regia di David Derrick Jr., Jason Hand, Dana Ledoux Miller
Il cartone animato natalizio della Disney è un classico e di rigore va visto su grande schermo, meglio se con figli e nipotini. Oceania 2 è una gioia per gli occhi, l’animazione ha raggiunto vette impensabili nel passato, in particolare sono impalpabili e morbidi i capelli, soffici i tessuti con trame di raffinato artigianato e l’acqua del mare ha trasparenze ancora più luccicanti che nella realtà. Mentre gli esseri umani inseguono una loro identità particolare, che non copia la realtà, ma inventa e caratterizza.
Oceania è un film sontuoso che ha al centro un’eroina indipendente, decisa a compiere la sua missione. Superati i tempi delle principesse e ancor di più quelle dei principi che accorrevano in salvezza di fanciulle indifese.
Vaiana, ragazzina maori, sa quello che vuole ed è una condottiera. Anzi una navigatrice perché è su una zattera a vela che assieme a improbabili compagni di viaggio, fra cui un maialino e un pollo, affronta l’oceano alla ricerca dell’isola degli avi. Felice nel suo villaggio, è inquieta come i grandi esploratori del passato. Convinta che all’orizzonte, in altri luoghi, in altre isole, ci siano persone come loro, ha il sogno di riunire tutti i popoli del mare e animata da questo sacro fuoco inizia il viaggio.
E se la prima parte, quella ambientata nel villaggio, è semplice nel raccontare i rapporti e gli affetti, in particolare il legame con la sorellina minore, è nella seconda parte che la fantasia e l’abilità dei creatori si scatena.
Musker e Clements, gli sceneggiatori, hanno viaggiato per il Pacifico, hanno chiesto consulenze a archeologi, antropologi, linguisti, storici, navigatori, artisti e tattoo masters del luogo dipingendo credibilmente, in modo quasi filologico, usi e costumi degli storici abitanti delle isole dell’Oceania, trasformando le leggende in meravigliose immagini.
I tatuaggi in particolare raccontano una civiltà e una mitologia e sono declinati poi con spirito da fiaba. Uno dei protagonisti, Maui, un semidio, ha un tatuaggio parlante sul petto, una sorta di suo doppio col ruolo di Grillo parlante: un oracolo che alla bisogna interloquisce e dà consigli, agitandosi sui poderosi pettorali.
Il viaggio di Vaiana è avventuroso come una Divina Commedia, ha gironi paradisiaci e altri infernali, le fa incontrare mostri e saggi, draghi e donne pipistrello. La ragazzina non si arrende e affronta temeraria ogni ostacolo. Il mantra, quello che la fa superare ogni difficoltà, è un monito anche per i piccoli spettatori: “C’è sempre un’altra strada, anche se a volte si rischia di perdersi”