Recensione di Adriana Moltedo
ll pluripremiato regista 85enne Francis Ford Coppola torna dietro la macchina da presa per realizzare un progetto a cui sognava da più di quarant’anni. Megalopolis è un film scritto, diretto e prodotto dallo stesso Coppola, il quale ha iniziato a scriverne la sceneggiatura nel 1979, mentre lavorava ad Apocalypse Now. Mentre prendevano forma altri progetti – Il padrino e Dracula – E a breve in uscita in Italia.
Coppola ha continuato negli anni a lavorare alla sceneggiatura di Megalopolis, il quale ha però subito diverse e prolungate battute di arresto. Finalmente nel 2019 Coppola riprende in mano le redini del progetto, stanziando di tasca sua ben 120 milioni di dollari e portando a termine la sua ultima e maestosa opera.
I personaggi principali dell’opera sono interpretati da Adam Driver, Giancarlo Esposito e Nathalie Emmanuel, a cui si affiancano Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight, Laurence Fishburne, Chloe Fineman, Kathryn Hunter, Dustin Hoffman, D.B. Sweeney, Jason Schwartzman, Baily Ives, Grace Vanderwaal e James Remar. Il film è presentato in concorso al festival di Cannes 2024, senza però avere ancora un canale di distribuzione.
Megalopolis, è la storia di un architetto di New Rome, Cesar Catilina (Adam Driver), che ha un piano utopistico per ricostruire la città, totalmente distrutta da una catastrofe, in un modo del tutto nuovo e innovativo.
Vuole infatti utilizzare un materiale mai usato prima, il Megalon, che è valso a Cesar Catilina, architetto visionario e utopista, il premio Nobel.
Un materiale misterioso che sembra figlio della teoria delle stringhe come della chimica organica. Il materiale della città del futuro, immaginata da Catilina tra un eccesso alcolico e un abuso di sostanze, e una relazione amorosa, come qualcosa di indescrivibile, che lega l’architettura alla biologia, alla botanica, al resto di quella natura che l’uomo, col cemento, ha stravolto.
Il suo sogno però è ostacolato dal sindaco Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito), non pienamente convinto del progetto.
Julia (Nathalie Emmanuel), la figlia del sindaco, quando s’innamora di Cesar vive una profonda crisi personale. La ragazza non vuole contrariare l’amato padre ma i suoi sentimenti per l’architetto animano il suo desiderio di emancipazione.
In questa storia che ha l’aria di una tragedia, c’è anche Clodio Pulcher (Shia LaBeouf), cugino di Cesar, ossessionato da Julia e pronto a fare di tutto per conquistarla.
Un film sorprendente, di una libertà totale, di un coraggio che travalica i limiti dell’insensatezza. Coltissimo, ricercato, curato in maniera maniacale in tutti i suoi dettagli: fotografici, scenografici, di montaggio. Anche il casting è sorprendente.
Una storia che non è solo sul futuro di una città, di un paese, ma dell’umanità tutta.
Cita, ovviamente, la storia e la civiltà romane, per Coppola simbolo di un collasso che vede imminente anche nella civiltà americana contemporanea; pesca a piene mani dalla tragedia (di Shakespeare, battute comprese), ma non dimentica mai la farsa né la satira; sembra rimandare a Scarface in certi momenti di delirio d’onnipotenza e di eccesso di Catilina, e rimanda – in maniera diretta o indiretta – a tantissimo suo cinema: su tutti, i tormenti amorosi e visivamente animati di Uno sogno lungo un giorno, ma anche gli intrighi del Padrino, gli intrecci legal-politici dell’Uomo della pioggia. C’è l’eco, perfino, dei tormenti folli del Kurz di Apocalypse Now.
Questo è il film della sua vita, della sua arte, è dedicato alla moglie di Francis Ford Coppola, Eleanor Coppola, scomparsa nell’aprile 2024, mentre questo film era ancora in fase di post-produzione.
Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.