Bontà tua – Tributo a Maurizio Costanzo
“E’ terribile, è morto nostro padre”. Sono state le prime parole che Vittorio Sgarbi ha pronunciato in diretta TV nell’immediatezza della notizia della scomparsa di Maurizio Costanzo.
Da Bruno Vespa a Luca Laurenti, da Pierluigi Diaco a Claudio Amendola, la perdita di un padre viene affermata, ora con consapevolezza ora con tenerezza, fino al dolore e allo struggimento.
Non mi soffermerò sullo straordinario uomo di spettacolo, autore, giornalista e anchor-man, ma sull’uomo Costanzo in questa sua dimensione paterna, che tanti stanno sottolineando in queste ore attonite, che spiega il grande cordoglio e il vuoto profondo che solo una figura genitoriale può lasciare.
Pubblicamente e professionalmente, Maurizio Costanzo ha fatto nascere e scoperto tanti personaggi che ci hanno accompagnato per decenni; ma ciò che molti di loro, ora smarriti, svelano, era la sua disponibilità a seguirli oltre quello che gli perteneva, rendendosi sempre disponibile a fornire loro un consiglio spesso risolutivo per i tanti nodi che si presentavano nella vita lavorativa come personale, privata, diventando, per chi gli si affidava, insostituibile faro, guida benevola, base sicura.
In una società senza padre come la nostra, con un maschile sovente piccolo piccolo che traghetta dall’infanzia alla vecchiaia senza passare per l’età adulta, si staglia la figura di quest’uomo che, per parafrasare Pablo Neruda, confessa di avere vissuto, creato, lottato, sbagliato, anche tradito ed in ogni scelta intrapresa creduto, assumendosene pienamente ogni responsabilità come quando si è separato da ogni donna che ha amato avendola sposata prima, investendoci fino in fondo, o come quando ha detto di essere stato “un cretino” a prendere la tessera della P2 lasciando la direzione del giornale L’Occhio e ritirandosi poi dall’esposizione pubblica, espiando per molto tempo.
Cosa dire poi della lotta alla mafia, per la quale rischiò la vita insieme all’adorata Maria nell’attentato dinamitardo che subirono in Via Fauro, del quale si sentì profondamente responsabile anche per i residenti di cui si informava dicendo che, se anche ci fosse stata una sola vittima, avrebbe smesso di lavorare per il pensiero che, a causa del suo impegno, avesse perso la vita un innocente.
Un padre vero, dunque, risplendente di quella umanità sorniona e forte di una etica civile, non una divinità stantia e forse proprio per questo autentico e convincente.
Un padre come quelli della sua generazione, votati al lavoro e solidi come montagne, tutti d’un pezzo e assorbiti dagli impegni: nell’ultimo quarto della sua straordinaria vita lo aveva aiutato la sua Maria a conquistare la quotidianità degli affetti e a creare degli spazi di qualità con i figli ed i nipoti che nel frattempo sono arrivati ad allietargli la vita.
Maria, l’ultimo e più grande amore, nella cui mano, diceva, avrebbe voluto morire e che tenendosi con lui per mano gli ha fatto vivere trent’anni di grazia e pienezza, come solo il Sentimento vero può realizzare, in barba allo scetticismo di chi mal vedeva e mal giudicava l’importante differenza di età tra di loro. Il segreto dell’attrazione della giovane avvocatessa di Pavia, ruvida e sicura delle proprie capacità, un po’ infastidita dall’apparente severità di quell’uomo che la sovrastava è stato, lo ha dichiarato lei stessa, la sua affidabilità, il suo esserci, doti imprescindibili di un uomo che è soprattutto padre.
Talmente padre è stato Maurizio Costanzo, da aver voluto adottare un ultimo amatissimo figlio con Maria; e a tal punto uomo da non aver mai avuto difficoltà a sottolineare e tessere le doti professionali della moglie in pubblico, sino a riconoscere: “ora lei è più brava di me”.
Nelle tempeste della vita, come negli stalli paludosi, abbiamo bisogno di tornare alla base sicura che i nostri genitori sono stati per noi nell’infanzia, come ben spiegato dal teorico dell’attaccamento John Bowlby ed è per questo che quando muore un padre, per il singolo come per la comunità, e viene meno l’esempio ed il sostegno che forniva, il dolore e lo smarrimento siano molto grandi per la perdita di un “punto fermo”, come lo percepiva Maria e tutti coloro che onorava della sua attenzione.
Resta però l’eredità professionale ed umana che un uomo come Maurizio Costanzo lascia e l’esempio di impegno indefesso, responsabilità, solidità e certezza di esserci che dà solo chi da ragazzo è diventato uomo e dunque padre di figli, di progetti, di talenti, di amici come di sconosciuti, cui ci si auspica si ispirino le nuove generazioni.
Come possiamo ringraziarti tutti noi, caro Maurizio? Promettendoti che quel sipario che hai alzato sul mondo che ci circonda, nel bene come nel male, nei vizi privati come nelle pubbliche virtù, noi lo lasceremo aperto.
Bontà tua.
2 commenti
cara dott.ssa Alexia Di Filippo ancora una volta grazie per le sue parole che riescono sempre a focalizzare la vera essenza di un personaggio, oltre il “sipario”.
E’ sempre bello leggere il suo modo di esprimersi, unico nel suo stile!
Buona vita e successo, raggiunto per la sua tenacia e il suo grandioso impegno.
Grazie ancora!
Gent.ma Gabriella,
la ringrazio con tutto il cuore per queste parole che mi rivolge, anche troppo generose, che tuttavia accetto volentieri a titolo di riconoscimento dell’impegno che caratterizza il mio agire professionale.