romanzo di Nicoletta Bortolotti
”Non ho bisogno del tuo amore. Sembra dire questo Viola, con gli anni di silenzio che l’hanno divisa dalla sorella Margherita, compagna di un’infanzia ormai troppo lontana. Un’infanzia di ginocchia sbucciate, risate e mille giochi inventati insieme per non vedere l’amore dei genitori sgretolarsi a poco a poco, nella Milano dei concerti di Vecchioni, delle canzoni di Ornella Vanoni e delle
Feste dell’Unità, dove mamma e papà si baciavano, cantavano, litigavano e si baciavano ancora.
Ma oggi, dopo tutti questi anni, Viola ritorna: la sorella più piccola, quella che non aveva mai paura del buio, che baciava gli sconosciuti e si innamorava del vento, libera e generosa di sé come Bocca di Rosa, è tornata per chiedere alla sorella più grande di passare un giorno al mare, loro due sole. Per raccontarle finalmente il segreto che l’ha tenuta così a lungo distante. E dimostrarle
che un amore da lontano non è un amore da meno.
Con una scrittura cristallina, Nicoletta Bortolotti racconta una storia di famiglia agrodolce e delicatissima. La storia di un amore assoluto, e di un’infanzia che se n’è andata in punta di piedi, senza voltarsi ad aspettare. Un romanzo di un’intensità straordinaria, ma lieve e incantato come una bolla di sapone.”
Questo libro è disponibile anche in versione ebook
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Frasi tratte da ”E qualcosa rimane”
“La mamma non scelse di avermi, Viola, perché allora la maternità non era una scelta programmata, ma una necessità. Neanche da mettere in discussione. Il lavoro, quello sì, era una scelta di libertà che stavano compiendo le donne.
E oggi? Mi sembra il contrario. La maternità è diventata una scelta di libertà che pare un lusso, e il lavoro è l’unica necessità.”
“I nostri genitori parlavano dell’inizio e della fine del mondo, del sesso libero o delle lotte operaie e noi non ce ne dovevamo andare da tavola, perché era giusto che sentissimo e partecipassimo. E a scuola, l…a maestra tentava di spiegarci con parole semplici cosa significava il termine “sindacato”. Non avrebbe immaginato che quei sindacati in cui credeva tanto, molti anni più tardi, quando il mondo si sarebbe capovolto, sarebbero diventati come platani secolari, con la corteccia spessa e i rami lunghi, ma con il tronco cavo, ormai troppo assottigliato per resistere alla tormenta che avrebbe piegato ogni filo d’erba, ogni stelo di grano.”
“Lo studio del nonno odorava di timbri, medicine, carte, sapeva di lavoro, di noi che giocavamo al lavoro perché il gioco dei bambini è un lavoro e il lavoro dei grandi è un gioco.”
“No, niente era normale nella nostra famiglia, ma le famiglie strane, Viola, quelle che nessuno prende a modello, insegnano ad amare più in profondità, come gli abeti nei terreni con poca acqua sviluppano radici più lunghe e sensibili per andare a cercarla.
Qualcuno l’ha chiamata resilienza. Una forma particolare di reazione al dolore che invece di distruggere chi subisce violenza, prigionia o esclusione ricopre le ferite di cicatrici spesse. Di arnica e aloe. E rende speciali. Invincibili. Come te.”
NICOLETTA BORTOLOTTI è nata in Svizzera e vive in provincia di Milano. Lavora come redattrice e ghost writer in una grande casa editrice italiana, e ha firmato diversi libri di successo per ragazzi.
Mamma di due bambini, trova il tempo per scrivere in treno, che è la sua ”casa viaggiante”