Avrei voluto esserci al convegno del 7 marzo ”Uno sguardo diverso. Le donne e la Rai, due mondi complessi a confronto”, ma era a Roma ed io abito a Milano. Quindi mi sono dovuta accontentare dei resoconti letti qua e là per farmi una mia opinione.
“E’ importante rompere gli schemi, mettere in discussione il meccanismo decisionale e cambiare con atti concretidfla ministra del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità, Elsa Fornero, al convegno organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Rai, presieduta da Maria Pia Ammirati, “Uno sguardo diverso. Le donne e la Rai, due mondi complessi a confronto”, che si è svolto mercoledì 7 marzo nella Sala degli Arazzi della sede di viale Mazzini.
Promosso con l’intento di concretare il confronto con i vertici Rai chiesto dalle associazioni e reti di donne che, nel corso del 2011, hanno scritto alla direttrice generale denunciando la rappresentazione delle donne nel servizio pubblico, e chiedendo un concreto cambiamento di rotta, il convegno ha rappresentato anche la prima iniziativa pubblica della CPO Rai, organismo per la parità e le pari opportunità in azienda, sui temi legati al riequilibrio della rappresentanza, rappresentazione e lavoro.
Nella sala stracolma, moltissime le associazioni presenti, hanno preso la parola la direttrice generale RAI Lorenza Lei, la ministra Fornero, la vice presidente del Senato Emma Bonino, Roberto Rao della Commissione di Vigilanza Rai, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni invitate al dibattito.
“Indubbiamente dobbiamo migliorare ancora tanto, ed il primo passo da fare è saper condividere, saper amalgamare bene tutte le esperienze per poterne fare un ragionamento unico e lineare”: aprendo i lavori, dopo la proiezione di un video “Uno sguardo diverso”, a cura di Maria Pia Ammirati e Giovanna Pensabene, Lorenza Lei ha nei fatti ammesso il vuoto d’informazione reclamato dalle associazioni, annunciando una new entry, “Talento Donna”, spalmata in dodici puntate, nel palinsesto di Rai5. Lei ha parlato anche della realizzazione del monitoraggio sull’immagine delle donne nel servizio pubblico previsto dal contratto di servizio 2010-2012, che sarà affidato all’Osservatorio di Pavia. “Attraverso la produzione dei dati raccolti sull’intera programmazione delle tre reti Rai nella fascia del prime time – ha spiegato – si potranno individuare e correggere gli sbagli.”.
“La Rai tira su o manda giù?”, ha sorriso, ma non tanto, Elsa Fornero intervenendo subito dopo la direttrice generale. Poi, commentando i documenti proposti dal video, materiali d’archivio forniti da Rai Teche diretta da Barbara Scaramucci, – con Bianca Berlinguer le due uniche donne al vertice di un canale Rai -, la ministra ha posto anche la questione della rappresentazione mediatica del lavoro femminile: “se negli anni cinquanta la domanda ricorrente era perché una donna lavora, oggi ci si deve chiedere perché una donna lavora così poco. Per la donna il lavoro non è ancora l’espressione della propria personalità, ma piuttosto è un diritto da reclamare.”. Fornero ha quindi dichiarato alcuni suoi obiettivi per l’occupazione quali l’inclusione nel mercato del lavoro degli over 50, i congedi di paternità, la conciliazione del lavoro uomo/donna, la legge contro le dimissioni in bianco, e ha chiesto al direttivo RAI coraggio nel selezionare le persone, i progetti ed i programmi, dando spazio al merito ed alla competenza femminili. Contro modelli femminili non rappresentativi della realtà delle donne.
Meglio chiamarli con il loro nome: modelli stereotipati, replicati e perpetuati, “ai quali ci hanno costretto ad assuefarci, e che rendono impossibile la produzione di opinioni. Il pluralismo nel servizio pubblico non è rappresentato, e l’unica rappresentazione del femminile che va per la maggiore è monca e limitante.”. E’ la vice presidente del Senato Emma Bonino a mettere quindi i puntini sulle i, nominando una parola chiave del cambiamento: pluralismo. Per le donne, significa che “la RAI stessa diventi un incubatore di idee”, che il punto di vista femminile abbia eguale spazio di quello maschile, che il programma annunciato dalla direttrice generale non si trasformi in una riserva indiana ma sia capace di contaminare gli altri programmi, di avere effetti anche sulla televisione generalista. “Prima di tutto, ha concluso Bonino, “è però importante che noi tutte impariamo ad essere più esigenti.”.