di Saveria Rito
La presentazione del primo volume di Roma: percorsi di genere femminile (Iacobelli editore) che si è tenuta martedì 29 maggio nella sala del Carroccio al Campidoglio, per iniziativa dell’autrice Maria Pia Ercolini e con il sostegno di Monica Cirinnà e Maria Gemma Azuni, della Commissione delle Elette, riassume significati profondi: è stata tappa simbolica e doverosa per una guida di genere nella sede istituzionale del potere cittadino che parla principalmente al maschile; un esempio di libera espressione femminile e consapevolezza tese a superare l’ancestrale damnatio memoriae inflitta alle donne; un tentativo di ridare vita a chi ci ha dato vita.
L’itinerario proposto dalla guida, che si snoda da via della Lungara, sede della Casa Internazionale delle Donne, lungo le vie di Trastevere fin su al Gianicolo, ha l’intento di riequilibrare la visione storico-geografica di questa città mostrando finalmente i volti femminili che hanno abitato Roma, pronunciando i nomi taciuti o usati solo “a corredo” di quelli maschili. Perché come ha dimostrato a suo modo ciascuna delle relatrici, con delle letture, recitando dei versi, intonando uno stornello o sulle note di un canto gregoriano, le donne nella storia c’erano! Le figure più antiche come Clelia e Tanaquilla sconfinano inevitabilmente nella leggenda, quasi nulla si dice di sacerdotesse vestali e flaminiche svelate alla platea da Maria Paola Fiorensoli, ma di altre, come la regina Cristina di Svezia, si sa bene che furono scandalosamente colte e intelligenti.
Eroine risorgimentali e contemporanee, donne di scienza, poete e cantanti o più comunemente donne che muovevano i fili della quotidianità e dei grandi eventi giubilari, nascoste dietro le quinte dell’anonimato, in questi progetti trovano finalmente spazio, fisicità e dunque dignità attraverso un lavoro di non facile ricostruzione.
L’incontro in Campidoglio ha dato la possibilità a studiose, docenti e storiche di scambiare saperi e idee e ascoltare donne che parlano di donne è sempre appassionante ed emozionante.
Questa vuole essere la nostra Porta Pia!
E nell’attesa del secondo volume della guida, ormai quasi pronto, sta cercando di aprire un’altra breccia ideale il Gruppo della Toponomastica Femminile, sempre coordinato da Maria Pia Ercolini, che punta a sensibilizzare cittadinanza e istituzioni affinché strade, piazze, edifici rechino anche nomi di eccellenze femminili.
L’augurio è che questo lento affiorare dell’identità delle donne prosegua inarrestabile e recuperi tutto il tempo perduto.
1 commento
Brava Maria Pia e brava Caterina. Oggi tutte insieme non dobbiamo più diffondere “il Verbum” ma “la Verba”: parola alla donna, parola di donna.