di Caterina Della Torre
Avevo intervistato anni fa Paola Barbara Quaranta e Mariangela Anzani che erano in procinto di far partire un progetto ecosostenibile molto evoluto ed avanzato e mi sono chiesta più volte in questi anni cosa ne fosse stato. Le ho quindi ricontattate ed ecco le risposte di Paola Barbara.
La sfida di Neolis
…per parlare di una tenacia sorprendente, resa possibile da una motivazione che nel tempo ha stupito anche me. Scoprire nel profondo, e sulla pelle, cosa fosse davvero quell’Energia che Caterina, diversi anni fa ormai, colse nel mio sguardo. Quell’Energia che sostiene le nostre azioni, un’Energia che io identifico solo ed esclusivamente con l’Amore per la vita, sempre, comunque vadano le cose. Amore che può esprimersi solo quando riusciamo ad essere abbastanza sereni nell’Anima da non perderci nei nostri tormenti. Oggi posso dire di aver ritrovato il Piacere che io stessa cercavo da anni: il Piacere di “sentirsi vivi“. L’unico Piacere capace di sovrastare il dolore. Ecco perché, oggi più che mai, so cosa intendo con “ambienti per esistere”!
Se, quando io (Paola Barbara Quaranta) e Mariangela Anzani abbiamo iniziato questa avventura, mi avessero detto quali difficoltà avrei dovuto affrontare, concretamente, finanziariamente, emotivamente, non ci avrei creduto. E forse avrei rinunciato, o forse no. Rileggo l’intervista di dol’s e mi ritrovo a sorridere di me, della forza che si è rivelata ben più radicata di quanto i miei occhi avessero fatto trasparire quel giorno lontano.
Neolis è un’azienda che ancora non ha superato il lungo start up, pagando il caro prezzo della crisi, fuori e dentro. Anni in cui si sono avvicendati collaboratori, partner, soci, amici e nemici. Difficoltà che hanno richiesto capacità di adattamento ad un cambiamento continuo del progetto e della finalità della Mission. Lungaggini che hanno reso indispensabile investire ogni risorsa disponibile.
La Vision, più solida che mai, è stata la grande protagonista di una revisione generale del progetto che, nel rispetto e nel rafforzamento della proposta abitativa e ricettiva, ci ha portato allo sviluppo progettuale di un “Resort Sensoriale Esperienziale” che, finalmente, esprime e concretizza l’intenzione che sin dall’inizio radicava la nostra proposta.
Ma la nostra convinzione non basta a superare le ottusità degli investitori istituzionali ed ecco perché ho accolto con sincera gratitudine la richiesta di scrivere queste righe. La possibilità di dire al mondo che ci siamo e non ci arrendiamo, non intendiamo soccombere al difficile momento sociale, al disfattismo dilagante, alla paura instillata dai media. Noi guardiamo alla nostra vitalità, alla nostra gioia e cerchiamo chi, come noi, vuole concretamente agire per costruire oggi il proprio domani migliore. Cerchiamo tutte le persone che hanno la possibilità di investire anche piccole somme nella nostra azienda per poter realizzare quanto qui sotto descrivo in dettaglio.
E quindi…via alla “revisione“ delle domande di allora per le risposte di oggi, di un oggi che è sempre stato presente, ora come allora:
Cos’è Neolis?
E’ un’azienda che ha ideato degli spazi che rispondono metaforicamente, attraverso l’architettura, al percorso evolutivo dell’uomo alla ricerca del proprio sé. Propone una modalità esistenziale che si basa su principi di vuoto e di contatto con la natura. Alla scoperta di silenzio e di intensità, da sperimentare prima per condividere poi.
E soprattutto perché Neolis?
Perché ciascuno di noi cerca il proprio senso. A me piace pensare che tutto questo abbia un senso nell’aiutare ciascuno a trovare il proprio, giusto quanto basta fino alla comprensione che non c’è nessun senso proprio perché tutto ha senso. Ma è un discorso semplice e complesso, che avremo modo di affrontare insieme a chi verrà da noi e, con noi, imparerà che tutto è complesso prima di diventare semplice.
E avete trovato un luogo che risponda ai vostri requisiti?
L’area che abbiamo scelto è sugli appennini parmensi; le trattative del terreno alle spalle di Riccione, di cui parlai nella precedente intervista, non andarono a buon fine.
E cosa ne farete?
Quello che vogliamo realizzare, in sintesi è un ecoresort, un villaggio sensoriale con centro di ricerca ed un’attività di biodinamica.
Sono fiera di sottolineare che il nostro progetto adesso è anche oggetto di una tesi (prevista per il prossimo settembre) e, in collaborazione con atenei di architettura/antropologia/medicina/psicosomatica, intendiamo strutturare il centro di ricerca per validare le nostre teorie. Lo scopo è quello di raggiungere l’effettiva applicabilità di quanto acquisito per il miglioramento della qualità della vita di larga divulgazione, sia in strutture private che pubbliche.
Il nostro “Resort Sensoriale Esperienziale” è un luogo dove scienza e conoscenza troveranno equilibrio e concreta realizzazione, insieme. Un dialogo architettonico, esistenziale, culturale, sociale. Come abbiamo sempre voluto fare, proporremo anche eventi e convegni, oltre a occasioni di incontro e di crescita personale.
Perché tanta attenzione per l’equilibrio?
Perché, mai come ora, equilibrio equivale a sopravvivenza. Nel precedente periodo evolutivo si parlava di sopravvivenza del più sano, ora e per il futuro dobbiamo parlare di sopravvivenza del più saggio. Saggezza intesa come capacità esistenziale di vivere il proprio equilibrio indenni dalla follia e dalla schizofrenia imperante che è sotto gli occhi di tutti quotidianamente.
Infine, ho visto nel vostro sito che si parla anche di un giardino con proprietà terapeutiche.
Ci sarà. Vogliamo anche avviare delle attività di selvicultura per godere delle meraviglie dei boschi di questa splendida zona ancora molto selvaggia.
A questo punto viene spontanea la domanda: ma chi si potrà permettere una residenza così costruita e studiata?
Chiunque. Ci saranno diverse proposte di ospitalità e di acquisto ma ci sarà anche la possibilità di fruire del resort partecipando ai programmi di ricerca che, ovviamente, offriranno soggiorno gratuito a chi darà la propria disponibilità.