di Luciano Anelli
Hai tre fra fratelli e sorelle, ma tu sei nel mezzo e…quindi figlia senza identità precisa, di questo probabilmente ne hai sofferto da piccola. Questa situazione ti ha spinto verso la lettura e la scrittura dei tuoi pensieri e sensazioni ? Ora la situazione è cambiata ? è anche questo che ti ha portato alla ribalta, indipendentemente dal cognome ?
Conquistarsi un posto all’interno di una famiglia composta da quattro figli non credo sia stato facile per me. Anche se ero piccola vivevo il disagio “dell’affollamento”. Dovevo conquistarmi l’affetto dei miei genitori…E nella mia ingenuità di bambina immaginavo di essere in competizione con i miei due fratelli e mia sorella per accaparrarmi l’affetto di mia mamma e di mio papà. Crescendo ho capito che non era così, ma devo ammettere che da bambina non è stato così facile!
Ti ho vista con una carica inesauribile che, penso , ti venga dal contatto con la gente (come per tuo fratello Rosario) ed hai saputo coinvolgere tante persone in dialoghi anche amichevoli. E’ un dono, è costruito, ne hai bisogno…perché ? Introversione o paura della solitudine ?
Non saprei definire la mia voglia di stare con gli altri. Semplicemente voglia di condividere? Stare bene con gli altri! Non cerchiamo sempre ragioni recondite nelle azioni che facciamo. Mi basta pensare che amo stare con la gente e non esiste un perché. Ma al silenzio preferisco la voce degli altri, alla solitudine la confusione, e se cerco una casa dove andare a vivere o una stanza d’hotel dove andare a dormire non li cerco mai in zone defilate, silenziose, anzi…più c’è rumore e senso della vita, della gente, e più mi piacciono.
In quarta di copertina scrivi” Non contava chi fosse stata…ma che avesse imparato a perdonare”…è il succo di tutto il libro ? perdonare o riconoscere le proprie colpe ?
E’ la summa del senso della nostra esistenza.
In conclusione del libro ammonisci a stare attenti alle apparenze e dici che sono pericolose le persone sempre buoniste. Spiegati meglio e da cosa derivano queste tue convinzioni. Scottature personali ? Tradimenti irrisolti ?…pause di riflessione ?
Non simpatizzo per i “maestrini”e non mi piacciono quelli “sempre buoni”. Sarò smentita, ma non credo esistano buoni a oltranza. Credo sia una prerogativa che sa di santità, e scusate, non credo ai santi in terra, tutto qui. Rispetto chi ha il coraggio di esplodere in momenti di ira passionale, chi ha il coraggio di dissentire e mandare a quel paese chi lo merita, e chi sa presentarsi anche al peggio di sé. Siamo umani, può succedere. Ma i buoni a oltranza richiamano nella mia mente quei serial killer che poi, a fatto compiuto, quando intervisti il vicino di casa ti dice: “ Ma era una personcina così a modo, sempre silenzioso, gentile…”. Ecco… Ho usato un paradosso, anche per farci una risata, ma se devo essere seria dico che preferisco i sanguigni e i coerenti. Tutto qui. Nessuna esperienza personale, a parte il fatto di aver ricevuto delusioni cocenti nella vita, in ambito professionale e personale solo dai buoni dei quali abbiamo parlato!
<continua>