Mi piace raccontare la storia che ha portato tante donne ed uomini di Puglia a presentare la legge di iniziativa popolare sul riequilibrio di genere nelle elezioni per il Consiglio regionale.
Il desiderio che ci ha mosso ed unito è stato quello di rimettere in moto la discussione sulla rappresentanza delle donne nella politica.
Le ragioni che hanno spinto tante di noi, differenti per storie ed appartenenze, a mettersi insieme nel tentativo di rilanciare il ruolo delle donne in maniera forte e coesa ha qualcosa di magico. Abbiamo compreso che è il tempo ed il luogo per agire insieme.
Il tempo è dettato dall’oggi, dalla insignificanza dell’offerta politica dei partiti impegnati ormai a gestire l’esistente o ciò che di esso rimane, ed il luogo è la Puglia dove più si è sviluppata l’ incredibile collisione tra rinnovamento e antiche, pessime consuetudini.
Abbiamo strutturato un percorso in cui il cambiamento dovrà trasformarsi da ipotesi e suggestione a reale trasformazione .
La legge che sosteniamo è solo l’inizio di un percorso . É il primo passo che ci potrà permettere di allontanarci dalla devastante immagine di un Consiglio regionale abitato solo al maschile.
La nostra proposta ha in sé tanti ragionamenti e tante riflessioni ma ha anche radici profonde.
L’aver adottato una legge quale quella Campana, permette di inserire con semplice modifica la questione di un genere sotto rappresentato nella attuale legge elettorale pugliese.
Non lascia possibilità alcuna a giustificazioni di tempo ( potremmo votare molto presto e come sempre non avere possibilità di grandi stravolgimenti) e, non offre il fianco ad alcun ricorso di legittimità, in quanto già vigente e già passata al vaglio della Corte Costituzionale con sentenza n.4 /2010.
Ma ha in sé qualcosa di più, offre uno contesto totalmente diverso dalle quote, le liste composte al 50 e 50 di donne ed uomini , non sono quote, ma richiesta di uguale rappresentanza, non una quota ma la parità!
Chiedere che una lista sia composta in maniera paritaria significa chiedere ai partiti ed ai movimenti di aprirsi ai contributi delle donne e, costruire con loro un percorso che porti nuovamente le donne a fidarsi dell’interlocutore e a non sentirsi esclusivamente usate quale casuale riempitivo.
Le donne hanno un grande desiderio ed una grande passione nel fare politica e d’altronde la fanno tutti i giorni nelle scuole, negli ospedali, nelle famiglie, nel welfare che sostiene la nostra Regione, ma hanno ben compreso che per cambiare davvero devono avere voce in tutti i luoghi dove si sceglie e si decide per tutte e tutti.
La questione della doppia preferenza ha, inoltre, un valore fortemente simbolico in quanto fa intravedere che non vi è una banale guerra tra sessi ma una opportuna possibilità di esprimere un doppio sguardo. Un uomo ed una donna che fanno campagna elettorale insieme, offriranno una rivoluzione visiva e sostanziale. Si proporrà un nuovo patto tra i sessi complementari e non antagonisti.
É un primo passo, ma un passo partecipato che sta coinvolgendo l’intera popolazione pugliese negli incontri, nelle assemblee, intorno ai tavolini per la raccolta delle firme.
Siamo tornate a parlare e a discutere con le tante persone che firmando hanno fatto della nostra proposta di legge la loro proposta di legge. Lasciare inascoltata la loro richiesta sarà oggi più complicato!