Viviamo in una società emancipata, moderna, piena di stimoli e di risorse. Eppure sentiamo palpitare impellente la necessità di proteggere l’essere umano dalla violenza, dal sopruso, dalla derisione, dalla discriminazione.
L’8 marzo ricorre la giornata internazionale della donna. Una data emblematica scelta come memoriale di una tragedia che vide morire in un incendio decine di operaie di un’industria tessile di New York. Da quel lontano 8 marzo del 1908 c’è stato un lungo cammino, che ha portato al diritto al voto e ad altre conquiste politiche e sociali. Ma a distanza di un secolo echeggia ancora l’urlo delle donne maltrattate, violentate, discriminate in famiglia, a scuola, sul lavoro.
Donne invise e giudicate per quello che esprimono, per come si vestono, per le scelte che fanno. Libertà è il loro vangelo, rispetto il loro mantra.
Eppure la cronaca internazionale “gronda” di episodi cruenti di giovani donne costrette a sposare uomini della stessa fede e dello stesso paese; giovani ragazze che devono coprirsi il capo altrimenti vengono uccise a manganellate, donne che non possono lasciare un uomo perchè rischiano di essere sfigurate con l’acido o trafitte da coltellate cariche di gelosia malata.
Cosa fare, ci si chiede a gran voce, per arginare una piaga subdola ma sempre più estesa? Come sdradicare la mentalità del possesso, della cieca sottomissione, della violenza verbale e fisica? Non esiste una ricetta o una pozione magica ma la natura insegna. Si deve cominciare dal principio, piantare sin dall’infanzia semi di dialogo, rispetto, tolleranza. E così i padri che mettono al mondo dei figli dovrebbero insegnare con l’esempio che la mamma, se decide, può anche studiare o lavorare. Una mamma lavoratrice va sostenuta. Il padre aiuta la madre nella gestione familiare, non la denigra.
La scuola può e deve fare la sua parte nella formazione. Si dovrebbero leggere storie di compassione e solidarietà. Jella Lepman, fondatrice della prima e più importante Biblioteca Internazionale per Ragazzi, la Jugendbibliothek di Monaco di Baviera e della Organizzazione Internazionale no-profit IBBY (International Board on Book for Young people) scriveva che “i buoni libri per bambini contengono molte potenzialità, di tipo non solo estetico e pedagogico ma sociale, politico, etico”. L’intuizione della giornalista fu che i libri per bambini potevano essere uno strumento per la comprensione ed essere “il primo nutrimento per le menti per far rinascere un paese”.
Utopia? Forse; ma l’immenso e potente mare non è forse composto da miliardi di piccole gocce, apparentemente insignificanti? Pertanto la giornata internazionale dei diritti della donna dovrebbe fungere da monito e spingere alla riflessione. Si tratta di qualcosa di più che sollevare in alto un calice o regalare un fiore. Il dono più bello, da associare al fascio di mimose, è lo sguardo di stima, di fiducia, di affetto. Le parole sono importanti come lo sono i gesti e gli sguardi. Pertanto, mi rivolgo a te, giovane ragazzo o uomo maturo che ora stai leggendo questo articolo scritto da una donna, fermati un istante e pensa a una parola gentile, sceglila con cura e poi rivolgila alla tua compagna di banco, a tua nonna, alla tua fidanzata, alla vicina di casa, alla collega, all’estranea sull’autobus. Regala una goccia di speranza e versala in questo caotico mare.
Rossella Dentuto (Rosa all’anagrafe) Biografia breve
Nata a Bari il 09/10/1977 e laureata in Scienze della
Formazione Primaria presso l’Università di Bari Aldo
Moro.
Dal 2020 è Insegnante di ruolo nella scuola dell’infanzia.
È da sempre mossa da una profonda passione per tutte le
forme d’arte. Ha viaggiato a lungo, soprattutto in Italia e
in Europa, dove ha approfondito culture e tradizioni
locali. Lettrice instancabile di libri di vario genere.
Gestisce una pagina ufficiale (Maestra Sally) nella quale
esprime la sua attività didattica e condivide testi e ricerche,
tratte da fonti scientifiche accreditate, che riguardano
l’educazione, l’apprendimento, le Neuroscienze.
Dal 2020 è direttrice artistica della
SamoMusicProductions.
Dal 2017 collabora con il laboratorio di Pedagogia
sperimentale del corso di laurea di Scienze della
Formazione Primaria, Università di Bari “Aldo Moro.”
Scrittrice di libri per bambini, nel 2022 ha pubblicato con
Les Flaneurs “Princigoccia.”
Nel 2022 ha scritto un articolo “Apprendimento: tra
cognizione ed emozione”, destinato a una rubrica online
della casa editrice “Latte di nanna” Nel 2023 ha scritto un
contributo pubblicato sul testo, edito da Erickson, “Fare
scuola con le storie.”
Nel 2023 ha pubblicato con Progedit “Le avventure di
Rosagoccia.” e “Lo Scrigno” (romanzo d’esordio).