Dal XVIII secolo è in voga tra i giovani rampolli di buona società il “Grand Tour”, lungo viaggio nell’Europa continentale con lo scopo di arricchire il loro bagaglio culturale e completare la loro educazione. Un’esperienza formativa della durata di diversi mesi, a volte anche anni, durante la quale visitano le principali città d’Europa, entrando in contatto con culture diverse, ammirando opere d’arte e monumenti storici, e approfondendo la conoscenza delle lingue e delle usanze locali. Tra i personaggi famosi che fecero il “Grand Tour”, si annoverano: Lord Byron, Percy Bysshe Shelley, Stendhal, Antonio Canova e Johann Wolfgang von Goethe. Alcuni di loro comprendono Torino tra le destinazioni. Anche Goethe?
Roma, Italien
Non lui, ma il “suo” teschio di Raffaello.
Nel suo erudito vagabondare, (e da emerito perfezionista), Goethe non manca di visitare due volte Roma: la seconda fu in occasione di uno sfrenato carnevale, con cavalli berberi lanciati al galoppo per le strade della Capitale.
Goethe non tralascia di visitare l’Accademia San Luca, in cui si trova il famoso “cranio di Raffaello”.
Pare che l’artista Carlo Maratta, restauratore in Vaticano, fece ispezionare l’apertura della tomba nel Pantheon del Pittore Rinascimentale nel 1674. Commissionò una copia in gesso del teschio allo scultore Paolo Naldini, che la utilizzò come modello per il busto conservato all’Accademia, a sua volta replicato su richiesta di Goethe.
Un teschio emblematico del “memento mori” che lo scrittore tedesco tenne per sempre sulla sua scrivania.
Torino, Italien
E dove finì questo “cranio di Raffaello” di proprietà Goethe?
A Torino! Oggi si rinviene nell’Accademia di Medicina, attraverso la collezione di Franz Joseph Gall, ideatore della dottrina frenologica, secondo cui sarebbe stato possibile riconoscere le facoltà psichiche di ogni persona dal rilevamento delle protuberanze craniche.
Il famigerato “teschio di Raffaello” fu donato all’Accademia di Medicina torinese sul finire nella prima metà del XVIII secolo tramite il medico e anatomista Giovanni Battista Morgagni. L’accademia è sita in via Po 18, dove sono in corso i restauri del palazzo e dei suoi tesori nascosti, vicino a un’altra Accademia, l’Albertina (Corsetti Mentali), E darà l’abbrivio agli studi di antropologia criminale del Cesare Lombroso, al centro di interessi culturali.
E anche stavolta, seguendo Goethe, crani e arte, si è arrivati a Torino.
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