Un altro Ferragosto
recensione di Erica Arosio
di Paolo Virzì
con Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel,
Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani, I
Correva l’anno 1996, Mani pulite prima e la discesa in campo di Berlusconi poi avevano cambiato il volto del paese e contribuito a ridefinire le categorie di Destra e Sinistra. Paolo Virzì in un film vacanziero ‘‘Ferie d’ Agosto”, un genere a sé, come i cinepanettoni, era riuscito a raccontare vizi e virtù dell’italico popolo mettendo in scena l’incontro-scontro fra due gruppi familiari in vacanza a Ventotene, isola ai tempi ancora indenne dal turismo di massa. Il film ebbe grande successo. Ci è voluta una buona dose di temerarietà per riprendere in mano i personaggi di allora e vedere che cosa ne è stato quasi trent’anni dopo, con l’ambizione di rappresentare attraverso la loro evoluzione quella della nostra società. Chiedersi se il passare del tempo abbia trasformato o piuttosto portato al declino il nostro mondo è l’arduo interrogativo nel cuore del film.
Paolo Virzì alla regia, supportato nella scrittura dal fratello Carlo e dalla penna brillante di Francesco Bruni quel coraggio lo ha avuto. Il risultato? Una storia articolata e complessa, sovraffollata, profondamente pessimista e malinconica, ma anche capace come accadeva ai tempi gloriosi della commedia all’italiana, di essere lo specchio del Paese. Se però Monicelli e Risi, i grandi maestri, puntavano l’obiettivo su un Italia che si crogiolava nel benessere sempre crescente, quello che ora tocca ahimè raccontare è una deriva decisamente meno felice e anzi, nella visione debitrice all’ironia livornese che sta nel dna di Virzì, addirittura catastrofica. E non è facile adattare i toni della commedia alla tragedia senza per questo voler utilizzare l’umorismo nero.
Quello che salta subito all’occhio e che differenzia l’oggi dal 1996 è la grande confusione che si è impossessata di tutto e di tutti e che la fa da padrona non solo nel gruppo di “Destra” ma anche fra i sodali progressisti stretti intorno a Sandro (Silvio Orlando), ormai malato e perso nei ricordi di un fulgido passato. La memoria di quel che a Ventotene accadde, il confino e i primi progetti del sogno europeo, la fiducia nelle magnifiche e progressive sorti, punteggiano unici spazi di respiro e nostalgica pausa una narrazione per il resto concitata, popolando i sogni di Sandro in rigoroso bianco e nero dei volti e delle parole degli esiliati: Pertini, Spinelli, Colorni, Rossi. Ma quello appartiene al nobile passato, perché lo sguardo quando si concentra sul presente è impietoso e nessuno, né a Destra né a Sinistra si salva.
Da una parte intorno a Silvio Orlando abbiamo la moglie Laura Morante che non si rassegna al passare degli anni, il figlio Altiero che ha fatto un sacco di soldi negli Usa con una App di messaggi e arriva all’isola con il marito fotomodello. Ci sono poi la storica ma litigiosa coppia lesbica, la figlia che cerca di mettere tutti d’accordo e Gigio Alberti impenitente playboy squattrinato che pensa di avere ancora 20 anni. Nel gruppo di destra, capitanato da un vulcanico e rumoroso Vinicio Marchioni tutto ruota intorno al matrimonio fra lui e un’influencer (che brava Anna Ferraioli Ravel) scandito da selfie, dirette video e la vita in pasto al pubblico. Le cose che succedono sono molte, così come gli scambi fra i due gruppi con attrazioni e repulsioni ma alla fine con poche differenze antropologiche perché da ambedue le parti a vincere è la fragilità e la fatica del vivere.
Il senso del film arriva, inaspettato, nel “messaggio” che Paolo Virzì affida a un personaggio secondario, l’ex moglie di Vinicio Marchioni. La giovane donna, priva di quella che un tempo si sarebbe definita coscienza politica, capita per caso in una notte di private turbolenze alla proiezione di un film in piazza: il festival da vecchio cineforum attira solo sparuti vacanzieri. Si emoziona e al dibattito finale interviene solo lei. Con parole semplici sgorgate dal corpo e dal cuore e non dalla ragione, con le lacrime agli occhi dipinge il disastro dell’umanità. Ed ecco che all’improvviso la commedia all’italiana si trasforma in commedia politica di lucida intelligenza.
Questa scena mi ha conquistato e emozionato, mi è piaciuta la scelta di affidare il senso di questo Altro Ferragosto a un personaggio di secondo piano e del gruppo di Destra come a dire che per capire davvero chi siamo e dove stiamo andando conti di più il corpo, la percezione istintiva della realtà che non mille dibattuti, sempre più sterili.
Certo ci sarà anche chi vedrà il film senza pensare a nulla, concedendosi qualche sorriso per le tante battute felici che non mancano. Chi invece ricorda bene il vecchio Ferie d’agosto uscirà dalla sala con un gran magone che diventerà ancora più intenso sui titoli di coda: il film è dedicato a chi se n’è andato, fra gli altri i vecchi protagonisti Enrico Fantastichini e Piero Natoli. A noi che restiamo la sensazione di vivere gli ultimi giorni dell’umanità.
Erica Arosio, milanese, una laurea in filosofia, giornalista, scrittrice, critico cinematografico, è mamma di due figli meravigliosi, Mimosa e Leono.
è stata a lungo responsabile delle sezioni cultura e spettacolo del settimanale «Gioia» e ha curato per vari anni la rubrica cinema di «Radio Popolare». Autrice di una biografia su Marilyn (1989 Multiplo, poi 2013 Feltrinelli Real cinema, in cofanetto con il dvd «Love, Marilyn»), ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica» e «Il Giorno».
Nel 2012 esce il suo primo romanzo, “L’uomo sbagliato” (La Tartaruga, poi Baldini & Castoldi, 2014). Con Giorgio Maimone scrive una serie di gialli ambientati nella Milano degli anni 50 e 60: “Vertigine” (Baldini & Castoldi, 2013), “Non mi dire chi sei”, “Cinemascope” , “Juke-box” e il racconto “Autarchia” nell’antologia “Ritratto dell’investigatore da piccolo” (tutti per Tea), “Macerie” (2022, Mursia), “Mannequin” (2023, Mursia)
Sempre con Giorgio Maimone ha scritto “L’Amour Gourmet” (Mondadori, 2014), un romanzo sentimentale ambientato nella Milano degli anni Ottanta, il mémoire sul ’68 “A rincorrere il vento” (2018, Morellini) e i gialli ambientati in Liguria “Delitti all’ombra dell’ultimo sole” (2020, Frilli) e “La lista di Adele” (2021, Frilli). A gennaio 2024 è uscita l’audioserie originale Faccia d’angelo, storia di Felice Maniero e della mala del Brenta, disponibile sulle principali piattaforme.
E’ autrice di ”Carne e nuvole” (Morellini, 2018) una raccolta di 101 racconti brevi e della favola ”La bambina che dipingeva le foglie” (Albe edizioni, 2019). Ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive ed è fra gli autori in Delitti di lago 3, 4 e 5 (Morellini editore)