di Luciano Anelli
Ho conosciuto Catena Fiorello, si….”la sorella di Rosario”, via facebook e poi di persona ad una presentazione del suo ultimo libro “Casca il mondo…casca la terra” alla libreria La Feltrinelli di Bari. Durante questo incontro mi ha sorpreso di lei l’enorme carica di umiltà ed umanità ed ancor di più quando Lei…mi ha riconosciuto in mezzo alla folla, salutandomi per nome. Lei che di persone ne incontra a migliaia e che di me aveva solo una visione virtuale ! Da qui la mia voglia di conoscere di più la persona Catena e meno la sorella di …! Ho constatato che diverse persone, ancora, ma sempre di meno, la individuano come “la sorella di…!”.
Direi che sia arrivato il momento di parlare della scrittrice e meno delle parentele illustri, o per lo meno esaltare le sue doti , pari a quelle note dei fratelli, ma anche di parlare del libro e meno della famiglia…ormai…molto nota ! Perciò, approfittando di un suo momento, raro, di pausa del suo girovagare come una trottola fra città e media, le ho rivolto alcune domande “particolari” che rivelano la sua personalità e la sua forza morale, ed altre che la fanno parlare di se nel libro e del libro in lei. Ve le sottopongo !
La domanda di prammatica è: quanto ti pesa il tuo nome ! ma…io non parlo del cognome , quanto del nome ! da dove deriva e se durante la vita ti sia sembrato ostile, diverso !
-Be’, un nome ingombrante, importante, un nome che può anche far paura direi…Una catena, da cui potrebbe essere difficile liberarsi ! E pensare che fu Maurizio Costanzo a ufficializzare il mio nome a tutti. Durante una riunione autorale di Buona Domenica (era il ’95) mi chiese quale fosse il mio vero nome, a quel tempo tutti mi chiamavano ancora Cati, e io impacciata risposi che il mio nome era brutto, che non mi piaceva, e finalmente dopo un po’ di imbarazzo lo dissi! Dopo una pausa di qualche secondo, in cui io pensavo che lui fosse rimasto sorpreso in senso negativo, lui disse: “E tu, con un nome così bello ti fai chiamare Cati che invece è un nome così comune, banale?”. Be’, devo dire che da qual momento ho preso fiducia e pensandoci bene ora devo dire che al mio nome sono proprio molto legata, e che mi rappresenta in toto, con tutto ciò che rappresenta. Sono davvero una “catena”, che se legata nella giusta maniera può anche essere piacevole portare!
Vuoi spiegare l’origine del titolo del tuo ultimo libro “Casca il mondo..casca la terra” ? era questo il titolo che tu volevi apporre ? mi sembra che questo titolo abbia due spiegazioni, quali ?
Il titolo del romanzo “Casca il mondo…” l’ho sempre voluto, sin dall’inizio! E l’ho difeso anche quando l’editore (Rizzoli) era perplesso per le varie interpretazioni che ne sarebbero scaturite. E quindi, la paura della confusione che esso avrebbe potuto creare. Ma credo che “Casca il mondo…” rappresenti in pieno la storia che ho scritto, ovvero il cataclisma che irrompe nella vita apparentemente tranquilla di una famiglia borghese che non vuole vedere le miserie e le tragedie che la stanno soffocando. Perché non esiste vita umana che non sia sottoposta a dure prove nella vita. Chi prima, chi dopo, siamo comunque costretti, tutti, se esistiamo e viviamo sotto questo cielo, a confrontarci con il dolore. E senza dolore nessuno può migliorare, ahimè. E già…Nessuno, nemmeno chi si crede al riparo da ogni forma di pericolo. E poi, vi è il richiamo a una filastrocca infantile che Vittoria, come molte persone della sua generazione, ha cantato incosciente del domani, insieme a qualche amica di giochi, felice per le strade del suo piccolo paese in Salento, Squinzano.
La copertina…un balcone con palloncini rossi….dà un senso di liberazione, è così ? Lo puoi spiegare meglio?
Una donna che si libera, affacciata a un balcone, sola, totalmente sola, con lo sguardo rivolto verso una direzione sconosciuta. Infine, la libertà. La coscienza di diventare qualcosa di nuovo, di inimmaginabile, ovvero la parte sconosciuta di noi che non abbiamo mai voluto far venire fuori! E lasciare posto a quello che per anni abbiamo camuffato con giochetti stupidi, forse per paura, vergogna, o solo perché non abbiamo avuto la forza per farlo…Tutto qui. Ma alla fine Vittoria, la mia eroina moderna, una donna che ha vissuto tutta la vita sotto mentite spoglie, decide che è arrivato il momento di dire la verità. E questo fa di lei una vera donna.
<continua>