Il film più candidato è stato Emilia Pérez, con 13 candidature, seguito da The Brutalist e Wicked con 10 a testa.
Ma all’Oscar 2025, ha trionfato l’indipendente Anora che ha conquistato cinque statuette, dalla miglior attrice protagonista a Mikey Madison alle quattro personali per il suo autore Sean Baker che vince per miglior film, regia, sceneggiatura originale e montaggio, eguagliando dopo oltre 70 anni il record di Walt Disney, fino a ora unico a ottenerne quattro in una volta sola, anche se Disney le ottenne per quattro pellicole differenti
Il regista americano premiato anche per la sceneggiatura ha dichiarato: “Dico ai miei colleghi: fate film che si vedano nei cinema; dico ai distributori: concentratevi affinché i film escano in sala; dico ai genitori: portate i vostri figli a vedere i film in sala”
Questo caso è utile perché è esattamente quello che è successo quest’anno nella lotta tra The Brutalist, Anora e Emilia Perez. I primi due sono piaciuti in tutto il mondo, il terzo è follemente amato o follemente odiato. In più The Brutalist ha nella sua durata estesa un punto a suo sfavore, come il fatto che si tratti di un film più politicamente schierato di quello di Baker, una fiaba capace di raccontare gli ultimi nella società statunitense. Quindi sì, l’Oscar a Miglior film non premia la pellicola più bella dell’anno, ma quella più apprezzata in media dai membri dell’Academy.
Gli Oscar sono una gara che non si basa su nessun genere di prova atletica o di resistenza, ma sui soldi, tanti soldi.
Il caso dell’Italia, paese che ha tolto il fondo statale per la corsa all’Oscar, le possibilità di vittoria sono remote.
The Brutalist di Brady Corbet. Il montatore del film ha rivelato come in fase di post produzione è stata usata l’intelligenza artificiale per creare alcuni dei disegni del protagonista e per migliorare l’accento degli attori nelle scene in ungherese.
Adrien Brody anche se ha vinto per Miglior attore, il fatto che la sua interpretazione sia stata supportata e alterata, con lo scopo di renderla “migliore”, dall’AI, ha alzato un polverone.
Caso ancora più divisivo riguarda Karla Sofía Gascón, attrice transgender protagonista del film di Audiard. Spuntando, quasi dal nulla, dei vecchi tweet a fondo razzista, che l’attrice avrebbe pubblicato alcuni anni fa.
Al di là della gravità di alcune dichiarazioni, sembra una coincidenza un po’ troppo fortuita, che la cosa scoppi esattamente nel periodo della campagna, perché pare essere anche il più problematico dell’anno?
Emilia Pérez, musical crime francese del 2024 diretto da Jacques Audiard, ha ricevuto finora numerosi riconoscimenti. Al Festival di Cannes 2024, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz e Zoe Saldana hanno vinto collettivamente il premio per la miglior attrice, mentre Audiard ha ricevuto il Premio della Giuria e Clément Ducol e Camille il premio per la miglior colonna sonora. Il film è stato anche candidato alla Palma d’Oro e alla Queer Palm. Agli Oscar 2025, Emilia Pérez ha ottenuto tredici nomination, tra cui Miglior Film e Miglior Regia per Audiard, con Gascón prima donna apertamente trans a essere candidata come Miglior Attrice.
Ha inoltre vinto quattro Golden Globe, tra cui Miglior Film Musicale o Commedia e Miglior Film Straniero. Il film ha ricevuto undici nomination ai BAFTA, tredici ai César e dieci ai Critics’ Choice Awards. Ha trionfato agli European Film Awards con cinque premi, inclusi Miglior Film, Regia e Attrice per Gascón. E allora perché questo film è così problematico?
La forte interpretazione di Zoe Saldana ha guadagnato il premio come miglior attrice non protagonista. Balla, canta, recita in maniera magistrale. El Mal è la Miglior canzone originale.
Rita Mora Castro (Zoe Saldana), giovane e ambiziosa praticante legale di Città del Messico, ottiene notorietà dopo aver scagionato un uxoricida con una brillante arringa scritta di suo pugno. Poco dopo, riceve un incarico misterioso: aiutare il boss del cartello Juan “Manitas” Del Monte (Karla Sofía Gascón) a inscenare la propria morte e sottoporsi a un intervento di riassegnazione del sesso, diventando Emilia Pérez. La trasformazione segna una rottura col passato criminale, ma trascina Rita in un vortice di segreti e pericoli. Il film, concepito dal regista come un’opera lirica in quattro atti, è ispirato a Écoute di Boris Razon. Le musiche sono di Clément Ducol, con testi scritti dalla cantante Camille in spagnolo con l’aiuto di un traduttore messicano.
Di Anora ne abbiamo già parlato l’anno scorso quando vinse la Palma d’oro a Cannes e ci rallegra che abbia stravinto un indipendente che ha speso pochi soldi per una bella opera
E se fosse arrivato a gareggiare Mickey 17 di Bong Joon-Ho, straordinaria satira spaziale ? Il nuovo film del regista sudcoreano è un’opera di fantascienza di eccezionale fattura, con le idee molto chiare e un mondo complicato da esplorare.
Ogni svolta nella storia è motivata da qualcosa che ci è stato detto prima, ogni snodo narrativo è perfettamente coerente con il resto dei fatti. Questa non è solo buona scrittura, nei suoi film sono dettagli che emergono dalla regia, realizzata con un occhio attento alla narrazione visiva, perché ciò che la scrittura non riesce a dire ci viene comunicato per immagine.
La prima cosa eccezionale di questo film di grandissima fattura è l’interpretazione di Robert Pattinson, il protagonista. Un’altra idea magistrale è che questi nuovi corpi vengano prodotti a partire dai rifiuti peggiori. E’ un grande film.
La paura della Morte, anche se si sa che Mickey tornerà vivere subito dopo e la fibrillazione dell’Amore sono attuali e antiche al centro del film che avrebbe guadagnato a dir poco 2 statuette per miglior regia e Miglior attore protagonista.

Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.