Un nuovo welfare per liberare le donne
Un interessante dibattito si è svolto ieri a Roma sul tema “Un nuovo Welfare per liberare le donne”.
Il Convegno è stato organizzato da “Pari o Dispare” PoD, comitato di donne ‘ma anche di uomini’, d’individui e associazioni che lavorano per il raggiungimento della parità di generi facendo leva sulla meritocrazia, e “Edenred”, inventore del Ticket Restaurant e leader mondiale nei buoni servizio prepagati per le imprese.
Nell’introdurre i lavori, Cristina Molinari presidente di PoD, ha sottolineato che “Troppo spesso in passato non stati stanziati soldi per piani straordinari di asili nido che poi sono stati spesi bene o non spesi affatto. Da troppi anni le donne italiane attendono che sia raggiunta una soglia minima di decenza sull’accesso a servizi di cura e assistenza, che ci avvicini agli obiettivi che l’Europa ci pone da sempre e che sistematicamente disattendiamo”.
L’11,6% delle donne non occupate che dichiarano di prendersi regolarmente cura dei figli minori di 15 anni o di adulti malati, disabili o di anziani non autosufficienti, l’impossibilità di lavorare deriva dall’ inadeguatezza dei servizi di cura per i bambini e gli anziani, sia pubblici che privati.
Nel 2010 erano circa 489 mila persone per le quali l’inadeguatezza era dovuta soprattutto al costo troppo elevato delle strutture (55,5% per glia sili; 49,7% per i servizi di assistenza gli anziani) e l’assenza o insufficienza di posti (27,2% per glia sili; 42% per i servizi di assistenza agli anziani.)
Spesso il costo complessivo dei servizi a pagamento che si deve sostenere per lavorare (asili, colf, badanti, ecc.) è superiore allo stipendio che si potrebbe guadagnare rendendo non conveniente, nel bilancio familiare, il lavoro.
A questo proposito, Graziella Gavezzotti, Presidente e AD di Edenred Italia e Direttore Generale Sud Europa, ha sottolineato come la “Stabilità contrattuale, emersione del lavoro nero dell’ordine del 20%, migliore conciliazione tra lavoro e quotidianità, aumento dell’occupazione femminile così importante per la crescita del paese sono solo alcuni dei risultati che potrebbero essere raggiunti in Italia se venissero seguite le esperienze europee maggiormente all’avanguardia in fatto di politiche sociali grazie all’utilizzo dei voucher sociali”. Ha inoltre ricordato come l’impegno assunto di recente dal Governo Monti in Commissione Lavoro del Senato, di raggiungere entro il 2016 a parità di ruolo parità di stipendio tra uomini e donne, rappresenti una spinta importante nella direzione di una maggiore attenzione al ruolo femminile nel mondo del lavoro, anche in un’ottica di conciliazione tra vita professionale e vita privata.
Ma in cosa consistono questi voucher sociali?
Il flusso che descrive l’utilizzazione del voucher universale per i servizi alla persona e del ruolo dei soggetti della filiera è relativamente semplice: i voucher emessi dalle società concessionarie sono acquistati dalle famiglie o sono ricevuti dai dipendenti delle imprese e dai destinatari dei servizi di protezione sociale, per acquistare servizi alla persone a favore dei bambini, degli anziani non autosufficienti o delle persone con disabilità. I voucher possono essere finanziati o cofinanziati dalle imprese a favore dei propri dipendenti, dalle banche e assicurazioni a favore dei propri clienti, dalle Regioni, Province e Comuni per l’erogazione delle prestazioni sociali o dagli operatori pubblici e privati per i servizi di conciliazione a favore delle donne coinvolte in percorsi di ricollocamento.
I servizi sono resi da lavoratori, imprese, asili nido, centri per anziani o associazioni accreditati. I voucher vengono pagati a coloro che hanno reso le prestazioni da banche, poste ed enti pubblici convenzionati.
L’on. Emma Bonino, Vice Presidente del senato e Presidente Onoraria di PoD ha sottolineato che l’ “Uso dei voucher può innescare processi virtuosi a livello nazionale e locale e aiutare lo Stato nella lotta contro evasione e lavoro nero”. Con il calore verbale che la contraddistingue, ha poi aggiunto “Può sembrare patetico, ritrovarci a discutere di servizi quando le priorità vanno in un’altra direzione (spread, crisi greca, ecc.-) ma è necessaria la consapevolezza politica dello sviluppo umano, opportunità, libertà, scelte. È questo un obiettivo lunare? investire un po’ di tempo su cosa si può proporre sapendo fino a dove siamo riusciti; sapendo che al di là di dati macroeconomici il centro rimane comunque la persona e che l’ elemento umano femminile non è tenuto in considerazione? Dobbiamo riuscire a proporre cose nuove dialogando tra noi, trovando formule diverse rispetto a quello che abbiamo già inventato”.
L’on. Roberto Rao, Membro della Commissione Giustizia della Camera ha affermato che si sta sviluppando una crescente sensibilità in Parlamento dove diverse sono state le iniziative; le quote rosa nelle aziende ma anche la presenza di candidature nelle ultime amministrative; azione per limitare lo stereotipo femminile nel servizio pubblico. Forse può sembrare poco, ha aggiunto, ma bisogna aggrapparsi a questo poco per non perderlo anche se la politica si deve muovere per aprire nuovi scenari e nuovi varchi.
Antonella Marsala, dirigente di Italia Lavoro, Agenzia con il compito di svolgere servizi trasversali ha voluto porre l’attenzione sulla questione demografica in calo proprio, non solo, per mancanza di servizi di supporto alla donna e su questi argomenti ha convenuto, come tutti gli altri oratori, anche Pierluigi Toia, della Nestlè.
Il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Michel Martone, ha concordato sull’ utilità del ricorso al voucher da parte della madre per l’ acquisto dei servizi necessari, che introduce un principio da sperimentare. Sarà necessario confrontarci, ha aggiunto, dare risposte anche sul piano legislativo e valutare i comportamenti virtuosi; fare incontri con piccole e medie industrie per riflettere sul modo di concepire un nuovo welfare di cui lo Stato deve essere il promotore.
La senatrice Rita Ghedini, membro della Commissione Lavoro, ha sostenuto l’importanza dell’introduzione del monitoraggio che segua gli effetti della legge per misurare e mettere in campo buone pratiche. Anche se, come ha rilevato l’on Beatrice Lorenzin, Membro della Commissione Affari Costituzionali, come si fa ad amministrare bene senza risorse?
Anche lei ha puntato il dito sul crollo demografico e la necessità d’incrementare una nuova cultura del welfare. Pur non essendo all’anno zero nella sfera dei diritti, ha concluso, è necessario puntare su una diversa genitorialità e un diverso rapporto tra privato e pubblico.