Tante sono state le “prime volte” di Torino. È pronta a captare il sotterraneo, il nascosto, l’equivoco, financo lo sciagurato, ma anche il portentoso, il soprannaturale, lo straordinario divino e a diffonderlo nel resto della penisola.
L’aver prestato le sue naturali scenografie architettoniche a film dell’orrore di Dario Argento (Galleria Subalpina), l’esistenza di personaggi come Gustavo Rol, un mistico quanto prodigioso sensitivo, (leggolibrifacciocose) ne sono state la convalida.
La mano torinese si identifica a cominciare dall’unità nazionale e dalla prima capitale d’Italia. E poi la prima automobile, (“l’automobile è femmina!” affermò il D’Annunzio.
Gloss poté leggere queste parole proprio al Vittoriale, nel garage dedicato alla sua Isotta) , i primi consigli di fabbrica, la prima stazione radio, i sindacati, la televisione, gli intellettuali di sinistra, il bicerin, il primo caso di spionaggio industriale legato alla produzione della seta (Castello di Lucento), i sociologi, il libro Cuore, il cioccolatino di lusso, la corsa ciclistica più antica del mondo, l’opposizione extraparlamentare, il vermouth, l’aver dato i natali all’uovo pasquale nel 1725, non presso la corte di Re Luigi XIV dove avevano riscosso scarso successo, ma nella bottega della signora Giambone, che riempì gusci vuoti di uova di gallina.
Le prime case popolari in Barriera Milano nel 1917. L’aver ospitato piemontesi illustri, Cavour, Giolitti, Einaudi, ma anche Fenoglio, Arpino, Soldati, va contro il suo essere una città straniera che ama e odia l’Italia e manda i suoi messaggeri maledetti benedetti a diffondere ogni più abominevole quanto miracolosa trovata.
La firma insperata del D’Annunzio
Curiosa di sapere se e quali legami avesse D’Annunzio con Torino, Gloss fece una punta all’Archivio Storico dove le fu possibile consultare la Gazzetta del Popolo, se richiesta qualche giorno in avanti. La scoprì pregna di aneddoti dannunziani.
La versione torinese del D’Annunzio sarebbe imprecisa senza fare una capatina al Museo della Reale Mutua Assicurazioni, dove è custodita una polizza con la firma completa con la quale il Vate assicurò il Vittoriale, piuttosto rara perché il poeta escludeva dalle sue firme il titolo nobiliare, Gabriele D’Annunzio di Montenevoso. L’agente di Reale Mutua di Riva del Garda lo inseguì per settimane, arrivando a lui tramite il suo medico, ma il
tentativo pervenne all’insuccesso. Ci riuscì infine con l’architetto Giancarlo Maroni, che aveva curato la ristrutturazione del Vittoriale. Gloss immaginò la cifra della polizza, partendo dalla considerazione che il valore del complesso del Vittoriale, pagato dal D’Annunzio centotrentamila mila lire, con la ristrutturazione era salito a quasi il doppio.
Il tramezzino dannunziano e “Cabiria”
Il primo tramezzino nasce a Torino? Il Caffè Mulassano in piazza Castello storico di Torino ne vanta i natali ed è uno dei neologismi del D’Annunzio. Gloss vi fa spesso una sosta al per gustarne uno.
D’Annunzio scrisse la prima delle sceneggiature cinematografiche, “Cabiria”. Gloss si obbligò a dare un’occhiata al Museo Nazionale del Cinema, per scoprire come d’Annunzio intuì il potenziale di un’arte ancora agli albori. Il Museo Nazionale del Cinema possiede la più minuziosa raccolta di materiali circa il girato di “Cabiria”, arricchita di inediti conferiti al Museo dopo la loro acquisizione da parte della Regione Piemonte.
Il primo Colossal
“Realizzato a cavallo fra il 1913 e il 1914, e distribuito a partire dall’aprile di quell’anno con un successo planetario, Cabiria è legittimamente celebrato dalle storie del cinema come il trionfo delle superproduzioni in costume, il più significativo contributo italiano alla valorizzazione dei poteri e delle risorse spettacolari della messa in scena, uno dei primi e più consapevoli tentativi di fondere nella nuova macchina del cinema i mezzi espressivi della letteratura, della pittura, dell’architettura, della musica e del teatro.” Cit. Sito del Museo Nazionale del Cinema.
Le Olimpiadi della Cultura 2006
Il capolavoro ricostruito fu presentato nel corso di un evento speciale al Teatro Regio di Torino a conclusione delle Olimpiadi della Cultura, abbinate allo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. La versione sonorizzata di “Cabiria” del 1931 è stata invece proposta il giorno successivo al Cinema Massimo di Torino.
Dal 2006 il film è stato portato in tour in tutto il mondo, financo a Seul e Haifa.
Il primo cinema fu a Torino
Per completare la figura del Vate a Torino, va a Torino un altro primato: quello del primo cinema, anzi, esperimenti di “fotografia animata”, a pochi mesi dalla proiezione a Parigi dei Fratelli Auguste e Louis Lumière, di cui D’Annunzio seppe subito approfittare col suo “Cabiria”.
Il “cinema” avvenne al civico 33 di via Po, sulla parete che ospitava l’altare maggiore, dentro la chiesa sconsacrata dell’ex ospizio di Carità. La locandina scovata da Gloss indica il biglietto costare cinquanta centesimi. Agente generale per l’Italia della Société Anonyme Plaques et Papiers Photographiques A. Lumière et ses Fils., Vittorio Calcina la sera di sabato 7 novembre 1896 organizzò questa proiezione di brevissimi cortometraggi, dando l’abbrivio alla passione per il cinema dei torinesi.
Fino agli anni Quaranta del Novecento il locale si chiamò “cinema Po”, cui succedette il nome di “King Kong”. Cento anni dopo, quello stesso spazio è occupato da un locale notturno che propone, oltre al bere, presentazioni concerti proiezioni, conservando l’aspetto del passato. Gloss vi si è recata una volta soltanto, con l’occhio attento dell’amante di cinema (fu sceneggiatrice ghost writer a metà degli anni Novanta di un secolo fa). Notò all’ingresso e nella grande sala scura interna alcuni dettagli da ambiente tipo cinematografo.
Vittorio Calcina fu soddisfatto dal risultato della serata e continuò le proiezioni fino a marzo 1897. Al Museo del Cinema Gloss ha ammirato il suo “Cine Parvus”, un apparecchio che fungeva da stampatrice, perforatrice, avvolgitrice e proiettore.
Gloss si “fa bella” del fatto che fu un torinese ad allestire la prima sala cinematografica d’Italia e a girare il primo documentario italiano. L’ex chiesa dell’Ospizio di Carità oggi è il Palazzo degli Stemmi. Resta comunque firmato Calcina quello che ad oggi è il primo documentario italiano esistente. Solo con la Cultura potremo perpetuare nelle generazioni future l’amore per il passato.
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Netnografia
“Cabiria» e il suo restauro presso il Museo Nazionale del Cinema https://www.museocinema.it/it/mostre/cabiria-cabiria-il-restauro-0 (ultimo accesso novembre 2024)
Quando D’Annunzio stipulò un’assicurazione per il Vittoriale https://torino.corriere.it/notizie/cronaca/24_marzo_12/quando-gabriele-d-annunzio-assicuro-il-vittoriale-ecco-la-polizza-con-la-firma-del-poeta-5982f082-0f91-45fd-80b6-34415c8d1xlk.shtml?refresh_ce (ultimo accesso novembre 2024)