Monte Verità, film diretto dal regista svizzero Stefan Jäger, racconta la storia di Hanna Leitner (Maresi Riegner), una madre di due figli che si mette in viaggio da Vienna verso il sud della Svizzera con il desiderio di fuggire a quel ruolo di donna borghese, che rischia di soffocare.
Hanna non ne può più, non solo della società, ma anche del marito Anton (Philipp Hauß), che la molesta sessualmente.
La donna inizia una terapia col dottor Otto Gross (Max Hubacher), seguendolo fino al Monte Verità, dove Hanna scopre un’inaspettata passione per la fotografia.
Lì vive un gruppo di artisti riuniti in una comunità utopica e in cerca della libertà assoluta nei primi venti anni del ‘900.
Infine
Monte Verità racconta uno dei luoghi più interessanti della Svizzera degli inizi del 900.
Una vera colonia utopica e fucina di idee. Un luogo frequentato da intellettuali e artisti non convenzionali che venivano da tutto il mondo per scoprire l’importanza della natura e l’armonia dell’uomo con essa. Una delle prime comunità di vegetariani e nudisti del secolo scorso che ispirò il movimento degli hippie negli anni ’60. Nel film Hanna Leitner (Maresi Riegner), personaggio di finzione e protagonista, è affiancata da protagonisti reali come Hermann Hesse, Otto Gross, Isadora Duncan e molti altri,
Una donna comune, nella Vienna del 1900. Una donna Hanna della borghesia agiata, soffocata dal rapporto con un marito opprimente in quegli anni e in quel contesto sociale
E’ la storia di emancipazione femminile di Hanna Leitner, scopertasi fotografa – finita per inseguire il suo terapista nella comunità utopistica e libertaria di Monte Verità
Un luogo avanti di decenni, nel cuore del Ticino svizzero.
La donna si ritroverà infine di fronte a un bivio: tornare con un ritrovato equilibrio mentale dalla sua famiglia o seguire il desiderio di realizzare i suoi sogni di artista.
“A 18 anni sono stato a Locarno, e ci hanno fatto fare un giro al Monte Verità”, ha dichiarato Stefan Jäger – “È un luogo che non conoscevo e di cui mi ha toccato la natura, la magia, si sente ancora l’atmosfera di quegli anni. Mi ha fatto venir voglia di raccontare una storia ambientata lì. Ho effettuato delle ricerche e poi mi è stata proposta la sceneggiatura di Kornelja Naraks, con temi che riguardavano l’oggi, le donne e la disparità di diritti con gli uomini. Il tutto in un contesto molto moderno, nella natura, in cui mangiavano vegano. Un’utopia di 120 anni fa allucinante per i legami con la contemporaneità, per quanto furono avanti con gli anni.
-Poi raccontiamo – ha proseguito – di come sia complesso essere artista e in contemporanea occuparsi della famiglia. Lei lascia i figli per diventarlo. Hanna è un personaggio d finzione, ma secondo il nostro storico consulente rappresentata il tipico ospite. In archivio abbiamo trovato delle foto, le uniche rimaste, e non si sa chi le abbia scattate. Abbiamo voluto raccontare la nascita di un’artista, in cerca di un vero dinamismo, anche nel suo stile fotografico”.
Jäger si è avvalso di molte collaboratrici e capi reparto donne per aiutarlo a raccontare questa storia di emancipazione femminile.
Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.