia a giovani che agli adulti è il bellissimo corto “LA BAMBOLA DI PEZZA “scritto e diretto da Nicola Conversa e prodotto da One More Pictures con Rai Cinema.
Un breve film presentato come evento speciale alla 79 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che si è appena conclusa e che è accessibile come visione ora a tutti gratuitamente su Rai Play “La Bambola di pezza” è disponibile gratuitamente per tutti su RaiPlay” ma anche sull’app Rai Cinema Channel VR.
Vincitore meritatissimo della quarta edizione del contest ‘La Realtà che “non” Esiste’.
Un lavoro progettato a scopo divulgativo e rivolto al pubblico giovane per cui la connessione al web è parte del quotidiano. Tema del racconto , tratto da una storia vera , è l’adescamento on-line di minori e le sue drammatiche conseguenze.
Secondo dati Ocse,infatti, sono circa 500mila i predatori sessuali attivi ogni giorno in rete, i cosiddetti “groomer”.
Intendendo con adescamento o “grooming on-line” ( il termine internazionale ) il manifestarsi di un interesse sessuale di un adulto nei confronti di un minore per portarlo ad iniziare una relazione malsana e spesso ricattatoria con incontri di persona
Ambito dove i dati rilevano l’avere il 50% delle vittime un’età compresa tra i 12 e i 15 anni.
Il grooming on-line si legge nel report come “ un lento processo interattivo attraverso il quale il cyber predatore, con l’obiettivo di realizzare attività di natura sessuale o di sfruttamento di vario tipo, sviluppa una relazione intima e duratura con una giovane vittima inconsapevole”.
Processo che ha come caratteristica il “prendersi cura” della sfera intima, emotiva ed affettiva della vittima minorenne che arriva a fidarsi ciecamente perdendo ogni possibilità di difesa.
Le vittime vengono selezionate principalmente in luoghi virtuali come chat, forum e social network e certamente la preda più ambita è il minore poco controllato dalla famiglia e con grande disponibilità di accesso al web senza , appunto, controllo. Una realtà enorme e decisamente pericolosa se solo si leggono i dati forniti nel rapporto del Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (C.N.C.P.O) del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma con la collaborazione di Save the Children che ha individuato nel 2021 306 vittime di adescamento on line fra i 10 e 13 anni come età più colpita
Questo se pensiamo che sotto ai minori di 13 anni non sarebbe neanche permesso usare i social network!
Ne “La bambola di pezza” la voce narrante e filo conduttore del racconto è interpretata da Claudia Gerini che vediamo interpretare quanto accade da diverse prospettive, come professionista, come donna e come mamma.
C’è Mia (Maria Sole Pollio) , la protagonista , ovviamente con un nome di fantasia , sedicenne sensibile che conosce in una chat dove scrive il suo diario virtuale Tommaso (Giancarlo Commare ) , ragazzo apparentemente sensibile e a lei affine , premuroso ed empatico.
Insomma un suo incredibile alter ego trovato come un dono prezioso piovutole dal cielo che diventa a poco a poco il centro del suo mondo .Qualcuno di cui arriva a fidarsi ciecamente dimenticandosi velocemente anche dei rapporti reali e presenti degli amici a lei vicini.
Creandosi una condizione di sudditanza emotiva e psicologica che , soprattutto nei confronti delle ragazze , si tramuta spesso nel ricatto conseguente a minaccia di pubblicazione di foto o video privati ingenuamente inviati e sempre in una violenza e manipolazione da cui la vittima non riesce ad uscire se non trovando la forza di arrivare a confidare tutto denunciando.
E’, infatti, la platea silenziosa di chi ancora non riesce a ribellarsi a tutto questo che “La bambola di pezza” vuole e deve raggiungere. Invitando le ragazze ma tutti i giovani e giovanissimi , dato che il fenomeno va oltre il genere, a denunciare sempre, parlando di qualunque cosa sia loro accaduto .
Ovviamente il finale del cortometraggio non è possibile raccontarlo perché l’invito, credetemi, è assolutamente a vedere e divulgare questa storia e il tema che tratta.
Divulgarlo e parlarne. Che siate genitori, zii, nonni, insegnanti , e ovunque abbiate un ruolo che possa dare modo di far conoscere questo tema . Perché insieme all’invito alla denuncia è importante far crescere prima la consapevolezza di ciò che si usa ,in questo caso il web, e di come se ne possano evitare i pericoli .
I giovani hanno bisogno di fatti , di approcci concreti .
“La bambola di pezza ” segue questa via riuscendo in soli ventitrè minuti di grande emozione a coinvolgere e spiegare a giovani ,ma anche a noi adulti e meglio di mille parole, il tema complesso dei pericoli reali e presentissimi per chi affronta il mare del web senza consapevolezza né controllo .